«Un partilo unico per il Polo» di Fabio Martini

Il Cavaliere: per quest'obiettivo potrei anche rinunciare alla leadership Il Cavaliere: per quest'obiettivo potrei anche rinunciare alla leadership «Un partilo unico per il Polo» Berlusconi rilancia, Art scuote la testa Ecco le testuali parole del gran rilancio di Berlusconi: «Sono pronto ad aprire un discorso con gli altri per un'unica formazione del centro-destra». Breve pausa e poi: «Leggo sui giornali titoli assurdi, del tipo: Berlusconi, il leader sono io... Ma io sono pronto a rimettere in discussione la leadership in una nuova formazione che dovesse comprendere tutto il centro-destra. E questa mia intenzione è conosciuta dagli altri...». L'esca lanciata è di quelle appetitose e così, a chi chiede subito a Berlusconi se stia preparando a replicare sul fronte destro il progetto dalemiano di unificazione della sinistra, ecco come replica il Cavaliere: «Possiamo intenderla anche così. Forza Italia sa che nell'attuale sistema, una forza pur importante da sola non ce la fa. E' conscia che serve una forza più ampia, che rappresenti tutto il fronte moderato». E poi la chiusa: «Il bipartitismo è il punto di arrivo finale del bipola- rismo». E nella foga, Berlusconi incappa in uno di quei lapsus che fanno felici gli psicologi: «Credo che la mia scesa in cambio... in campo abbia permesso di andare in direzione del bipolarismo...». Un rilancio importante quello di Berlusconi: con una sola mossa il Cavaliere assorbe una parte delle critiche di Cossiga, anticipa eventuali proposte di Fini (che da qualche giorno parlava allusivamente di «partito-Polo») e al tempo stesso mostra il bastone ai suoi alleati ex democristiani: «Altrimenti c'è la frammentazione globale, c'è il possibile ritorno alla proporzionale, anche se nessuno dichiara apertamente di volerla. Sì, da parte di qualcuno c'è la volontà di far nascere altri partitini...». E dunque in questa logica, Berlusconi dice che l'ideale sarebbe «l'abolizione della quota proporzionale» dall'attuale legge elettorale. E' cominciato così il tour europeo di Silvio Berlusconi: con una ' conferenza stampa in un salone del Ritz, il più lussuoso albergo di Madrid, residenza dei capi di governo in visita ufficiale e fino a qualche anno fa precluso a giornalisti e vedettes dello spettacolo, al punto che persino Evita Peron non riuscì a dormire in una delle stanze che ieri notte hanno ospitato Berlusconi e la sua «corte», peraltro ridotta all'osso. Berlusconi è sbarcato a Madrid a bordo di un aereo privato e con lui c'era una squadra «corta»: il portavoce Paolo Bonaiuti, l'inseparabile «agenda» Marinella, Gasparotto, l'operatore tv che lo segue ovunque - proprio come il fotografo Umbertino Cicconi seguiva ogni passo di Craxi -, la signora Simonetto che cura l'immagine del Cavaliere e l'onnipresente assistente di Berlusconi, l'abbronzatissimo Nicolò Querci. Al Ritz, che una volta non tollerava uomini senza cravatta, Berlusconi è arrivato alle quattro del pomeriggio in maglioncino e scarpe da jogging ed evitando l'ipocrisia iniziale dei politici italiani all'estero («non parliamo di politica interna»), si è offerto senza rete alle domande ed ha risposto senza chiaroscuri. Un Berlusconi a due marce: molto netto sul futuro del Polo, più flessibile sui rapporti con governo e pds. Certo, Prodi se vuole l'appoggio del Polo sulla Finanziaria deve andare a Damasco, ma se il governo fa propria l'impostazione del Polo, «saremmo pronti a rivedere le nostre posizioni». Certo, la proposta del pds per la riforma costituzionale «è preoccupante», «è un passo indietro», ma Forza Italia «è pronta a discutere». L'unica frecciata al veleno, Berlusconi la dedica a Prodi, anche se più tardi precisa non di avercela con lui: nell'occupazione del potere «c'è un totalitarismo che usa i carri armati ed uno in guanti bianchi...». Fabio Martini A sinistra il leader del Polo Silvio Berlusconi e, qui accanto, l'ex presidente della de Ciriaco De Mita

Luoghi citati: Damasco, Madrid