Eltsin, compleanno tra i lupi

Il Presidente malato compie 66 anni, resta al potere solo perché manca un'intesa sul futuro Il Presidente malato compie 66 anni, resta al potere solo perché manca un'intesa sul futuro Eltsin, compleanno tra i lupi Guerra di successione attorno al leader DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Autunno torbido, tramonto dai colori cupi. Il Cremlino trasformato in mausoleo. I 66 anni, che oggi scoccano lugubremente per Boris Eltsin, sono all'insegna di una disperata corsa al si salvi chi può. Rieletto sette mesi fa Presidente della Russia, ha totalizzato a fatica una decina di giorni nel pieno possesso del suo potere. Ovviamente non ha la minima intenzione di rinunciarvi e resiste, per ora protetto dall'interesse congiunto di tutti i clan dell'oligarchia dominante, che non sono ancora riusciti a mettersi d'accordo tra di loro per dividersi non tanto l'eredità (che nessuno se la vorrà prendere l'eredità di Eltsin), quanto per stabilire chi, e per conto di chi, comanderà la nave. Sempre che, nel frattempo, non sia già andata a fondo. Comunque gli scudi protettivi attorno a zar Boris non potranno resistere a lungo. Un'agonia politica come quella brezneviana è impossibile e impensabile. Se non altro perché dietro Leonid Breznev c'era la possente macchina del partito. Perdeva colpi, è ben vero, ma funzionava. Dietro Eltsin non c'è nulla. La sua gestione verticistica del potere è da tempo in frantumi. Quello che sta in piedi è marcio di corruzione e infiltrato di criminalità. Motivazioni per riunirsi attorno a una linea comune non ne esistono. Salvo una: la paura che arrivi un castigamatti che metta tutti in galera e faccia ordine. Questo qualcuno c'è e incombe. E' il generale Lebed. Tutti capiscono che, in una normale elezione presidenziale anticipata, Aleksandr Lebed vincerebbe senza colpo ferire. Lo capiscono sia nell'amministrazione presidenziale (dove siede Ciubais), sia nel Consiglio della Federazione (dove siedono i governatori e i presidenti delle 89 Regioni e Repubbliche russe), .sia nejla Duma, (dove dominano i comunisti di Ziuganov), sia nel governo di VLktor Cernomyrdin. Ne consegue che tutti questi centri di potere si stanno coalizzando per escludere Lebed (e Javlinskij) da ogni gioco. In primo luogo per evitare una nuova consultazione popolare. Come stiano provando a farlo è chiaro: modificare la Costituzione (e la legge elettorale) stabilendo che il Presidente futuro sarà eletto dal Parlamento. Dai due rami congiunti o dal solo Consiglio della Federazione. In tal modo Lebed (e Javlinskij) - i due unici leader all'opposizione - sarebbero azzerati senza alcun problema. Ma non è così semplice per tre motivi. Il primo è Eltsin, che metterà fino all'ultimo i bastoni tra le ruote, fino a che l'oligarchia non sarà costretta a to- La parola d'ordine è: bloccare Lebed, che certo stravincerebbe in caso di elezioni anticipate Si tenta di cambiare la Costituzione in modo da far eleggere il prossimo capo dello Stato dal Parlamento glierlo di mezzo. Per ora non può, anzi farà di tutto per tenerlo in vita e, nei limiti del possibile, per farlo vedere. Il secondo è che Boris Eltsin potrebbe «togliere il disturbo» troppo in anticipo sui tempi politici dell'oligarchia dominante. Quando, cioè, non si siano ancora messi d'accordo sul futuro Presidente- garanzia-per-tutti. Il che potrebbe creare situazioni incontrollabili e il precipitare di una crisi senza soluzioni concordate. Il terzo motivo è non meno serio dei due precedenti e concerne la caratura politica e intellettuale dell' élite che governa oggi la Russia. Per trovare un'intesa, un compromesso, si richiederebbero alcu¬ Eltsin ha «festeggiato» in dacia con la famiglia il suo 66° compleanno Tutti sanno che non potrà governare a lungo ma viene tenuto al potere in mancanza di un accordo tra gli aspiranti alla successione Nella foto piccola il premier Cernomyrdin

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