Salta l'ennesimo appuntamento di Eltsin
Il vertice con l'Ue era considerato un impegno prioritario. «Non può prendere l'aereo» Il vertice con l'Ue era considerato un impegno prioritario. «Non può prendere l'aereo» Salta l'ennesimo appuntamento di Eltsin Non andrà all'Aia: cresce l'allarme Boris Eltsin non andrà all'Aia al vertice con l'Unione Europea. Anzi, i medici gli hanno proibito di muoversi da Mosca. E tutti i prossimi impegni del presidente russo sono stati cancellati. Si apre così un nuovo capitolo del giallo sulla salute di zar Boris, un giallo che pare sempre più lontano dalla conclusione. Doveva essere un appuntamento molto importante per la Russia, quello del 4 febbraio prossimo nella capitale olandese, e fino all'altro ieri il Cremlino aveva insistito che Eltsin sarebbe stato presente. Il suo portavoce Serghej Jastrzhemskij aveva spiegato che il Presidente non si era ancora rimesso perfettamente dalla doppia polmonite che lo aveva colpito all'inizio del mese, ma che la sua agenda intemazionale rimaneva immutata. Invece ieri pomeriggio è arrivato l'annuncio, atteso comunque da molti: i medici hanno sconsigliato a Eltsin di prendere l'aereo. Un divieto senza precisa scadenza: il Cremlino ha dichiarato che il vertice Russia - Unione Europea si terrà a Mosca «prossimamente». Rimane ancora valido l'incontro con Jacques Chirac, che dovrebbe arrivare a Mosca il 2 febbraio, ma ormai anche questo appuntamento è in forse. La notizia che Eltsin ò ancora MOSCA NOSTRO SERVIZIO LE ROVINE DELL'IMPERO RUSSO GROZNY DAL NOSTRO INVIATO Hanno votato in massa, su percentuali «sovietiche», solo che in questo caso le percentuali saranno vere. Quelli che non potranno votare all'inarca mezzo milione - sono i profughi, quelli che probabilmente non torneranno mai più, in gran parte russi che non avranno posto, né destino, nella futura Ichkeria indipendente. Ma quelli che votano lo fanno con un entusiasmo da neofiti, con una ingenua fiducia che colpisce, nei riguardi del loro gesto. Nonostante la mostruosità delle distruzioni tutto attorno, e lo stridente contrasto che si crea tra la desolazione delle cose e la calma nei visi, nei gesti, sembra di essere nell'Europa civile che celebra compostamente i suoi rituali democratici. Invece, com'è ovvio, non è così. Tutti i candidati, chi più (come Bassaev) chi meno (come Maskhadov), lamio riferimento all'Islam. Ma, almeno qui a Grozny, la gente non sembra credere molto - tantomeno sembra volerlo - in uno Slato islamico integralista. Zelimkhan Jandarbiev, il presidente uscente, il sodale di Dzhokar Dudaev, mi riceve domenica sera alle 23. Scendendo le scale di quello che è, con molta esagerazione, chiamato palazzo presidenziale, faccio in tempo a salutare l'ex ministro degli Esteri russo Boris Pankin e Serghei Kovaliov, che compongono la processione di diplomatici giunti qui a registrare come se ne va un'altra scheggia dell'impero del male. Jandarbiev siede nel suo ufficio forse per l'ultima notte. Aslan Maskhadov e Shamil Bassaev sembrano di gran lunga meglio piazzati di lui. Ma vai a capire. L'Oriente è faccenda delicata, dice un proverbio russo Magari Jandarbiev il poeta, il letterato, è riuscito a usare la sua posizione e a collezionare abbastanza voti per andare al ballottaggio. Perché qui si vota, come in Russia (ed e l'unica somiglianza) su due turni. Eppure Jandarbiev sembra sicuro della vittoria, e tranquillo. Indossa una blusa verde scuro vagamente cinese, con il collo rotondo e grandi tasche. Ha scelto, per incontrare gli stranieri, l'abito civile e ironizza un po' sui «militari che hamio portato in politica le loro glorie conquistate in battaglia». Lascia intendere che governare la cosa pubblica sarà molto diverso, in tempo di pace, che sparare. Ma ci sarà davvero la pace? «Tutto dipenderà da chi prevarrà nella lotta per il potere a