Stet, toma la golden share

Bersani propone: minoranza di controllo pubblica «a tempo» Bersani propone: minoranza di controllo pubblica «a tempo» Stet, toma la golden share Prodi: governo tranquillo ROMA. Si calmano le acque dopo la tempesta seguita al ribaltone ai vertici Stet, torna la calma nell'Ulivo e prende quota l'ipotesi di una privatizzazione con una golden share «a tempo». «Tutte balle» ha replicato ieri Romano Prodi a chi puntava il dito sulle fibrillazioni interne alla compagine che sostiene l'esecutivo. L'ipotesi di un perdurare delle tensioni scatena una generale ondata di smentite, anche nei diretti interessati. Il presidente del Consiglio commenta che «divise sono le interpretazioni e non la maggioranza», e precisa di avere parlato con Marini (che conferma chiamata e toni), «in una telefonata per nulla burrascosa». Stessa cosa con Dini. E questo, nelle speranze del premier, dovrebbe bastare a chiudere il caso. Nessuna polemica, insomma. Del resto, assicura Prodi, non sarebbero esistiti neanche i motivi visto che «il governo ha rigorosamente rispettato tutte le procedure e anche tutti i poteri» per quanto riguarda le nomine ai vertici della Stet. Il premier dice allora che per la grande privatizzazione «ormai è tutto pronto» e anche le modalità per l'assorbimento della Telecom Italia nella holding delle Tic «verranno fuori tra pochi giorni». Come presto, promette Prodi, si farà l'Authority per le telecomunicazioni. Detto che si vuole procedere, e che le nomine della discordia verranno ufficializzate domani dal consiglio di amministrazione della Stet, adesso bisogna terminare la discussione sul «come?». Ieri il ministro dell'Industria Pierluigi Bersani ha affermato che l'ipotesi di una golden share (fortemente sostenuta da Rifondazione), cioè del mantenimento IMPERI E «VOCI»

Persone citate: Bersani, Dini, Pierluigi Bersani, Prodi, Romano Prodi

Luoghi citati: Roma