Divi d'America: sotto il «fair play», il veleno di Lorenzo Soria

Divi d'America: sotto il «fair play», il veleno Divi d'America: sotto il «fair play», il veleno LOS ANGELES. Da Aristotele a Tennessee Williams, passando per Shakespeare e Cechov, il conflitto tra due persone è da sempre una componente essenziale del dramma. Una formula che Hollywood ha applicato ai suoi film, che fossero western, musical o commedie romantiche. E che spesso le stelle del cinema hanno finito per sperimentare sulla propria pelle nella vita reale. «Quarto potere», in fondo, è nato dal disprezzo provato da Orson Welles per il magnate della stampa William Randolph Hearst. Quando non giravano, Fred Astaire e Ginger Rogers non si rivolgevano la parola. E per ricomporre la lite con Dean Martin, Frank Sinatra ha atteso la sua morte. Una tradizione di feudi, di dispute e di (do con quello non parlo più» che continua e spesso diventa di dominio pubblico. Vediamo alcuni tra i protagonisti delle più terribili faide che dividono il mondo dello spettacolo. BRAD PfTT CONTRO HMRtSM FORD. Per le star di Hollywood ci sono due regole non scritte: un film lo si sostiene, comunque. E anche se ci si detesta, ci si tratta tutti come fraterni amici, Brad Pitt le ha rotte tutte e due, definendo il suo ultimo film, «The devil's own», «ridicolo». Ha anche litigato con il suo coprotagonista, Harrison Ford, reo di aver preso 15 milioni di dollari contro i suoi dieci e di avere accettato cambiamenti alla sceneggiatura che hanno snaturato la storia del film. Cercando di conservare l'umorismo, Ford ha replicato: «Quando mi guardo allo specchio, vedo un uomo di mezza età che ha bisogno di una tosatura». MADONNA CONINO COURTNEY LOVE. Sono entrambe in lizza per la nomination agli Oscar, la prima per «Evita», la seconda per «The people vs. Larry Hynt». Ma tra le due cantanti-attrici c'è più che una sana rivalità professionale. Due anni fa la vedova di Kurt Cobain ha rifiutato l'offerta di Madonna di firmare un contratto con la sua casa discografica, la Maverick. Allora la «material girl», in un'intervista, ha riconosciuto che la Love ha molto talento, ma ha aggiunto: «Temo che le droghe le abbiano distrutto il cervello». Madonna ha un vecchio conto anche con Whitney Houston, che in questi ultimi anni ha venduto più dischi di lei e che ha accusato la neo-mamma di essere «la Gran Dama della volgarità». STEVEN SEAGAL CONTRO JEAN-CLAUDE VAN DAMME. Fanno tutti e due a calci e pugni per il piacere dei cinespettatori, ma, se dovessero incontrarsi per davvero, invece dei cameramen ci vorrebbero gli infermieri. Ha iniziato Seagal, che in un'intervista pre-natalizia ha accusato Van Damme di non avere mai appreso le arti marziali. E sul piano personale? «Preferisco non fare commenti», ha aggiunto. Venuto a conoscenza di quanto detto dal collega, Van Damme ha replicato sostenendo: «Tutti i protagonisti dei film di azione sono persone perbene, meno Steven Seagal». Poi, ha lanciato un monito più che esplicito: «Meglio che quello stia attento, perché i miei calci arrivano sino a due metri e dieci». SYLVESTER STALLONE CONTRO SHARON STONE. Sharon Stone è l'oggetto del desiderio di quasi ogni uomo al mondo, ma Stallone recentemente ha fatto sapere che lo diverte di più Da Stallone alla Stone a Madonna tutto un campionario di perfìdie saltellare in un letto con sua figlia che con la protagonista di «Basic Instinct». Era un modo per spiegare che, per lui, «le scene di nudo sono finite, così come la violenza senza senso». Era anche un modo per replicare alla Stone, che dopo avere girato con Stallone «Lo specialista» ha detto che film così non li avrebbe più fatti. NKX NOLTE CONTRO JULIA ROBERTI Quando hanno accettato di girare assieme «I love trouble», Nolte e la ex pretty woman avrebbero dovuto prenderlo come un segno premonitore. Le relazioni tra loro sono state talmente fredde che quella che doveva essere una commedia romantica è diventata un giallo. E quando hanno dovuto baciarsi i due attori si sono lamentati per il rispettivo cattivo alito. ANTHONY HOPKINS CONTRO BMAILMERCHANT. Ismail e Merchant sono la coppia di produttori-registi che con «Casa Howard» e con «Quel che resta del giorno» hanno fatto di Anthony Hopkins una superstar. Ci si aspetterebbe un debito di riconoscenza, ma dopo «Surviving Picasso» l'attore ha dichiarato che con quei due non lavorerà più. Differenze creative? No, una questione di soldi. Hopkins ha accusato i due partner di pratiche «disprezzabili» e di «trattenere i soldi per guada- Sinistra: Madonna detesta Courtney Love, sotto Stallone Nella pellicola: Brad Pitt e Harrison Ford, acerrimi rivali gnarci sopra con gli interessi». OLIVER STONE CONTRO JOHN GRISHAM. Nel 1984 Oliver Stone ha girato «Assassini nati». L'anno scorso, ispirati dal film, due teenager hanno assassinato un commerciante che era un vecchio amico di Grisham e adesso l'autore di best-seller ha fatto causa a Stone, accusandolo di essere il mandante morale. Ha replicato il regista: «Un giorno vivremo nel Paradiso degli avvocati, ma scopriremo che per noi umani è un inferno». MICHAEL EISNER CONTRO JEfTREY KATZENBERG E STEVEN SPIELBERG. Per dieci anni Katzenberg è stato il responsabile della divisione cinema della Disney, l'uomo dietro successi come «La sirenetta» e «Il re leone». Voleva diventare il numero due della Disney, ma quando Eisner gli ha detto no, si è unito a Spielberg per creare la DreamWorks, uno studio che intende imporsi nel mercato rompendo il quasi-monopolio della Disney sull'animazione. Katzenberg ha chiesto anche, come buonuscita, 250 milioni di dollari, circa 400 miliardi di lire. Considerato che Michael Ovitz ne ha presi 90 per aver fallito dopo un solo anno come numero due di Eisner, neanche tanto. o e Lorenzo Soria

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