«Così faccio sognare i poveri»

«Così faccio sognare ì poveri» «Così faccio sognare ì poveri» Il finanziere dei miracoli nella misera Valona L'ALBANESE PIU# RICCO TIRANA DAL NOSTRO INVIATO «Ora è finita. Chi è fallito è fallito, e basta». Come dire, sarà bene rassegnarsi: chi è povero sarà più povero e chi è ricco sarà più ricco. Creso non ha pietà, non ha dubbi, forse non ha neanche un cuore, di certo sa che averlo è l'unico lusso che non potrà concedersi. Dicono che in amore e in guerra tutto sia permesso. E quando si trattano soldi, si combatte una guerra: non devi avere debolezze, non devi pensare agli altri, i morti non contano, conti solo tu. Creso è di Valona, la città sul mare, a Sud, da dove partono verso l'Italia i motoscafi affollati di clandestini e appesantiti dalla droga. Lui ha 42 anni, sposato, due figli. Capelli neri e radi, il viso rotondo e duro, gli occhi mobilissimi disawezzi al sorriso, la pancetta. Veste di scuro, braccialetto di platino a destra e cronografo d'oro ultrapiatto e anello con brillante alla sinistra, fermacravatte d'oro bianco, in pugno un telefonino ultimo modello. Dev'essere uno prudente, porta cintura e bretelle. Alle spalle ha una lunga storia e oggi possiede un patrimonio che definisce «straordinario». «Sì, sono il più ricco dell'Albania, e non solo». Di nome fa Pellumb Shehaj, presidente e signore della Silva Company, import-export ed è proprietario di due cave di sabbia bituminosa che lui chiama miniere. «Solo quelle mi rendono 20 milioni di dollari all'anno». E' stato il governo a concedergli lo sfruttamento per i prossimi quarant'anni, rinnovabili. Ma lui, che prima trafficava in elettrodomestici e prima ancora, quando c'erano gli «altri», i comunisti, faceva l'esperto di economia nell'azienda statale del commercio interno, aveva bisogno di liquido e dalle banche non riceveva soddisfazione. E' cominciata così: si è messo a raccogliere denaro, di ogni tipo, in qualsiasi quantità, garantendo interessi contenuti: il 5 o il 6%, naturai- mente al mese, contro il 100% di alcuni funamboli che hanno fatto splash. Anche lui ha chiuso, dice, ventidue giorni prima che il Fondo monetario internazionale lanciasse l'anatema che ha rotto il giocattolo, perché la gente ha avuto paura ed è cominciata la corsa al ritiro del denaro. Ma i depositi erano vuoti, proprio così: sotto il vestito niente. «Con me non rischia nessuno». Forse è vero, ma questo non toglie che siano in cinquemila a trepidare, in questi giorni convulsi. «Ci sono le mie attività, le miniere. Lo sa, quanto sono valutate quelle miniere?». «Dodici miliardi di dollari». E' sicuro? miliardi di dollari? Creso prende 11 taccuino del cronista e ci scrive un 12 seguito da nove zeri e dal simbolo del dollaro. «Ha capito, ora?». Sì, anche prima. Più difficile crederci. Dunque, lei è più ricco diciamo di Agnelli e di Berlusconi? «Sì, come capitale loro non hanno quello che ho io. Ho chiesto di essere membro della Borsa di Londra». Insomma, lei è uno affidabile: è anche un benefattore? «Ho usato questo sistema perché le Il Patriarca degli ortodossi serbi Pavle sfila per le vie di Belgrado alla testa di decine di migliaia di fedeli [foto reuterj ZAGABRIA NOSTRO SERVIZIO E' stata la più grande processione religiosa in Serbia dalla seconda guerra mondiale in poi. Decine di migliaia di persone sono sfilate ieri a Belgrado al seguito del patriarca Pavle e dei massimi sacerdoti della Chiesa ortodossa serba per celebrare San Sava, il santo protettore delle scuole. Ma, oltre alla festa religiosa, il corteo è stato l'ennesima manifestazione contro il regime di Slobodan Milosevic e l'annullamento della vittoria elettorale dell'opposizione. A più di due mesi dalle elezioni amministrative, continua infatti la protesta quotidiana dei sostenitori della coalizione «Zajedno» che ha vinto in 14 città della Serbia, compresa Belgrado. Se negli ultimi giorni il numero di manifestanti era ca¬ Temo di no... Grande proce sul lastrico, e la collera monta. «E' una partita politica. Ora si vede con chiarezza come i partiti dell'opposizione conducano una campagna aspra, forse come non mai». Creso vuol dire che i socialisti, i socialdemocratici e quelli di alleanza democratica non si rassegnano al verdetto delle urne, non ci stanno ad essere out. E allora, cavalcano la tigre, dice lui. Ma che cosa sperano di ottenere, rinfocolando la protesta dei disperati? «E' chiaro, no? Cambiare il sistema, far crollare il governo». E oggi c'è banche non riuscivano a coprire le richieste della gente». In un certo senso lei ha fatto parte deUa vecchia nomenklatura, poi è stato favorito dal governo attuale: crede di dover innalzare una statua d'oro al presidente Berisha? «Il fatto è che anche lui dovrebbe farmi una statua d'oro, perché le miniere sono rimaste inattive e ignorate per quarant'anni e con me, ora, son conosciute ovunque, nel mondo». Va bene, ma il sistema dei depositi ha mandato molta gente ssione a Belgrado ma il tribunale ripete: voto nullo

Persone citate: Agnelli, Berisha, Berlusconi, Patriarca, Pellumb Shehaj, Silva, Slobodan Milosevic