la rivincita dei «pensatoi»

la rivincita dei «pensatoi» la rivincita dei «pensatoi» Ritornano le scuole dipartito Anche Sbardella aveva i tenuti da studiosi di rife bizzarri documenti sull'identità etnico-mitologica della Padania che il giornalista del Corriere della Sera Gian Antonio Stella ha utilmente posto in appendice al suo recente Dio Po (Baldini & Castoldi, L. 1 Binila). Ora, non è che si capisca tanto cosa c'è dietro quest'accesso di «convegnite» partitica, in questa smania di costituende e forse improbabili fondazioni. E ancora meno, si comprende, rivolgendo l'occhio alle ritrovate fumisterie della Bicamerale, o la memoria al blitz notturno che qualche settimana fa ha visto i partiti riagguantare i miliardi del finanziamento pubblico. Per farci, magari, i nuovi pensatoi? Non si direbbe. Eppure, anche qui, forse sarebbe ingiusto liquidare con un'alzata di spalle il rimpianto intonato sulla Repubblica da Andrea Manzella: imk PAGINA TURPILOQUIO to al passo stesso della realtà. Sì, la Corte Costituzionale ha retto bene, e il nostro dovere di cittadini responsabili è di agevolarle il cammino, e di vigilare, se necessario con severità, perché non traligni dalle sue alte funzioni sancite negli articoli della Costituzione del 1948, la norma suprema che oggi ancora ci deve esser di guida. Se mai, dobbiamo essere guardinghi e sospettosi verso chi, con troppa avventata baldanza, cerca di aggirare o eludere le norme stesse della Costituzione; la quale - per citare un solo esempio - prevede soltanto un referendum «abrogativo» e non anche «propositivo» (come invece si è già ripetutamente cercato di fare, anche in quest'ultima e deprecabile profluvie di referendum, spesso formulati con lambiccate e tortuose combinazioni di 1 Jk PER SFUGGIRE ALLA TIVÙ' di «Segreti e bugie», alla commedia misogina «Il club delle prime mogli». Si tornii al cinema: è un fatto. Naturalmente, chi segue l'andamenro del mercato sa che può trattarsi di fenomeni oscillanti, di fluttuazioni: nel 1993-'94 il cinema era in ripresa, nel 1995 ha avuto una flessione in tutta Europa, nel 1996 ecco un'altra ripresa destinata secondo le proiezioni ad accentuarsi in questo 1997. E perché proprio adesso va così bene, come mai? Ancora non è valutabile se in Italia la riduzione del prezzo del biglietto per le proiezioni pomeridiane influisca oppure no sul moltiplicarsi degli spettatori: certo, aiuta. Sulla cine-rinascita, gli esperti avanzano tre ipotesi. Merito dei film, di un'offerta cinematografica più affascinante e variata del solito. Merito della crisi di quelle televisioni che a suoi «corsi» Craxi diceva: «Questi intellettuali rimento mi hanno stufato, cambiamoli» «Non aver guardato a questo aspetto, in un'ottica alta di sistema maggioritario, è la più desolante delle omissioni della legge». Soldi o non soldi, per i partiti Manzella auspicava un colpo d'ala programmatico, l'avvio di «strutture di servizio culturale», come nei Paesi civili. In Italia, al contrario, per dire dell'attenzione progettuale, prima delle elezioni s'è scoperto che Polo e Ulivo si copiavano l'un l'altro i programmi. Il che ridimensiona senz'altro l'improvviso afflato pedagogico-dottrinario dei risorti partiti, anche se da un altro punto di vista lo giustifica, eccome. Certo, sarebbe meglio che le facessero, queste benedette fondazioni culturali, senza limitarsi ad anni inciarle - che non costa nulla e si fa pure bella figura. D'altra parte, pure questa dei ((pensatoi» - la parola sembra sia di origine dossettia- na - è una storia vecchia. Dai tè di Fanfani ai «consulenti» di De Mita, dai professori di Mondoperaio allo staff di Occhetto, l'illusione di trapiantare la cultura nei partiti s'è rivelata, nei fatti, un'illusione. 