«America il popolo cubano non è in vendita» di Franco Pantarelli

« « America, il popolo cubano non è in vendita » Castro furioso per la promessa di Clinton: dollari se lo cacciate NEW YORK NOSTRO SERVIZIO «Cuba non è in vendita». Dopo neppure 24 ore dalla diffusione del documento di Washington sulla pioggia di dollari che si riverserebbe su Cuba se Fidel Castro e suo fratello Raul venissero allontanati dal potere, il vecchio rivoluzionario ha spedito la sua risposta. «La cosa che fa più rabbia - ha detto - è che vogliano cercare di comprarci. Ma non c'è denaro al inondo sufficiente a farci tornare al tempo della schiavitù». E ancora: «E' meschino pensare che libertà e dignità possano essere comprate, che noi possiamo desiderare di essere nuovamente schiavi, come se questo popolo fosse capace di tradire il sangue versato dal 1868 a oggi». Il riferimento era all'inizio della lotta per l'indipendenza dalla Spagna e l'occasione colta da Castro per pronunciare le sue parole era alquanto pertinente: si stava celebrando il 154" anniversario della nascita di José Marti, l'eroe dell'indi¬ Fidel Castro reagisce duramente all'ultima iniziativa americana «li popolo cubano non è in vendita» ugualmente a farsi molti amici, fra i cubani d'America, ma ora l'amore è sbocciato. Il piano di Washington, dice per esempio il gruppo «Hermanos del rescate», fratelli del riscatto, «fornisce al popolo cubano l'incentivo necessario perché decida di diventare il protagonista del cambiamento», e questo «mostra la luce in fondo al tunnel della tragedia cubana». Quanto alla Fundacion Nacional Cubano Americana, il gruppo più pendenza cubana. Di tutt'altro segno, ovviamente, le reazioni che il documento ha suscitato fra i gruppi anticastristi che operano negli Usa. Per ottenere il loro appoggio elettorale, mesi fa, Clinton si produsse in una sorta di capriola politica: approvò la legge Hehns-Burton, quella che punisce chiunque commerci con Cuba, ma allo stesso tempo ne sospese l'applicazione per un po'. Allora non riuscì vasto, si è mostrata un po' più prudente. Il documento, dice, «mostra che la politica degli Stati Uniti verso Cuba è molto più sfaccettata di quanto i suoi critici sostengono». L'altro ieri, quasi in contemporanea con la diffusione del documento, c'è stato un incontro fra il nuovo segretario di Stato Albright e i rappresentanti europei: il ministro degli Esteri olandese Van Mierlo, presidente di turno, e il presidente della Commissione per gli scambi, l'inglese Brittan. Non hanno parlato della pioggia di soldi su Cuba programmata da Washington perché il documento non era ancora ufficiale, ma il permanere dei contrasti sulla Helms-Burton è parso evidente per il fatto che nel comunicato ufficiale non se ne fa cenno. Usa ed Europa sono d'accordo su molte cose, come operare in Bosnia, come allentare la pressione a Cipro, come «sviluppare il molo della Turchia» ma non su come comportarsi con Cuba. Franco Pantarelli

Persone citate: Albright, Brittan, Castro, Clinton, Fidel Castro, Helms, José Marti