Cespugli in rivolta di Alberto Rapisarda

Cespugli in rivolta Cespugli in rivolta Il partito trasversale dei <proporzionalisti» ROMA. Complicazioni in vista per D'Alema e Berlusconi mentre si preparano a guidare, di fatto, in tandem la riforma della Costituzione. Complicazioni perché negli eserciti dei duo generali serpeggia in modo scoperto la voglia di ammutinamento. La Bicamerale sarà al lavoro dalla prossima settimana e già i due poli non sembrano più tali. A destra molti del partito di Fini ormai annunciano apertamente che sarebbe bene finirla con il Polo e fare fronte comune con Cossiga-Segni e (sperano) Di Pietro. Per una riforma presidenzialista all'americana. «Per la prima volta da quando è nato il Polo, c'è una alternativa, una politica di ricambio», dice Alemanno. «L'imminente incontro di Di Pietro con Cossiga indica che siamo sulla buona strada», esulta Tremaglia. Nel centro-sinistra tutti i partiti minori (Rifondazione, Verdi), ma ora anche il ppi, alzano la voce in difesa della quota proporzionale nel sistema elettorale. E così D'Alema si trova ad imboccare un passaggio mollo stretto, chiuso da un lato dalla voglia di presidenzialismo di An e dall'altra dalla nostalgia per il proporzionale di tutti gli altri (escluso Dini e, ovviamente!, Forza Italia). Se le due diverse ali del «mugugno» dovessero saldarsi, con le loro contrastanti motivazioni, la Bicamerale potrebbe correre seri rischi. «Il tentativo di costruire un sistema che tenga in piedi solo Forza Italia e il pds, e qualcuno ci pensa, è destinato a fallire perché tutti gli altri farebbero blocco contro», avvisa con chiarezza Buttiglione. Gli scontri di ernesto ore, in apparenza astrusi, sulla proposta di legge di Rebuflà (Forza Italia) sono rivelatori della vera posta in gioco del duello per le riforme: creare regole che permettano di consolidare due grandi poli e poi «due grandi partiti sul modello americano» (come confessava ieri Enrico La Loggia, di FI, e come spera D'Alema), o salvare l'attuale rappresentanza proporzionale e, magari, ampliarla (come sognano tutti ì partiti minori)? E sintomatico del clima «proporzionalista» diffuso sottotraccia è il proliferare di nuovi partitini (sabato rinascono, per esempio, i liberali con Egidio Steipa). Questo è il cartello di sfida non dichiarato ufficialmente. Il che contribuisce a rendere incomprensibile ai cittadini il motivo per cui i partiti si accalorano tanto sulla Bicamerale. La proposta di Rebuffa (lunedì alla Camera) vorrebbe stabilire che una legge abrogata attraverso un referendum non entri in vigore sino all'approvazione di una nuova legge sulla materia. In pratica se il Parlamento approvasse questa proposta di legge, si potrebbe ripresentare un referendum per abrogare la quota proporzionale. Come crucilo appena bocciato dalla Corte Costituzionale proprio perché, allo stato dei fatti, avrebbe creato un vuoto legislativo se avessero vinto i «sì». La novità della giornata è che il ppi, dopo un «vertice» interno, ha deciso di creare difficoltà alla proposta Rebuffa. In pratica il ppi vuole da D'Alema la garanzia che non si vuole ripresentare un referendum contro la quota proporzionale. Altrimenti «si creerebbe una pregiudiziale per la Bicamerale)/. E D'Alema potrebbe anche ignorare Rifondazione e i Verdi, ma i popolari proprio no. Tra l'altro, il ppi le Prodi) continuano a negare che il capo del partito più forte dell'Ulivo (il pdsl debba diventare premici: L'unico accordo abbastanza ampio per ora raggiunto riguarda il rinvio delle amministrative da giugno a novembre. «La maggioranza faccia una proposta. Siamo pronti a discutere», ha promesso Pisanu, di Forza Italia. Anche An non fa obiezioni e il pds è d'accordo. L'unico contrario, al momento, è Bertinotti. Alberto Rapisarda

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