0 almeno: alla lunga, i veri leader non li sopportano, come scappò detto a Craxi con illuminante sincerità: «Questi intellettuali mi hanno rotto le palle: cambiamoli». Un'illusione, dunque, e una palla al piede, ma alla fine anche un alibi, una foglia di fico o un innocuo optional. Basti considerare che pure Sbardella aveva i suoi bei «corsi», tenuti dall'intellettuale di riferimento, l'indimenticabile Giraldi, detto «il Barone». Mentre lo stesso concetto di «fondazione» diveniva così di moda che pure Funari, a un certo punto, ne minacciò una, «per la libera informazione», non bastando evidentemente la «Fonda¬ norme artificiosamente tolte qua e là, e un inevitabile risultato di assai poca chiarezza). E più volte, di fronte a tanta nebulosità tesa ad aggirare il perentorio e univoco significato di una norma - giuridica o comune che essa sia - ci è tornato alla memoria il detto salveminiano che la chiarezza del dire o dello scrivere non è altro che l'integrità morale della mente. Molti altri esempi ci verrebbe fatto di aggiungere per dimostrare tale oblìo, inconscio o meditato, in cui sono tenute alcune norme pur essenziali e insormontabili, della nostra Costituzione, tuttora - a dispetto di qualcuno - ancora vigente. Ma, come dicevamo all'inizio, quel che più ci offende, nelle apostrofi dissennate di Pannella, è la frenetica virulenza degli attacchi, la denigrazione assoluta e globale, l'oltraggio smisurato e provocatorio, l'intimidazione spavalda. Purtroppo, c'è chi sorride divertito, o se la cava con un mah dubitativo e noncurante, limitandosi all'ovvia considerazione che tali escandescenze non sono da prendersi troppo sul se- rio, al pari delle bravate puramente verbali, come di chi pubblicamente ricordava a certi giudici coraggiosi che una pallottola di pistola non costa più di trecento lire. Ma sappiamo benissimo che anche frasi così stupide possono incitare a gesti nefandi qualche testa vuota o troppo esaltata: tanto più se pronunciate da certi fanatici di forte spicco individuale, come è indubbiamente diventato Marco Pannella. Senza nominarlo, i presidenti della Camera Violante e del Senato Mancino, hanno parlato ieri di «attacchi giunti fino all'insulto violento e denigratorio» e hanno emesso opportunamente un comunicato di totale solidarietà alla Corte Costituzionale. Come si può impunemente giungere al punto di parlare dei membri della Consulta come di «usurpatori di regime travestiti da giudici costituzionali»? E questo, dopo una discussione che - da quanto è trapelato - è durata, complessivamente, un centinaio di ore: sfibrante, appassionata, senza rigidi preconcetti o schieramenti di parte, di alto livello scientifico; e «politica» soltanto nel senso di una sostanziale fedeltà ai precetti della Carta suprema. La Corte è bollata, in queste invettive proclamate ai quattro venti, come una banda di «delinquenti», di «fuorilegge, traditori della patria», di «anticostituzionali in servizio permanente effettivo». Si giunge al grottesco di dire che «Pacciani ha fatto al Paese molto meno male» di loro. Si invoca, contro questa banda, una «soluzione storica rivoluzionaria, un momento di interruzione della legalità». Insorga dunque «la piazza contro il regime»; ma, naturalmente, da buoni pacifisti «passare alla lotta armata, con proiettili democratici non violenti». Insomma, una «nuova Resistenza», un «nuovo partigianato» (e qui il mio sangue ribolle). E poi, «fare di Roma una nuova Belgrado». Proprio ieri, mi è capitato di rileggere le ultime parole di un mio amico partigiano, Paolo Braccini, scritte alla moglie e alla figlia, prima di essere fucilato al Poligono del Martinetto di Torino. Vi si affermava la certezza di «un'Italia migliore». Purtroppo, quella che appare dalle parole, qui riportate, di Marco Pannella non è che «un'Italia becera». E non posso tacerlo. forza di voler risparmiare all'osso finiscono col trasmettere per l'ennesima volta film, telefilm, miniserie o serial ormai conosciuti a memoria, talk-show