Il numero di Avogadro: un sei seguito da ventitré zeri

Il numero di Avogadro: un sei seguito da ventitré zeri Il numero di Avogadro: un sei seguito da ventitré zeri Ristampati i «Saggi e memorie sulla teoria atomica», scritti tra il 1811 e il 1838 memorie sulla teoria atomica», dove ritroviamo tutti gli scritti su questo tema che Avogadro produsse tra il 1811 e il 1838 (150 pagine, 35 mila lire). Lorenzo Romano Amedeo Carlo Avogadro - questo il nome completo - nacque a Torino il 9 agosto 1776 da Filippo, conte di Quaregna e Cerreto e da Anna Vercelìone. Lo scrittore Gian Piero Bona, che vive sulla collina di Moncalieri, può vantarsi di essere un suo pronipote: anni fa tra le carte di famiglia ne trovò ancora una lunga lettera inedita e la consegnò all'Università di Torino. Magistrato e poi senatore del regno di Sardegna, il padre impose al figlio gli studi giuridici, ma Amedeo riuscì poi a darsi una formazione scienti¬ fica seguendo i corsi del fisico Vassalli Eandi, tanto che nel 1809 divenne professore di matematica e fisica al Regio Collegio di Vercelli. Fu lì che maturò il nuovo concetto di atomo e di molecola. Alla base c'è l'ipotesi che volumi uguali di gas differenti contengono un numero uguale di molecole a parità di temperatura e di pressione. L'idea presuppone che nella materia allo stato gassoso il volume delle molecole sia trascurabile rispetto alla distanza che le separa. Ma non è tutto. Per mettere d'accordo questa tesi con gli esperimenti di chimica e di fìsica che allora si andavano facendo, nei quali Gay-Lussac e Dalton avevano messo in evidenza le proporzioni fisse secondo cui gli elementi chimici si combinano, Amedeo Avogadro dovette introdurre il concetto di molecola come insieme di atomi, talvolta appartenenti allo stesso elemento. L'idrogeno, ad esempio, di solito sulla Terra non è allo stato atomico, ma in forma di molecole costituite da due atomi legati tra loro. Si spiegava così, per esempio, come mai un dato volume di idrogeno (H) e un dato volume di cloro (Ci), combinandosi, diano due volumi di acido cloridrico (HCl): dipende dal fatto che sia l'idrogeno sia il cloro hanno molecole formate da due atomi. Più precisamente, Avogadro fece una distinzione tra gli atomi, che chiamò «molecole elementari» e molecole vere e proprie, che chiamò «molecole costituenti». Questa geniale intuizione rimase ignorata, se non incompresa, per mezzo secolo, finché il chimico Stanislao Cannizzaro (1826-1910) non ne afferrò tutte le importanti implicazioni, impegnandosi per imporla in campo scientifico. Troppo tardi perché il padre dell'idea potesse compiacersi del riconoscimento: Amedeo Avogadro morì ottantenne il 9 luglio 1856, prima che il Cannizzaro compisse il suo lavoro di riscoperta. Il «numero di Avogadro» è il numero delle molecole contenute in una grammomolecola, e di conseguenza il numero di atomi contenuti in un grammoatomo: cioè, ad esempio, in 2 grammi di idrogeno, in 32 grammi di ossi¬ geno o in 44 grammi di anidride carbonica. Con Avogadro l'antichissimo concetto di atomo che dobbiamo al filosofo greco Democrito entra definitivamente nella scienza moderna: la storia della fisica degli ultimi 150 anni è, in buona parte, l'approfondimento di quella nozione, prima per individuare meglio gli atomi, poi per stabilirne la struttura complessiva (un nucleo circondato da elettroni), quindi per analizzare

Luoghi citati: Moncalieri, Quaregna, Sardegna, Torino, Vercelli