«L'Ulivo non può annullare i partiti»

«I/Ulivo non può annullare j partiti» «I/Ulivo non può annullare j partiti» D'Alema: si ridurrebbe a una massa gelatinosa LfJ ROMA m ULIVO? Massimo D'Alema lo vede come «una macchina gelatinosa. Non serve a governare una società complessa». Il pds? «Un partito nel campo delle grandi forze riformatrici europee», dice ancora il segretario del pds. I partiti nella Seconda Repubblica? «Indispensabili. L'idea secondo la quale devono stare un passo indietro rispetto al governo della cosa pubblica fa fare solo, a quegli stessi partiti, un passo in avanti nel sottogoverno». E Giuliano Amato, che sostanzialmente condivide, obietta a D'Alema che ci sarebbe un piccolo problema: «Forza Italia da una parte e il pds dall'altra sono forze troppo piccole e deboli». Massimo D'Alema tiene una lezione sulla forma-democrazia. L'occasione, anche stavolta, è la presentazione di un libro, «Vent'anni dopo», di Giuseppe Vacca, guida dell'Istituto Gram¬ sci, uno dei consiglieri più ascoltati dal segretario del pds, tanto da averne perfino anticipato, in qualche caso, il pensiero. Pungolato da Ezio Mauro, direttore di Repubblica, D'Alema ha ribadito che il pds è forza integrante del riformismo europeo e, soprattutto, che solo «nel grande campo del socialismo europeo la sinistra italiana può risolvere i suoi problemi». Diversamente, ha aggiunto, si potrebbe solo percorrere una nuova Terza Via, e questo è in buona sostanza antistorico, perché Berlinguer la pensò non come parallela alla sinistra europea, ma come terreno di dialogo con quella. E sennò, manda a dire chiaro e tondo D'Alema a Veltroni, la sinistra rischia soltanto di sparire. Di più: l'Ulivo, che a Veltroni tanto piace, «funziona solo quando è una forza sociale, culturale. Ma non è un partito. E di partiti, l'Italia ha bisogno: senza, c'è solo la possibilità di governi deboli, o il presidenzialismo. Ma quello vero, quello statunitense, non quello di cui si va parlando in Italia in questi giorni». Insomma D'Alema, che sta preparandosi al congresso del pds, dice già che l'Ulivo, se si attueranno le riforme istituzionali in chiave presidenzialista, sia pure all'italiana, non va bene. Ma ce n'è anche per il massimalista Bertinotti: «Capisco che sia entusiasmante incontrare il comandante Marcos ai bordi di una piscina, ma contemporaneamente noi ci vedevamo con i rappresentanti di 142 partiti che governano un miliardo di persone in tutto il mondo, dall'India al Giappone». Sconcerto in sala: ma in Giappone al governo non c'è la destra? La sinistra di D'Alema guarda al futuro: «Il riformismo di cui sentiamo il bisogno è meno statalista e più ambientalista, prevede uno Stato sociale flessibile

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