politico-sociali poveri, tediosi, programmi così brutti da indurre alla fuga da casa. Merito del moltiplicarsi di sale e multisale cinematografiche, anche se concentrate soprattutto nelle grandi città: i Comuni d'Italia che possiedono almeno una sala cinematografica regolarmente funzionante non arrivano al 15 per cento del totale dei Comuni. Se il merito fosse (anche) della mancanza di soldi, del bisogno di risparmiare, dell'impossibilità di spendere? Come negli Anni Cinquanta del cine-boom, quando in Italia le sale erano 10.500 (ora sono circa 2500) e i biglietti venduti erano quasi un miliardo l'anno (ora sono meno di cento milioni), andare a vedere un film rimane in assoluto il modo meno costoso di passare una serata fuori: e, per forza o per amore, torna ad essere il più bello. Lietta Tornabuoni I Alessandro Galante Garrone zione Fiuggi» del Ciarra, la «Fondazione San Serafino» di Sama-Ferruzzi o il Craxi esule che pure lui: «Ho la tentazione di creare una fondazione Wiesental per smascherare i bugiardi». E non è detto che prima opoi... Il più irriducibile scetticismo è quindi doveroso. Non solo, ma viene pure da chiedersi come diavolo si conciliano tante buone intenzioni con la politica di oggi, sempre più schiava di protagonismi e semplificazioni, parole vuote e sfolgoranti immagini, e sondaggi, messinscene, mobilitazioni emotive. Come se non fosse proprio questa politica, in realtà, la vera nemica non tanto dei pensatoi quanto del pensiero stesso. Senonché, pur con tutto il possibile disincanto, ci si sorprende a ritenere che solo lo studio serio, la ricerca intelligente, le sperimentazioni coraggiose, possono forse salvarla, la politica, dalle sue stesse tecno-furbizie. E così, si finisce per ritornare al punto di partenza: come «uscire dalla politica chiacchierata - secondo Manzella - per entrare nella politica dei problemi "studiati"». » E' nlancala all'allotto dei suoi cari Ida Ponsat Baudlssard Lo annunciano il marito Bruno; i figli: Enzo con Marisa e figlie Francesca e Barbara; Oriana con Mauro. Funerale oggi ore 15 a Grangesises. Tumulazione alle ore 16,30 nel cimitero di Villaretto Chisone. — Grangesises, 1 febbraio 1997. Dopo lunga malattia è mancata Caterina Ponsat In Baudlssard Partecipano al dolore di Enzo e della famiglia tutta, Attillo Denicola e la De.Co. — Vasto, 1 febbraio 1997. La Presidenza, il Consiglio di Amministrazione, la Direzione ed il Personale tutto della FIAT Engineering Spa si uniscono con profondo cordoglio al lutto che ha colpito il geom. Enzo Baudlssard per la perdita della mamma Ida Ponsat — Torino, 1 febbraio 1997. Ci ha lasciati Cecilia Robottl Pochettlno A funerali avvenuti lo annunciano con profondo dolore il marito Guido, i figli Giulio con Loretta e Andrea, Paolo con Cheryl, la cognata Marisa Pochettlno ed i nipoti Elena e Marcello. — Torino, 29 gennaio 1997. L'Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai e i Colleglli della struttura prendono fraternamente parte al lutto del dr. Paolo Roboni per la scomparsa della MAMMA. Cristianamente è mancata all'affetto dei suoi cari Felice Candellone Lo annunciano la moglie Lidia con Marco e Silvana, parenti tutti. Funerali lunedi 3 febbraio ore 10 parrocchia San Benedetto Abate. — Torino, 30 gennaio 1997. E' mancato Ettore Taramlno di anni 83 Addolorati l'annunciano: moglie Fellclna, figli Marilena ed Alessio e rispettive famiglie, sorella Rosa, fratello Giuseppe e parenti tutti. Funerali in Rivarolo, sabato 1 febbraio ora 15,00 - chiesa S. Giacomo. Non fiori ma opere di bene. — Rivarolo, 31 gennaio 1997. E' mancato Salvatore Manerl Generale Lo annunciano la moglie Gianna Pai*' atro, la figlia Luisella con Umberto, parenti tutti. Un particolare ringraziamento al dr. Domenico Tibaldi. Funerali oggi ore 14,00 parrocchia Santa Rita. La presente è partecipazione e ringraziamento. — Torino, 1 febbraio 1997.