«Caro Borrelli, lei sbaglia» di Adriano Sofri
«Caro Borrelli, lei sbaglia» «Caro Borrelli, lei sbaglia» MILANO. Adriano Sofri da ieri tiene una rubrica quotidiana sul Foglio. Nel numero in edicola oggi l'ex leader di Lotta Continua risponderà al procuratore capo di Milano, Francesco Saverio Borrelli, che in un'intervista aveva paragonato il suo caso a quello delle Fosse Ardeatine. «Lei paragona i due processi affermando che in entrambi i casi - scrive Sofri - è passato molto tempo dal l'atto. In realtà Priebke è sempre stato conosciuto come autore di quell'orrore e solo adesso è stato scovato. Non capisco cosa c'entra con il nostro caso». Sofri contesta anche l'affermazione di Borrelli sul fatto che 47 giudici si sono occupati del delitto Calabresi: «Seguendola sul terreno della quantità osservo che visto che tutte le decisioni sono state prese a maggioranza, almeno 19 di quei giudici non possono essere messi al suo attivo». [Adnkronos] sempre stato il più appartato e silenzioso. Perché? «E' vero, ma all'epoca dell'arresto ero amministratore delegato delle Officine Reggiane, un'azienda leader nelle movimentazioni portuali con mille dipendenti e 150 miliardi di fatturato. Speravo che tutto sarebbe finito in fretta». Che rapporti ha con Sofri e Bompressi? «Di completa solidarietà. Vede, Lotta continua si è sciolta nel '76 con questo impegno: a ciascuno la sua stia, al lavoro esterno? «Non chiederò mai la grazia. Per il resto non ho una posizione, non mi immagino niente, sono concentrato sul ritorno in carcere». Se l'aspettava? «Veramente mi sembra un po' assurdo, dal momento che a Brescia c'è un'inchiesta sulle pressioni subite per la nostra condanna da due giudici nell'ultimo processo. Era logico aspettare la conclusione dell'indagine». Dei tre accusati da Marino lei è
Persone citate: Bompressi, Borrelli, Francesco Saverio Borrelli, Priebke, Sofri
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