La droga riporta ia cella il pentito Contorno
L'accusa: nel '93 vendeva eroina. Lui: allora avevo bisogno di soldi, non ero ancora protetto L'accusa: nel '93 vendeva eroina. Lui: allora avevo bisogno di soldi, non ero ancora protetto La droga riporta ia cella il pentito Contorno «Storia vecchia, non ho violato i patti» Secondo i giudici «avrebbe approfittato del suo status per avere l'impunità» Poi c'è la questione della cocaina. Secondo l'accusa Contorno l'ha acquistata da Nicolas De Jesus Molina Cadena, un trafficante colombiano finito male, morto ammazzato qualche tempo fa. Dei contatti tra lui e il pentito ha parlato ai magistrati la sorella Mary Luz, che conosceva Contorno col nome di «Roberto», e alla quale l'ex-mafioso avrebbe offerto 60 milioni di lire per acquistare cocaina anche dopo la morte del fratello. Ma su questo punto Contorno non conferma, limitandosi a dire che con il trafficante colombiano ci furono solo dei contatti, non tramutatisi in affari. La storia è tutta qui, nata da un'inchiesta condotta a Varese e poi trasmessa a Roma, e da altri filoni di indagine in corso nella capitale sul commercio di droga. In circa sei mesi di tempo, i carabinieri del raggruppamento LE CADUTE DI TOTUCCIO SROMA EMBRA proprio perseguitato da un destino inesorabile, Salvatore «Totuccio» Contorno. Un destino dal quale non riesce ad affrancarsi. E dire che ci ha tentato, l'ex «primula» di Brancaccio, di guadagnare l'uscita del tunnel. Ma ogni volta è come se una forza misteriosa lo riacchiappasse per riportarlo indietro: di nuovo nell'inferno di una vita fatta di rischi e di incertezze. Come se un instancabile nemico occulto lo tenesse schiavo, prigioniero di se stesso, della propria indole. Se c'è qualcuno che può essere indicato come la prova provata della «ineluttabilità» dei destini di certi uomini, questi è Contorno. Palermitano autentico, figlio della borgata e per questo allevato a pane e mafia, uomo d'onore per scelta, pentito per necessità, irrequieto per cromosomi. E' entrato ed uscito, come dai grand hotel, dalle patrie galere, riportando danni minimi. Sfigato ma fortunato nello stesso tempo, se si considera che uno come lui ha visto più volte la morte negli occhi, riuscendo sempre a metterla in fuga. Una delle sue ammissioni più frequenti è questa: «Devo baciare per terra e ringraziare Gesù, se posso ancora raccontare la mia vita». Ora che cinquantanni li ha passati da un po', tutti si aspettavano che per «Coriolano della Floresta» - Avrebbe smerciato cinque chili di stupefacenti e di cocaina operativo speciale di Roma hanno fatto accertamenti e trovato riscontri, sfociati nell'arresto di ieri. L'abitazione del pentito è stata perquisita alla ricerca di armi e droga, ma non hanno trovato niente. E adesso, dopo il primo generico interrogatorio di ieri alla presenza del gip, i magistrati della Procura dovranno tornare a sentire il pentito. All'epoca dei fatti contestati Totuccio Contorno abitava a Formello, il paese a Nord di Roma dove i mafiosi ancora in attività l'avevano scovato nel 1994 e stavano preparando un attentato ai suoi danni. Nell'aprile di quell'anno fu scoperta una quantità di esplosivo sul ciglio della strada che il pentito percorreva ogni mattina, e che doveva servire a farlo saltare in aria. Altri due collaboratori di giustizia, Tony Calvaruso e Pietro Romeo, hanno raccontato Piccolo boss e poi collaboratore Tutti i guai delle denunce fiero nome di battaglia - si aprisse la stagione della tranquillità e della riflessione. E invece lo ritroviamo ancora nei guai, accusato da altri pentiti di essere coinvolto in un losco traffico di stupefacenti. Eccolo, ancora in manette. Proprio come avvenne nel lontano 1989, quando C che le cosche riuscirono ad individuare la zona dove Contorno abitava proprio grazie ai contatti del pentito con un trafficante di droga. Tuttavia, stando ai pochi particolari forniti dal superprocuratore antimafia Vigna, non sarebbe questa la pista che ha portato all'arresto di ieri. Quello che è certo, invece, è che Cosa Nostra non considera chiusi i conti col vice-Buscetta. E per questo, accanto all'ordine di portarlo in carcere, il gip Lupacchini ha raccomandato di prendere tutte le necessarie contromisure per evitare, dentro una galera qualunque, che una mano mafiosa possa raggiungere Salvatore Contorno. A sinistra Contorno. Sotto la vedova Montinaro e Tommaso Buscetta
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