Mosca». E se vinceranno quelli che non accettano la vostra indipendenza? «Sarà affare loro. Noi gli mostreremo che le nostre aspirazioni sono insoppri- Mercoledì il Dipartimento di Stato pubblicherà la lista annuale dei Paesi che violano i diritti umani. Una lista che conterrà alcuni soliti sospetti facilmente prevedibili, come la Corea del Nord, la Libia, la Cina, il Kenya. Questa volta, tuttavia, comparirà anche il nome di uno dei più solidi e fedeli alleati di Washington: la Germania di Helmut Kohl, accusata di condurre una campagna di «molestie e intimidazioni» nei confronti della chiesa di Scientology. Negli Stati Uniti, Scientology viene considerata una Chiesa. Ma in Germania viene vista come una «pseudo-scienza», un «culto» che costringe i suoi membri a «dipendenza fisica e psicologica» e a «rovina finanziaria». E' in base a queste considerazioni che la Baviera ha deciso di bandire gli adepti dall'insegnamento e da ogni tipo di impiego pubblico. In altri Laender tede- in malattia, più che provocare il panico nei corridoi del potere, ha soltanto confermato quello che tutti ormai sanno o sospettano: che Boris Eltsin non si sia affatto rimesso né dal quintuplo bypass cardiaco praticatogli tre mesi fa, né dalla polmonite. E quella dell'aereo potrebbe essere una scusa. Peraltro il velivolo presidenziale è attrezzatissimo con tutte le apparecchiature mediche, compresa perfino - così affermano i giornali russi - una sala operatoria allestita per ogni emergenza. Ma è molto probabile che si tratti di qualcos'altro. Infatti ieri il Cremlino ha anche confermato il rinvio - probabilmente addirittura a marzo prossimo - del summit dei presidenti della Comunità degli Stati Indipendenti. Un appuntamento che è già stato rimandato da metà gennaio a fine mese e che poi è slittato ancora, ufficialmente a causa dell'indisponibilità del presidente uzbeko. Il vertice della Csi doveva tenersi comunque a Mosca e quindi Ziuganov: si dedichi ai suoi nipoti Lebed: tutti lo sanno, è fuori gioco il problema dell'aereo non si poneva. Il presidente russo non compare in pubblico dal 6 gennaio scorso, giorno in cui si è ammalato di «raffreddore» subito trasformatosi in polmonite. Ufficialmente si trova nella sua dacia a Gorki-9, a pochi chilometri da Mosca, a «lavorare sui documenti». Mercoledì scorso, proprio mentre la Duma, su iniziativa dei comunisti stava discutendo la possibilità di destituirlo per motivi di salute, Eltsin si è recato al Cremlino per poche ore. Ma non esiste alcuna immagine di questa visita, e nemmeno della Mercedes nera del Presidente che entra nella torre Spasskaja. Gli uomini di zar Boris continuano a ripetere - anche se con sempre maggior imbarazzo e difficoltà - che il Presidente è in ottima forma. Ieri il premier Viktor Cemomyrdin ha affermato che Eltsin tiene sotto controllo personale «tutte le questioni chiave della vita del Paese». Ma poche ore dopo è stato smentito dai fat- L'ennesima conferma della gravità delle condizioni di Eltsin ha suscitato un'ondata di reazioni dall'opposizione. Il leader dei comunisti Ghennadij Ziuganov ha commentato la notizia del rinvio della visita all'Aia consigliando a Eltsin di dedicarsi ai suoi nipoti: «Sarebbe meglio per lui, per la sua famiglia e per tutto il Paese», Ma l'ultranazionalista Vladimir Zhirinovskij - che insieme con i comunisti di Ziuganov aveva votato la settimana scorsa a favore della destituzione di Eltsin - è convinto che il Presidente non cederà il potere: «Così le relazioni intemazionali della Russia risultano bloccate dall'incapacità di Eltsin». Tutto sembra confermare e anzi anticipare il pronostico fatto ieri da Alexandr Lebed sulle pagine della Novaja Gazeta: «Entro due mesi tutti, anche i maggiori ottimisti, si renderanno conto che Eltsin è ormai fuori gioco».
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