Come indurre al suicidio le cellule del cancro

Una malattia che può rimanere nascosta anche per molti anni Una malattia che può rimanere nascosta anche per molti anni Come indurre al suicidio le cellule del cancro Un promettente studio fatto in Italia suggerisce di agire sui ribosomi CITTADINI e istituti privati sostengono volentieri la ricerca biologica applicata alla medicina (vedi i soldi raccolti dalle varie associazioni per la lotta contro il cancro o da Telethon, associazione per la lotta contro le malattie genetiche). Tuttavia cittadini e istitituzioni private che contribuiscono al sostegno di queste associazioni non sempre sanno che le vere svolte per la ricerca applicata vengono da improvvisi progressi della ricerca di base. Per illustrare questo nesso con un esempio, scelgo una scoperta che conosco bene, perché è stata fatta in questi mesi nel mio laboratorio presso l'ospedale San Luigi di Orbassano, ed è in corso di stampa sulla più prestigiosa rivista di biologia, «Celi >. I ribosomi sono gli organuli cellulari che servono a sintetiz¬ zare le proteine. Essi stessi sono fatti da 4 molecole di Rna e da un centinaio di molecole di proteine. Noi abbiamo scoperto che l'assemblaggio di un ribosoma, cioè l'attacco delle proteine ai punti giusti dell'Rna, non è un evento spontaneo, ma dev'essere pilotato da altre piccole molecole di Rna presenti nel nucleo. Se un ribosoma è male assemblato (ha qualche proteina al posto sbagliato) non funziona o funziona male. Esso viene disassemblato dalla cellula, la quale evidentemente vuole proteggersi contro il rischio di produrre proteine sbagliate. Ora si tratta di scoprire quali molecole guidino il disassemblaggio dei ribosomi mal assemblati. Noi cerchiamo di farlo esaminando cellule di cui abbiamo inattivato a caso un gene: cerchiamo cellule incapaci di accelerare la crescita in funzione del mezzo di coltura. La formazione dei ribosomi è strettamente dipendente dalla velocità di crescita delle cellule. Se una cellula si duplica ogni 10 ore, contiene, poniamo, 10.000.000 di ribosomi. Se si duplica ogni 5 ore, ne contiene 20.000.000, perché in 5 ore deve fare tutte le proteine che faceva in 10 ore. Ma così dovrà fare il doppio di ribosomi in metà tempo. I ribosomi sono la sola struttura cellulare la cui velocità di formazione non cresce linearmente, ma geometricamente, con la velocità di crescita cellulare. Se una cellula non può disassemblare i ribosomi mal assemblati, più in fretta cerca di crescere e più facilmente si suicida. Per isolare e caratterizzare i mutanti che vogliamo ci vuole lavoro (e borse di studio) e ci vogliono appa¬ recchi che da soli non possiamo comprarci. La chemioterapia dei tumori si è sempre basata sull'atto di colpire la duplicazione del Dna, per fermare la proliferazione cellulare. Così si bloccano però non solo le cellule cancerose ma tutte quelle che proliferano per ragioni fisiologiche. Se un farmacologo trovasse il modo di bloccare la o le proteine che provvedono a disassemblare i ribosomi male assemblati, costringeremmo le cellule cancerose a suicidarsi molto più selettivamente che con tutti gli altri farmaci antitumorali. Ecco che la nostra ricerca diventerebbe applicata, e forse qualche istituto bancario se ne accorgerebbe. Io mi domando: e perché non subito? Giorgio Mangiarotti Università Torino

Persone citate: Giorgio Mangiarotti

Luoghi citati: Italia, Orbassano, Torino