«Li hanno assolti, ma lotterò ancora»

«Li hanno assolti, ma lotterò ancora» «Li hanno assolti, ma lotterò ancora» //pm Bianco: proverò che era un manicomio-lager lizzare le cartelle dei pazienti deceduti all'ospedale di Agrigento». Che importanza avevano le cartelle? «Fondamentale. Questo è stato il primo processo italiano che ha affrontato il problema della gestione di un intero manicomio. Ed anche il primo processo nel quale sono state acquisite cartelle cliniche a campione per monitorare la situazione sanitaria dei lungodegenti manicomiali». Eppure le perizie dei suoi consulenti non sono state discusse in dibattimento. Perché questa esclusione avrebbe pregiudicato l'evoluzione del processo? «Perché i miei consulenti, lo psichiatra Luigi Cancrini e l'igienista Siena: hanno 14 e 13 a Claudio Clini, sostengono che dalle cartelle risulta provato l'abbandono dei pazienti. Estromettendo i consulenti, il tribunale ha obiettivamente sottratto al confronto un puntello fondamentale dell'accusa». La chiave del processo, dunque, è in quelle paginette? «Altro che paginette... C'era la prova di un nesso evidente tra i decessi e la mancanza di assistenza sanitaria nel decennio tra il 1977 e il 1988. E il dato più clamoroso è l'età media delle vittime che si aggira fra i cinquanta e i sessantanni». La perizia del tribunale si conclude invece con la tesi della ((lettura impossibile» delle cartelle - compilate in modo confuso - e quindi con l'impos¬ anni, in fuga da venerdì sibilità di attribuire qualsiasi responsabilità ai sanitari... «... andando contro la giurisprudenza della Cassazione secondo cui la cartella clinica fa piena prova di quello che è stato fatto nell'interesse del malato. E contro il codice deontologico dei medici: in cartella è vuoto terapeutico». La responsabilità degli imputati, assolti con formula piena, secondo i suoi periti risultava lampante? «La relazione di Cancrini e Clini sostiene che allo psichiatrico c'era un'epidemia di tubercolosi. Nessuno, se non in rari casi, ha mai fatto analisi a campione, radiografie, prove di reazione alla tubercolina, coltura dell'espettorato... In molte cartelle manca persino la diagnosi finale e la data della morte». Cancrini e Clini, secondo l'accusa due testi fondamentali, in un primo momento vengono ammessi dal tribunale. Poi che succede? «Il 25 luglio si comincia ad esaminare Cancrùù, ma siccome l'esame va per le lunghe si chiede un rinvio dell'udienza. Due giorni dopo, il 27 luglio, Cancrini non si presenta e manda un certificato medico. Il tribunale emette l'ordinanza che esclude il consulente perché "avrebbe ritardato il compimento dell'attività processuale"». E il secondo consulente, Clini? Sparisce dal processo? «L'ordinanza non lo menziona». E lei, a quel punto, come reagisce? «Chiedo la revoca dell'ordinanza. Ma il tribunale rigetta la mia richiesta. Chiedo, allora, l'esame degli imputati. Voglio che spieghino la morte di Valentina Roseto, di anni 23, trovata morta tra gli escrementi e visitata solo sei volte negli ultimi venti giorni di agonia. Ma gli imputati si avvalgono, peraltro legittimamente, della facoltà di non rispondere. Si passa così alle conclusioni e alla sentenza». Lei non può fare commenti, ma può esprimere come si sente. «Mi dispiace semplicemente perché questo processo era l'ultima occasione per Valentina di essere considerata o ricordata, almeno una volta, come un essere umano». Sandra Rizza PUHLICtS FCE

Persone citate: Cancrini, Claudio Clini, Clini, Luigi Cancrini, Sandra Rizza, Valentina Roseto

Luoghi citati: Siena