«Rimborseremo i truffati d'Albania»

Il capo dello Stato: «Fermate la rivolta, i soldi sono in banca, nessuno li ha intascati» Il capo dello Stato: «Fermate la rivolta, i soldi sono in banca, nessuno li ha intascati» «Rimborseremo i truffati d'Albania» A colloquio col presidente Berisha TIRANA DAL NOSTRO INVIATO i, state quilli schiate o esodo fughi» inaccettabile». Ma è possibile che il governo lo ignorasse? «E' una storia mondiale, comune alle società capitalistiche. Perché in tutti i Paesi capitalisti esistono il diritto d'impresa e quello di prestito, e il governo non può abolirli. E c'è chi ha approfittato di questo diritto e ne ha abusato: certe compagnie hanno deciso di dedicarsi a questa attività piuttosto che ad altre perché dava profitti più alti. E' la vita. E vorrei sottolineare un'altra cosa ...». Dica. «Se nei Paesi ex comunisti le istituzioni governative erano coinvolte in questo genere di cose, in Albania, no! E' un fatto assolutamente privato. Esistono i documenti a provare che non siamo implicati, e possono essere controllati». Va bene. Ma la vostra economia, non rischia il fallimento? «Assolutamente. La nostra economia non rischia alcun crack. La realtà è che le due grandi fondazioni fallite hanno depositato i soldi nelle banche. La gran parte, almeno. Ramazzavano e depositavano». E che cosa significa? «Che daremo tutto in proporzione a quanto la gente dimostrerà di aver perso. Credo che nessuno ci rimetterà più del 10 per cento del proprio capitale. I nostri oppositori ci accusano di averli intascati, quei soldi, e cavalcano il malcontento della piazza». Ma ce l'avete un piano per fronteggiare, il 5 febbraio, la.richiesta di restituzione della gente? «Certo. Pagheremo. Più del 95 per cento del denaro è in banca. Ripeto, forse ci sarà una perdita del 10, ma un banchiere mi ha assicurato che se i soldi venissero lasciati per un anno, tutti riavrebbero tutto». Chiederete aiuti all'Italia? «Abbiamo una stretta collaborazione in molti settori con l'Italia: chiederemo soltanto di collaborare ancora più strettamente, e sono benvenuti i nuovi investimenti». Dunque, non esiste il pericolo di un nuovo esodo verso l'Italia? «Assolutamente no». Parola di presidente. Presidente Berisha, che rischi corre l'Albania? «Credo che l'Albania stia perdendo il cosiddetto "schema piramidale" nel suo sistema economico e non è un rischio: è una cosa molto importante. Sul serio, non avrei mai immaginato lo sviluppo di questo Paese basato su tale schema». Il crollo delle «piramidi», le società finanziarie che promettevano e davano interessi da sballo, è ciò che fa tremare il sistema, ora che la gente è scesa nelle piazze per reclamare il suo denaro, tutto e subito. Sali Berisha è il presidente della Repubblica, eletto con i democristiani, ha 52 anni e in un'altra era faceva parte dell'equipe di cardiologi che vegliava sul cuore di Henver Hoxha, un comunista che più comunista non si può, visto che aveva collocato a destra l'Unione Sovietica e poi pure la Cina. Presidente, dicono che dopo questa faccenda lei sia politicamente finito... «Si sono sbagliati in molti casi e questo non è l'ultimo errore che hanno fatto». Ma la crisi non mette a repentaglio la solidità della maggioranza? «No, assolutamente. Io non voglio farlo, ma se volessi, potrei dimostrare a tutti come sono andati i fatti. Abbiamo i documenti che provano come tutto fosse preparato. Certo...». Che cosa? «Qualcuno si potrebbe domandare perché ho tollerato certe cose. Beh!, l'ho fatto perché siamo in democrazia e si sbaglia l'opposizione quando sogna un ritorno al passato: è una sorta di psicologia proletaria che si tenta di sfruttare. Ma l'Albania non ha voglia di queste cose. Se si guarda al nostro sforzo finanziario ci si accorge che l'inflazione, che era al 400 per cento l'anno scorso, è calata al 7 e quest'anno è al 17 ma soltanto perché è stato liberalizzato il prezzo della farina e son state introdotte nuove tasse. Insomma, esistono le basi per una stabilità finanziaria e per la convertibilità della nostra moneta. Ritornando al "sistema piramidale": esso era «ItaliantranNon riun nuovdi pro TIRANA. In un primo tempo annullata per timore di scatenare nuovi incidenti, si è tenuta ieri a Tirana una manifestazione a sostegno del governo alla quale hanno partecipato oltre tremila sostenitori del partito democratico del presidente Berisha. Al grido di «abbasso i comunisti» e «lunga vita a Berisha», i manifestanti si sono radunati nella centralissima piazza Scanderbeg, dove il presidente si è più volte indirizzato a loro mostrando la «V» di vittoria. Intanto, i principali giornali dell'opposizione denunciano che Ndrek A TIRANA

Persone citate: Berisha, Hoxha, Sali Berisha