La Terabusf si dimette dalla Scala di Luigi Rossi

Direttrice del ballo Direttrice del ballo La Terabusf si dimette dalla Scala MILANO. Dopo la sostituzione del direttore artistico, dalla Scala se ne va anche la direttrice del ballo. Elisabetta Terabust, da poco più di tre anni alla guida del complesso, ha rassegnato le dimissioni che sembrano irrevocabili, anche se resterà probabilmente in carica fino al termine della stagione. La crisi sarebbe originata dal forfait di Alessandra Ferri che, all'ultimo momento, ha rinunciato ad essere protagonista del balletto di Cranko «Onegin» ancora in replica in questi giorni. L'unica étoile in carica nel teatro milanese (la Fracci e la Savignano sono soltanto artiste «ospiti») dovrà restare lontana dalle scene almeno un anno poiché è in attesa di un figlio e questo determina inevitabilmente un notevole abbassamento di livello nei «cast». Conseguenti forti malumori nel corpo di ballo, che ha ricevuto critiche non certamente entusiastiche dopo la ripresa di «Onegin». La Terabust, in buona sostanza, non avrebbe provveduto alla sostituzione della stella milanese con artiste di eguale prestigio, affidando il ruolo ad elementi interni giudicati non all'altezza, almeno nelle prime rappresentazioni. Si è parlato anche di minacce di sciopero alle quali la Terabust ha risposto con la messa a disposizione del suo mandato. La direttrice aveva ricevuto a suo tempo anche critiche per la mancanza di novità nel cartellone della Scala per quanto riguarda il balletto. Tutti i titoli programmati sono infatti riprese già in repertorio negli scorsi anni. L'immancabile dietrologia che insorge immediatamente parla anche di un ritorno all'Opera di Roma, teatro nel quale la Terabust si è formata come allieva della grande Attilia Radice e del quale è stata in seguito étoile e direttrice del ballo. L'attuale direttore Giuseppe Carbone sarebbe, a sua volta, in procinto di lasciare l'incarico, lasciando vacante il posto. E' un momento di grandi rimescolamenti a livello direttivo nei teatri italiani. Poche settimane orsono Amedeo Amodio ha abbandonato la direzione dell'Aterballetto di Reggio Emilia che deteneva da diciotto anni, cancellando anche il suo impegno di creare una novità prevista per 18 febbraio ed ora sostituita con uno spettacolo con Luciana Savignano. Per questo incarico si parla dal giovane coreografo Mauro Bigonzetti. Crisi anche al Maggiodanza di Firenze che vede l'americana Karole Armitage, molto discussa, cedere il posto. E al San Carlo di Napoli Roberto Fascilla si accinge pure a lasciare la direzione del ballo. Insomma una autentica Waterloo per il balletto italiano, che di guai ne aveva già in sovrabbondanza. La Terabust Lollobrigida e Francesca Dellera scambiarsi accuse al vetriolo in occasione della presentazione del «remake» della «Romana» firmato da Giuseppe Patroni Griffi. Sotto l'abile regia del press-agent più famoso d'Italia Enrico Lucherini la diva storica e quella emergente si accapigliarono con gusto a proposito del'argomento doppiaggio: la prima accusava la seconda di essere incapace di recitare e di aver obbligato per questo l'intero cast del film a ri-doppiare la pellicola. Ma non basta: in conferenza stampa la Dellera dichiarò fin troppo candidamente che le sarebbe piaciuto avere Sofia Loren come partner, nel ruolo della madre. Sul fatto, inutile dirlo, furono versati fiumi d'inchiostro. Così come molto si è detto di quella serata indimenticabile in cui, sullo sfondo di una delle tante feste romane, le due soubrette Pamela Prati e Valeria Marini si resero protagoniste di un corpo a corpo fisico e verbale da prima pagina. E poi ci sono le tante storie di set, le convivenze difficili tra attori che nella finzione devono amarsi e nella vita vera non si sopportano proprio: Lucherini ha rivelato, per esempio, in una recente intervista, che Jeremy Irons e Juliette Binoche, amanti terribili nel «Danno» di Malie, fuori dalle riprese non si rivolgevano neanche la parola. Anche sulla lavorazione di «Speriamo che sia femmina», autore Mario Monicelli, se ne sono dette tante: il regista ha sempre dichiarato di non aver avuto difficoltà a dirigere im cast tutto femminile in cui spiccavano nomi di super-dive come Liv Ullmami e Catherine Deneuve. Eppure c'è stato chi ha detto che durante le pause della lavorazione le interpreti non si parlavano, ognuna chiusa nella propria roulotte, oppure in un angolo con la testa affondata in un libro pur di evitare qualsiasi tipo di contatto con le colleghe. [f.c.J Gina Lollobrigida, nota l'antipatia che nutriva per Francesca Dellera Luigi Rossi

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