Addio Osvaldo, amico dei perdenti di Osvaldo SorianoGabriele Romagnoli

Lo scrittore argentino Soriano è morto ieri a Buenos Aires all'età di 53 anni Lo scrittore argentino Soriano è morto ieri a Buenos Aires all'età di 53 anni Addio Osvaldo, amico dei perdenti HASTA luego, Osvaldo. A presto, Soriano. «Un'ombra ben presto sarai», per te «Mai più pene né oblio», te ne vai verso i «Quartieri d'inverno», «Triste, solitario y final», lasci questo mondo di «Artisti pazzi e criminali» perché è scoccata «L'ora senz'ombra», quella che sancisce «La resa del leone». Uno accanto all'altro i titoli dei libri di Osvaldo Soriano, morto ieri sera all'età di 53 anni a Buenos Aires per un cancro al polmone, sono già una malinconica canzone d'addio. Se li porta via tutti, nel bagagliaio di una vecchia Torino che alza polvere nelle strade di Colonia Vela. C'è un gran casino, su quella macchina. La guida un uomo sgan- 70130> 9"771122" 176003 gherato che amava il calcio, i ricordi, i perdenti. E molto aveva giocato a calcio, ricordato e perso. Ci sono ovetti kinder sparsi dappertutto. Sui sedili, le figurine dei calciatori immaginari che ha raccontato, dopo aver giocato a calcio lui pure: El Gato Diaz, il portiere dai capelli bianchi che per amore della rubia Ferreira parò «il rigore più lungo del mondo»; la mezzala Pancho Gonzalez che non segnava mai per paura che non gli restituissero il pallone, l'allenatore Orlando el sucio, la cui vita fu segnata da tre cose: il giorno in cui si restrinse la porta, la sera in cui perse centomila pesos al casinò e l'alba in cui se ne andò la dorma che amava. C'è un poster di Stan Laurei «con gli occhi color della foschia» e uno di Philip Marlowe. E c'è, accanto alla scritta «Non correre», una foto di suo padre, ripreso come lui lo ricorda per tutta la vita: «Davanti alla porta, mentre guarda arrivare una palla che non scende mai, prova a smarcarsi, a scattare, a saltare di testa. Un uomo che camminava sui gradini di una scala stesa a terra. Tarzan sul monopattino, Batman che aspetta l'autobus. Eppure, quando fumava in silenzio, sembrava sul punto di trovare la soluzione». E ancora, una valigia piena di coraggio e nostalgia, la stessa che si portò nell'esilio dall'Argentina alla Francia, dopo il golpe militare del '76. Uno zaino di desideri realizzati: dare dignità letteraria al racconto sportivo e dignità umana a ognuna delle proprie scelte. Un altro di desideri da realizzare, ma ora non c'è tempo per guardarci dentro. Acceleratore, e l'auto va. Si porta via un uomo che pensava con i piedi, scriveva con il cuore e giocava con la vita. «La storia la fanno i potenti, Soriano. Noi siamo soli e il copione ci è contro», disse Marlowe. «Sì - disse Soriano - è un copione di merda». Lo scrittore argentino Osvaldo Soriano Gabriele Romagnoli

Persone citate: Ferreira, Gato Diaz, Marlowe, Osvaldo Soriano, Pancho Gonzalez, Philip Marlowe, Soriano

Luoghi citati: Argentina, Buenos Aires, Francia, Torino