Tutti i fumetti italiani riuniti in un museo di Guido Tiberga

riuniti in un museo riuniti in un museo screzioni, è ben avviato. La settimana prossima il nucleo fondatore avrà un incontro tecnico con il ministero dei Beni Culturali. «La visita ad Angoulème segue quella di quest'estate a Bruxelles, dove c'è l'altro grande museo del fumetto europeo spiega Gianfranco Goria, il promotore dell'iniziativa -. Proprio goulème: tra i 160 mila «maniaci» del fumetto che, da giovedì a domenica scorsa, hanno messo a soqquadro Angoulème, c'era infatti una delegazione del costituendo «Centro nazionale del fumetto italiano». Lunedì, finito il gran caos del festival, il gruppetto è stato ricevuto da Thierry Groensteen, direttore del museo francese. Obiettivo della visita, uno scambio di informazioni in vista della fondazione di un museo nazionale italiano, da realizzare - pare - nel grande e prestigioso palazzo Guinigi di Lucca. Il progetto, stando alle indi¬ qui in Francia siamo stati ufficialmente invitati al primo congresso mondiale dei musei di settore». Il progetto italiano ò ancora da definire. Tutto dipenderà dalla quantità di denari che Walter Veltroni sarà disposto a sborsare. «Mi rendo conto che per l'Italia è un momento difficile - spiega Goria -. Certo, il museo di Angoulème ha un finanziamento pubblico di circa quattro miliardi l'anno, diviso tra lo Stato e gli enti locali. Soldi che bastano appena alla gestione della struttura, che qui ha 35 dipendenti e una serie notevole di spese fisse. Siamo venuti qui per imparare, e devo dire clie siamo rimasti impressionati: sale di refrigerazione per la conservazione degli originali, esposizione limitata a tre mesi l'anno per evitare che la luce danneggi i disegni, decine di sale con una scenografia di grande effetto...». Ma perché costruire un museo per un'«arte minore» che oltretutto, in Italia, uno dei momenti della sua storia: vendite in calo, testate che chiudono, giovani autori che faticano a trovare lavoro? «Il fumetto è un patrimonio della cultura italiana - replica Goria . Noi abbiamo il dovere di mantenerne viva la memoria storica. L'esperienza francese dimostra che un museo nel senso tradizionale del termine non serve a nulla. Noi cerchiamo di costruire un centro che sfrutti le nuove tecnologie, ad esempio per registrare la voce e i ricordi dei nostri autori più grandi. Sarebbe un'iniezione di forza per il fumetto, una forza che non potrebbe non avere benefici sull'editoria e sulle prospettive di occupazione dei fumettisti italiani». sta vivendo più difficili o Undici milioni di franchi, più o meno tre miliardi e mezzo di lire. E' la cifra che Philippe Douste-Blazy, ministro francese della Cultura, è venuto a promettere agli editori del fumetto che ogni anno prendono d'assedio la capitale della Charente. Un paio di quei miliardi finirà, come sempre, al consiglio d'amministrazione del «Museé de la Bande dessinée», una struttura futuristica alla periferia di Angoulème, là dove una volta sorgeva una gigantesca cartiera. Migliaia di tavole originali in esposizione permanente, un archivio con l'intera produzione francese di tutti i tempi, mostre temporanee dedicate ai grandi maestri del fumetto mondiale: l'ultima celebra in questi giorni George Herriman, l'autore di Krazy Kat, il gatto tormentato dal topo Ignazio che in Italia sta conoscendo una nuova gio- vinezza grazie alla ripubblicazione su Linus. Per gli appassionati italiani, il museo francese è una specie di paese dei balocchi. Presto, però, anche da noi potrebbe nascere una An- tndspg Guido Tiberga

Persone citate: Gianfranco Goria, Goria, Philippe Douste-blazy, Thierry Groensteen, Walter Veltroni

Luoghi citati: Angoulème, Bruxelles, Francia, Italia, Lucca