Bicamerale, caccia al posto

E E Bicamerale/ caccia al posto Pochi seggi, troppi gli aspiranti E NTRO domani (ma verrà di sicuro prorogato di un giorno per «santificare» la domenica) scade il termine entro il quale i gruppi parlamentari devono indicare la lista dei loro rappresentanti in Bicamerale. I tempi, quindi, sono strettissimi, ma non tutti i giochi sono fatti. E comunque quei giochi che si sono chiusi hanno creato non pochi malumori. Nel pds, per esempio, c'è la sinistra interna che è scatenatissima. La ragione di tanta ira ufficialmente nasce dall'eccessiva presenza di presidenzialisti della Quercia. Ma così non è perché, a ben vedere, di «riformisti spinti», tra i deputati, ci sono solo Achille Occhetto, Claudia Mancina e Michele Salvati. Tra i senatori, invece, c'è il solo Enrico Morando, a meno che a causa della parentela con il vicepremier Walter Veltroni (di cui è suocera) non si voglia inserire nella lista anche Franca Prisco. E dunque la ragione che spinge Buffo, Bandoli, Vozza, Fumagalli e Mele a protestare è un'altra. E cioè che non un rappresentante della sinistra interna è stato mandato in Bicamerale. D'Alema infatti ha preferito fare concessioni a quell'area che strizza l'occhio a Veltroni, piuttosto che a questa componente. E il motivo è ovvio: il segretario ha dovuto onorare l'armistizio siglato con il vice premier in vista del congresso. In casa forzitalista, invece, c'è ancora qualche problema alla Camera. Nella lista ci sono i nomi del Cavaliere e di Pisanu, Rebuffa, Calderisi, Urbani e Colletti. Questo elenco, però, lascia fuori Tiziana Parenti, alla quale Berlusconi aveva promesso un posto in Bicamerale perché gli serviva un esperta nel settore della «Giustizia». Non solo, se Rocco Buttiglione non trova un seggio perché i ccd glielo negano, come farà il Cavaliere, che aveva assicurato al segretario-filosofo un posto nelle file di Forza Italia? Dovrà estromettere Colletti incorrendo nelle sue furie? Eppure Buttiglione non ha perso la speranza di entrare in Bicamerale senza l'aiuto di Berlusconi. Il ccd infatti sta trattando per avere tre seggi al posto di due. In questo modo potrebbe far entrare in commissione pure Buttiglione, oltre a Casini e Mastella. Ma ottenere un terzo posto non è facile. A meno che Rinnovamento non riesca a fare gruppo autonomo: in questo caso sulla piazza ci sarebbe un seggio in più per un deputato. Questa ipo- tesi però appare improbabile. A Lamberto Dini manca solo un deputato per riuscire nel suo intento, e ieri pomeriggio il ministro degli Esteri si aggirava per i corridoi di Montecitorio forse alla ricerca dell'uomo mancante. Uomo che giungerà entro martedì prossimo, ha assicurato il portavoce di Rinnovamento Ernesto Stajano. E del resto anche il presidente della Camera Luciano Violante ha in un certo qual modo aiutato la pattuglia dell'ex presidente del Consiglio a restare in vita. Infatti l'altro ieri la Camera ha deciso che i gruppi parlamentari non potranno avere meno di venti deputati, ma la «sentenza» verrà letta in aula martedì pomeriggio e quindi solo da quel momento diverrà esecutiva. Perciò fino a quella data il gruppo di Rinnovamento, benché in difetto di un'unità, non verrà sciolto. Dunque si è voluto lasciare a Dini un certo lasso di tempo per trovare il ventesimo uomo. E visto che il gruppo ufficialmente è ancora in vita, nel frattempo può designare il suo rappresentante in Bicamerale. «E mi sembra strano - raccontava ieri in Transatlantico il retino Rino PiscitelJo - che il pds non abbia ancora dato in prestito un deputato a Dini. Forse non lo ha fatto perché pattisti e socialisti fanno pressione. In alcune commissioni fanno andare sotto la maggioranza proprio per lanciare segnali in questo senso». Anche dentro An qualche problema c'è. Alla Camera. La lista è così composta: Fini, Tatarella, Armaroli, Selva e Nanìa. Ma sia Publio Fiori che Mirko Tremaglia aspirano ad un seggio che non c'è. Tutto a posto per il ppi, se si esclude il fatto che il suo