Provenzano, l'imperatore è ammalato
Provenzano, l'imperatore è ammalato Provenzano, l'imperatore è ammalato Palermo, nuovo giallo dopo le rivelazioni di un ex capoclan PALERMO. Il boss Bernardo Provenzano, l'ultimo superlatitante del clan corleonese, il padrino che per oltre un decennio è stato l'ideologo - insieme a Totò Riina - della linea stragista di Cosa nostra, sarebbe malato. Lo ha rivelato, ieri mattina, nell'aula bunker di Rebibbia, il collaboratore trapanese Vincenzo Sinacori sentito nell'ambito del processo denominato «Accardi Gaetano più 67». Ed il giallo è tornato ad infittirsi: che fine ha fatto il vecchio 'zu Binnu, l'inafferrabile Primula Rossa di Corleone? Sulla sua sorte, ormai da tempo, persino i pentiti a prova di bomba intrecciano le ipotesi più fantasiose. Balduccio Di Maggio, per esempio, nel 1992, lo dava addirittura per spacciato: «Ho sentito dire che era in conflitto con Totò Riina. Ho sentito anche che è stato ucciso». Uccio Barbagallo, l'ex boy-scout di Villabate, invece, lo ha descritto come un «personaggio molto carismatico», anche se «ormai del tutto ininfluente». Per Gino Pennino, al contrario, 'zu Binnu ha sempre avuto un ruolo di preminente importanza all'interno di Cosa nostra. Persino più di Totò Riina: «Provenzano? Era lui che manteneva i rapporti col mondo della politica. Ed è sempre stato lui l'unico vero ideologo dello schieramente corleonese». Pino Marchese, invece, una volta si lasciò scappare che 'zu Binnu stava «molto male», addirittura che aveva il cancro. Un vero rompicapo. Da parte sua, il boss non è rimasto a guardare. Anzi. Ha tenuto a far sapere che - come sempre - è vivo, vegeto e battagliero. Con una lettera inviata a Innocenzo La Mantia, presidente della seconda sezione di corte d'assise a Palermo, l'inacciuffabile Provenzano, nato il 3 febbraio 1933 in quel di Corleone, nominava suoi difensori di fiducia gli avvocati Salvatore Traina e Giovanni Aricò. Era il 18 aprile 1994. La lettera una paginetta dattiloscritta - risultava spedita da un fantomatico «Serafino Catalano», abitante in via Albanese 8, a pochi passi dal carcere dell'Ucciardone. E il messaggio, subito decrittato come un inequivocabile segnale, ebbe l'effetto di riaccendere mille EX KILLER RIVELA i Bernardo Provenzano. Dopo l'arresto di Riina è considerato il nuovo capo di Cosa Nostra
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