Mani forti su Credit, Zandano riapre i giochi al San Paolo

Mani forti su Credit, Zandano riapre i giochi al San Paolo Mani forti su Credit, Zandano riapre i giochi al San Paolo Chi impera Credito Italiano? E' ben vero che la banca presieduta da Lucio Rondelli ha visto nell'anno che si è appena chiuso migliorare del 30% l'utile netto, ma questo non sembra aver molto a che fare con la mano, o le mani che, da settimane, rastrellano titoli dell'istituto. Il mercato si interroga se, anche qui, non ci sia lo zampino di un Luigi Giribaldi della situazione d'uomo che nei mesi scorsi ha messo insieme pacchi consistenti 'li titoli Cir e Cofide, le due finanziarie a capo dell'impero di Carlo De Benedetti). O se non sia viceversa qualcuno dei grandi azionisti, ad esempio la tedesca Allianz, presente in Credit attraverso la Ras presieduta da AnLucio gelo Mar- Rondelli chiò, a raffor- zare le posizioni in vista della possibile abolizione del vincolo del 3% di tetto massimo di possesso del capitale. Gianni Zandano Il che si accorderebbe bene con le voci che identificavano gli scalatori con banche tedesche, e con chi sostiene che dietro a questi acquisti ci sia la regia dello stesso Rondelli, dell'amministratore delegato Egidio Giuseppe Bruno e del direttore generale Alessandro Profumo (con la benedizione di Mediobanca). Nell'ottica di un rafforzamento e un allargamento del nocciolo duro. D'altra parte, sempre la potente Allianz verrebbe indicata come uno dei probabili nuovi azionisti del San Paolo di Torino, la banca guidata da Gianni Zandano che sembra decisa ad accelerare l'iter della privatizzazione. Se poi, alla ricerca dei futuri equilibri nel San Paolo, si aggiunge l'ormai inevitabile marcia della Cariplo verso il mercato, il puzzle diventa intricatissimo. Per l'istituto presieduto da Sandro Molinari, infatti, il tam-tam parla di «nuovo asse di alleanze». Incontri lontani da occhi indiscreti sarebbero già in corso da tempo, complice il Mediocredito presieduto da Angelo Caloia, tra uomini Cariplo e il presidente di Ambroveneto, Govanni Bazoli. Il quale ha da risolvere un problema non da poco: sostituire l'azionista Cariverona e il suo au'oritario presidente Paolo Biasi (colui che ha impedito ad Ambroveneto di andare a vedere le carte del Banco di Napoli) con un compagno di viaggio meno castrante. Giovanni Gianfranco Gutty Cariplo sarebbe al tempo stesso corteggiata da Zandano, al quale la lega già un cammino comune in molti affari, Ina e Imi compresi. E a questo punto non è pensabile che nel gioco dei quattro cantoni non voglia mettere lo zampino anche la Commerciale di Luigi Fausti e Enrico Beneduce. Perché, anche se agli occhi dei comuni mortali i banchieri (rigorosamente fotografati in cravatta argentata sullo sfondo di quadri, palazzi o arazzi), possono apparire come personaggi mitici, in realtà sono uomini che non si perdono mai d'occhio l'un l'altro, pronti a rompersi le uova nel paniere a vicenda. Una vita d'inferno. Intanto, nel mezzo di questa sarabanda infernale che dovrebbe, Giovanni Bazoli Ma sempre entro i prossimi due anni, ridisegnare la mappa del credito e dei grandi gruppi assicurativi, fioriscono le voci di dissenso. Come quella che narra di una certa freddezza scesa tra il presidente delle Generali, Antoine Bernheim, e l'amministratore delegato e vicepresidente del Leone di Trieste, Gianfranco Gutty. E a proposito di dissensi e mugugni, ecco i vertici delle Poste, dal presidente Enzo Cardi ai consiglieri Augusto Leggio e Gaetano Viviani, entrare in fibrillazione nonostante la riconferma. Per via dell'arrivo, sempre alle Poste, di un nuovo direttore generale, Cesare Vaciago. Il quale, oltre a dirigere, dovrà dare una mano alla trasformazione dell'ente in Spa e organizzarlo per la privatizzazio-

Luoghi citati: San Paolo, Torino, Trieste