Il Telepass cancella un alibi di R. Cri.

Con la complicità della moglie aveva ucciso l'inquilino per ottenere subito l'eredità e pagare i debiti di gioco Con la complicità della moglie aveva ucciso l'inquilino per ottenere subito l'eredità e pagare i debiti di gioco Il Telepass cancella un alibi Giallo di Bressanone, in cella un avvocato L'ELETTRONICA ALLEATA DEGLI INVESTIGATORI Giallo di Asti, 8 ottobre '96 Lorena Veronese viene uccisa dopo un appuntamento di lavoro ottenuto con un'inserzione su un settimanale. I tecnici Telecom, con un particolare programma al computer, ricostruiscono i «tracciati» delle telefonate arrivate alla vittima e ad altre ragazze che avevano pubblicato annunci analoghi. Tutte le telefonate risultano provenienti dalla stessa casa e da due cabine dei dintorni. Giallo di Milano, 3 novembre '96 L'infermiera Tiziana Zanella viene trovata morta sul pavimento di casa a Binasco, periferia di Milano. Giallo subito risolto, con l'aiuto del Bancomat della donna, rubato dopo il delitto insieme agli ori e al denaro contante: la banca ha registrato automaticamente quattro prelievi fatti nelle ore immediatamente successive all'omicidio. E la tessera è stata vista nelle mani del suo amico. naio, ore 19,15. Trovarono il corpo senza vita di Enrico Costa, uno strano tipo di 83 anni che aveva fatto l'edicolante fino a ieri e che adesso teneva i suoi 800 milioni fermi nei bot, se ne giocava altri 30 per volta al casinò, viveva nello scantinato della villa di Dander e mangiava alla mensa dell'ospizio. Morto per una botta al collo, stabilì l'autopsia. Omicidio. Dopo 7 giorni, il sostituto procuratore Cuno Tarfusser ha accusato il padrone di casa e la sua compagna, Rosmarie Widman, 32 anni, mora, bellissima, sorella dell'onorevole Hans Widman, deputato della Svp. Il fatto è che Alexander Dander, 53 anni, figlio dell'ex sindaco di Bressanone, signore distinto, capelli brizzolati, avvocato che passava il suo tempo a Siena, per affari e per piacere, oltre a essere il padrone di casa del morto, ne è anche il principale erede. L'inquilino gli avrebbe lasciato tutto il suo patrimonio, sostiene l'accusa: 800 milioni di bot, ap¬ punto, e 70 sul conto corrente. Dander si sarebbe tradito con le sue bugie. Quella sera di sabato, era stato lui a chiamare la Croce bianca: «un incidente», aveva detto. Poi, alla polizia aveva raccontato di aver accompagnato venerdì Enrico Costa al casino di Seefeld, di aver dormito all'albergo Lamm quella notte e di aver proseguito il giorno dopo per Monaco con Rosmarie, la sua donna. Era tornato sabato sera e aveva scoperto il cadavere. Solo che Tarfusser e gli inquirenti non gli devono aver creduto molto. Hanno controllato gli alibi e hanno visto che erano completamente falsi. La ricevuta dell'albergo di Seefeld era finta, come ha confessato il cameriere che l'aveva emessa. E pure il racconto del viaggio a Monaco non era vero. Nel cervellone dell'autostrada del Brennero austriaca che registra i passaggi delle auto con il sistema di pagamento automatico non è stata trovata conferma del A sinistra una pattuglia di carabinieri davanti alla villa dove è morto il pensionato Enrico Costa 83 anni (sotto) ':■*>?■. tragitto indicato dalla coppia. Cosi, gli inquirenti cominciano a martellare Dander e Rosmarie. Interrogatori fiume. I due non crollano, ma cambiano versione. Secondo l'accusa, Dander accompagna il suo inquilino al casinò di Seefeld venerdì, e rientrano a Bressanone la notte stessa. Avviene il delitto. Mentre il corpo di Costa giace sull'erba del parco, la coppia torna a Seefeld, convince un cameriere dell'albergo a emettere una ricevuta falsa, e rientra a Bressanone, dove simula il ritrovamento del cadavere. Solo che lo smentisce il Telepass. Così, ieri ai giornalisti Tarfusser ha spiegato che «l'alibi di Dander è completamente crollato». Manca la confessione, però. L'avvocato adesso ammette di essere rientrato a Bressanone, ma continua a ripetere di non aver ucciso l'edicolante. «E' stato un incidente», dice. Racconta che il vecchio si sarebbe addormentato in macchina durante il viaggio di ritorno, e allora, quando arrivarono alla villa, lui lo avrebbe portato in spalla verso l'ingresso dello scantinato dove viveva: solo che sarebbe inciampato e Costa sarebbe rovinato a terra. Avrebbe battuto la nuca nella caduta, e sarebbe morto per quello. Le bugie, poi, sarebbero state figlie delia paura, e per questo avrebbe rifatto il viaggio a Seefeld a cercarsi un alibi. Alexander dice di non avere altre colpe. Lui, al Costa, gli voleva bene, dice. Era molto anziano, simpatico, lo conosceva da un pezzo. Ed era stato l'edicolante a proporgli l'eredità in cambio di vitto, alloggio e un po' di compagnia. Temeva di finire all'ospizio, non aveva nessuno, neanche un cane che gli dava la sua amicizia. Era andato a raccontarlo anche in televisione, tranquillamente. Solo lui, diceva, gli stava vicino, lo portava in giro, lo ospitava in questa villa con i tetti aguzzi e le mura bianche. Perché mai avrebbe dovuto ucciderlo? [r. cri.]