Polo, un coro di no al super-partito

La proposta lanciata dal leader di Forza Italia bocciata dai quattro alleati. Critiche dai popolari La proposta lanciata dal leader di Forza Italia bocciata dai quattro alleati. Critiche dai popolari Polo, un coro di no al super-partito La Russa: non ci piace, ha diviso An in buoni e cattivi esistere un polo «conservatore» e uno «laburista» (come esemplificato da Berlusconi). «Noi non abbiamo nessuna intenzione di perdere la nostra identità» precisa il vicesegretario dei popolari, Dario Franceschini. «E' solo un discorso campato in aria» se la ride il segretario, Franco Marini. Reazioni in fondo prevedibili e che annunciano maretta per quando si andrà a discutere di riforma elettorale. Ma allora perché Berlusconi ha affrontato questo problema che tutti, più o meno garbatamente (da Fini a Casini, a Buttiglione) gli Di prima mattina, nella sua suite all'hotel Ritz, Silvio Berlusconi ha appena letto sui giornali italiani le polemiche sul partito unico e le chiosa così: «Ne ho parlato tante volte con Fini, tantissime volte...». Dunque, nei lunghissimi vertici in casa Berlusconi, in quegli interminabili pranzi, i capi del Polo hanno misurato tante volte prò e contro del «super-partito» del Polo. E la seconda sorpresa della giornata è che Berlusconi tiene duro sul partito unico, nonostante le critiche dall'Italia. E' di ottimo umore il Cavaliere e devono aver contribuito le quasi due ore di colloquio alla Moncloa con il premier spagnolo José Maria Aznar. Gli alleati del Polo sembrano innervositi dalla sua proposta... «In teoria tutti diciamo di voler dare esito al referendum del 1993 che ha aperto le porte al sistema maggioritario. Il finale di quel percorso è il bipartitismo. Ne abbiamo parlato diverse volte con gli altri leader...». E in queste chiacchierate a porte chiuse, cosa le diceva Fini? Era d'accordo? «Beh, Fini mi ha spiegato che nell'immediato questo progetto gli sembra difficile da realizzare, ma non ho mai sentito escludere che questa sia una strada da percorrere». Ma la proposta del partito unico non rischia di cristallizzare il Polo? Il centro-destra non dovrebbe cercare di andare oltre il Polo? «Perché cristallizzare? Anzi. La bipolarizzazione favorisce una maggiore chiarezza. Oggi la presenza di molti partiti favorisce atteggiamenti autolesionisti, suicidi. É poi molti moderati hanno dato il voto all'Ulivo perché la scelta non era tra bianco e nero». A chi allude? «A chi ha votato per Rinnovamento italiano, per i socialisti di Boselli, per certi popolari. Con due blocchi la scelta diventa più elementere e a quel punto noi siamo favoriti». Scusi, ma in base a quale calcolo? dicono che è prematuro, inattuale, futuribile? «Perché Berlusconi vuole precostituirsi un'alternativa rispetto al Polo - risponde il filosofo Lucio Colletti, deputato Mg di Forza Italia, mentre sorbisce il solito cattivo caffè alla buvette della Camera -. E questa alternativa può essere quella di un "grande centro" che includa anche i popolari. Berlusconi sta Silvio Berlusconi In basso: Gianfranco Fini ormai prendendo atto dei rapporti deteriorati all'interno del Polo. La divaricazione con Alleanza Nazionale, poi, è quasi irreversibile e Silvio lo sa». Il Polo è ancora unito con la colla del «presidenzialismo», sostiene Colletti. Ma quando Fini vedrà che non lo ottiene dalla Bicamerale «farà saltare tutto e punterà a costruire un nuovo partito con Cossiga, Di Pietro e Segni». Secondo questa sceneggiatura, nel Polo ognuno starebbe già armando le proprie scialuppe in previsione di un naufragio imminente. Di certo, Alleanza nazionale dà l'impressione di essere una pentola a pressione prossima all'esplosione. Con Fini strattonato sempre più rudemente dai suoi, preoccupati di finire «annacquati» in uno schieramento di centro. «Quel che dice Berlusconi è apprezzabile - dice l'on. La Russa -. E' il contesto che non ci piace, dopo che ha diviso An in buoni e cattivi». Brucia quell'attacco all'ala «sociale» di An. E il presidente del partito si è visto costretto a ribattere direttamente: «Credo che un Fini di centro farebbe ridere». Dato che c'era, Fini dice a Scalfaro di non firmare la grazia per Sofri e dice «no» a collegamenti tra Polo e Lega per le elezioni comunali. «Non me la sentirei di fare un comizio a sostegno anche di Bossi se egli prima non abbandona l'idea della secessione. Altrimenti si va al "compromesso quotidiano", al "teatrino"». Sono scettici sull'idea IL CAVALIERE MADRID. E' un destino. Prima o poi c'è sempre un viaggio in America nella storia dei leader politici italiani: quasi certamente anche Silvio Berlusconi andrà presto negli Stati Uniti. E' lui stesso a confidarlo: «Prossimamente andrò anche in America...». E così dopo l'incontro di due sere fa con Aznar, quelli imminenti con Kohl, Major e Chirac, il Cavaliere si vedrà anche con Clinton? I dettagli del viaggio non sono stati ancora definiti, tanto più che per un leader dell'opposizione è assai complicato incc ./arsi col il presidente degli Stati Uniti. Quale!) lempo la, interpellato sulle sue preferenze, il Cavaliere rispose così: «Se votassi negli Stati Uniti starei con Clinton». Ma prima del viaggio americano e di uno possibile in Medio Oriente, il Cavaliere concluderà il tour europeo, organizzato per potenziare la propria immagine internazionale, per fare da contrappeso all'attivismo di Prodi e per dare una «politica estera» al Polo. del partito unico, anche i berlusconiani contrari alla nascita del «grande centro». L'ex radicale Taradash, Giulio Savelli. L'on. Alfredo Biondi ride e dice: «Berlusconi deve pensare a fare unico prima di tutto il suo partito. Ha alzato una tromba d'aria e ora deve evitare che venga giù di colpo». Un accordo di massima tra i maggiori partiti dei due schieramenti, al momento, c'è solo sul proposito di rinviare le elezioni comunali di primavera per unificarle con quelle di novembre. Perché i partiti del Polo (ieri Berlusconi ha dato il suo via liberal sanno bene di essere impreparati alla prova. E il pds vuole tranquillità (anche il ppi è d'accordo) mentre si lavora alle riforme. Si oppongono solo i «piccoli»; gli uomini di Segni, la Rete, i verdi e Rifondazione comunista. (r. r.] : PRESTO DA CLINTON «I capi di governo che vedrò - racconta Berlusconi - li conosco tutti, a cominciare da Chirac, che ai tempi della Cinq non fu tenero con me...». [f. mar.)

Luoghi citati: America, Italia, Madrid, Medio Oriente, Stati Uniti