«Il card Koliqi martire dimenticato»

«Il card. Koliqi, martire dimenticato» «Il card. Koliqi, martire dimenticato» CITTA' DEL VATICANO. L'Osservatore Romano nella rubrica «Acta diurna» ha criticato ieri il fatto che i mass-media italiani abbiano «passato quasi sotto silenzio» la notizia della morte di Mikel Koliqi, il sacerdote albanese incarcerato per quarant'anni dal regime comunista di Tirana guidato da Enver Hoxha, e creato cardinale nel 1994 da papa Giovanni Paolo Secondo. «Eppure - commenta il quotidiano, che è considerato l'organo semiufficiale della Città del Vaticano - il card. Mikel Koliqi è stato e resta un protagonista della storia della Chiesa e uno dei grandi protagonisti della storia mondiale di questo secolo». Il giornale vaticano ricorda che padre Mi¬ prare tutto in Italia». C'è anche Fran, su quel gommone, perché lo sa di dover proteggere la merce. Ed è ancora così premuroso. Raimonda ignora dove avvenga lo sbarco, sa soltanto che sono le tre e lei ha tanto sonno. Dicono alla polizia che nessuna sa esattamente dove siano sbarcate, e questo rende complicato gettare le reti. Vanno a Nord col treno. In un paio di stazioni Fran scende a telefonare e a Milano trovano un'auto ad aspettarli. Sopra c'è uno che le guarda in modo strano, ma le ragazze non ci fanno caso. La città pare mille volte più grande di Theth e la casa è in periferia. Li at¬ kel Koliqi «ha pagato il suo fermo e sorridente no al marxismo, un no e una sofferenza che hanno tenuto accesa la speranza in un Paese trasformato in una fungaia di bunker e in una macchina stritolatrice della dignità e della libertà di un popolo». Di fronte alla figura del cardinale Mikel Koliqi, continua la rubrica Acta diurna dell'Osservatore Romano, «la memoria non può farsi corta, da parte di nessuno». «Anzi - conclude il giornale della Città del Vaticano - si ha il dovere di riflettere sulla sua testimonianza che consegna questa eccezionale figura di uomo e di prete alla considerazione ammirata dell'opinione pubblica mondiale». [Ansa] tende uno dall'aria arrogante, ma dev'essere un amico di Fran, perché si abbracciano e si scambiano pacche sulle spalle. Poi, quello si volta verso Raimonda e la bacia, ma in un modo che nemmeno Fran ha mai fatto. E il marito non fa una piega, al contrario, scherza. Le ha appena preso i documenti e quelli della cugina e li ha passati all'altro. E' il momento della verità, sempre uguale. Senza documenti non si va in nessun posto, e poi, spiegano subito le ragazze, non ci son posti dove andare. Secondo l'Interpol di Tirana, a Torino ci sarebbero mille di queste ragazze, poco meno a Milano, e Dio solo sa quante a Fi¬ renze, a Napoli, a Verona, a Brescia. 0 ad Atene. 0 chissà dove. Qualcuna, si tenta di dire, appare pure soddisfatta, e quando viene acciuffata è pronta a inventarsi una storia perché lo sa che la rispediranno a casa. Quando Peuumb Kano arrivò ad Atene a riprendere la prima ragazza trasformata in prostituta in una notte, quella gli disse che non voleva tornare, che preferiva la nuova vita. Ma era un'eccezione, altre fuggirebbero solo ne avessero l'occasione. Per far capire a Raimonda che non scherzavano, quei tre afferrarono sua cugina e la violentarono, così, senza pensarci un attimo. Poi

Persone citate: Enver Hoxha, Giovanni Paolo Secondo, Mikel Koliqi, Peuumb Kano