La crescita? Prevista da metà '97 di 1. I.

La crescita? Prevista da metà '97 La crescita? Prevista da metà '97 NON si può certo dire che l'economia Giapponese sia uscita dalla stagnazione. Per l'anno fiscale '96/'97 si stima ancora una crescita del Pil attorno al 2%, di cui però l'l,5% dipende dall'incremento degli investimenti pubblici. La produzione industriale mostra un trend di crescita, però ne hanno beneficiato soprattutto le grandi imprese. Perché si possa parlare di crescita sostenibile, è necessario che alla spinta pubblica si sostituiscano, come motori principali, investimenti privati e consumi. DEBITO PUBBLICO A partire dall'anno fiscale '97/'98 il governo sembra infatti deciso a stringere i cordoni della borsa. Da una situazione (fine Anni 80) di avanzo pari al 2% del Pil si è infatti passati a un deficit pari al 7,4%, con un debito pubblico che sfiora il 50% del Pil (non elevato in termini assoluti, ma in preoccupante crescita). AUMENTO DELL'IVA Niente più stimoli fiscali, di conseguenza, ma anche un deciso incremento dell'Iva (pas¬ serà in aprile dal 3% al 5%), che contribuirà a deprimere ulteriormente i consumi, già deboli a causa di un tasso di disoccupazione sui massimi dal dopoguerra (sotto il 3,5%, ma i metodi di calcolo sono molto meno severi di quelli adottati nei Paesi occidentali). La crescita dovrebbe accelerare nella seconda metà del '97 (Pil stimato in crescita del 2% circa), proseguendo nel '98 grazie alla continua espansione degli investimenti industriali (stimolati dai forti incrementi nei profitti societari) e al recupero dei redditi personali. Il tasso di sconto è allo 0,5% da più di un anno e al momento non si vedono motivi per cui debba essere aumentato, in considerazione delle persistenti difficoltà attraversate dal sistema bancario e del difficile passaggio da una politica fiscale decisamente espansiva a una restrittiva. I tassi d'interesse a 10 anni oscillano tra il 2,5% e il 3%. Il rendimento cedolare bassissimo non protegge da eventuali peggioramenti dei corsi, legati a una ripresa economica più forte del previsto. L'unica logica di eventuali investimenti in questo mercato è quindi legata a eventuali aspettative di rafforzamento dello Yen. I recenti movimenti dello yen sono stati strettamente correlati con quelli della bilancia commerciale. Uno yen sceso a quota 80 contro il dollaro (nella primavera del '95) ha messo in ginocchio le imprese esportatrici. In seguito, gli accordi con gli Usa seguiti alla fine della guerra commerciale hanno posto il surplus commerciale giapponese in una tendenza di forte declino. TENSIONI SULLA VALUTA Ma con lo yen che ha perso più del 40 per cento dai massimi, il trend sembra perdere consistenza. Se l'avanzo dovesse ricominciare a crescere, si potrebbero scatenare nuove tensioni sui mercati valutari, con un ritorno di forza dello yen (d'altra parte attualmente sottovalutato rispetto ai fondamentali dell'economia giappo¬ nese). Lo yen potrebbe decisamente apprezzarsi anche nel caso, meno probabile, di un aumento dei tassi ufficiali. L'economia giapponese sta vivendo un periodo di transizione, in cui sono stati messi a dura prova i meccanismi costruiti nel dopoguerra. L'apertura dei mercati, la liberalizzazione e la deregolamentazione hanno scardinato vecchie regole, ed è in corso il necessario adattamento alle nuove. La forza esagerata dello yen ha costretto molte aziende a trasferire all'estero parte della produzione, reimportando quella destinata al mercato domestico. Le ristrutturazioni hanno provocato anche forti tagli al personale (che hanno condotto la disoccupazione giapponese sui massimi storici). UTILI MIGLIORI Nell'anno appena terminato, gli utili delle società principali sono decisamente migliorati, grazie all'effetto delle prolungate ristrutturazioni e al basso livello dei tassi di interesse. La debolezza dello yen ha consentito alle imprese esportatrici di aumentare i prezzi dei listini esteri e incrementare le quote di mercato, specialmente nel settore automobilistico e nell'elettronica di consumo. L'aumento dei profitti si è tradotto in un consistente balzo degli investimenti, che potrà consentire nuova crescita in futuro. FUORI DAL TUNNEL In sintesi, investire a Tokyo resta una scommessa, basata su una valutazione delle capacità dell'economia nipponica di uscire in modo definitivo dalie secche della prima metà del decennio. E' ancora presto per parlare, ma s'inizia a vedere chiaramente la luce fuori dal tunnel. Ovvero, era da diverso tempo che non si vedeva una base di partenza così positiva per il mercato nipponico. Prima di investire decisamente sulla piazza di Tokyo è comunque consigliabile aspettare ancora qualche mese, attendendo gli effetti dell'aumento dell'aliquota Iva. Se i consumi non saranno eccessivamente depressi, da metà '97 il Nikkei potrebbe tornare a volare. [1. i.]

Luoghi citati: Usa