L'esercito congela la rivolta di Tirana

Insurrezione in carcere (due vittime), cinque dispersi su una barca di clandestini in Adriatico Insurrezione in carcere (due vittime), cinque dispersi su una barca di clandestini in Adriatico L'esercito congela la rivolta di Tirana Ma in provincia ardono nuovi focolai TIRANA. L'esercito pattuglia le strade e gli edifici pubblici della capitale Tirana (teatro l'altro giorno di un assalto al Parlamento) e delle principali città dell'Albania, bloccando i disordini vicino ai centri nevralgici del potere, ma nuovi focolai di insurrezione si accendono nelle zone rurali più remote del Paese, dove sembrava che il fallimento a catena delle società finanziarie-truffa avesse fatto meno danni, e ieri si è registrata anche una rivolta in carcere come se un clima generale di caos e violenza avesse contagiato ogni settore della società. Scontri tra polizia e manifestanti che hanno perso tutti i risparmi sono scoppiati ieri nella parte settentrionale dell'Albania. In particolare, gli incidenti si sono verificati nella città di Peshkopia, una zona montagnosa poco distante dal confine con la Macedonia. Qui, alcune migliaia di persone hanno incendiato la sede dell'anagrafe e aggredito a sassate agenti del locale commissariato. Alcuni poliziotti sono rimasti feriti. Un'altra manifestazione, alla quale hanno partecipato circa quattromila persone, è avvenuta nella città di Scutari, sempre al Nord, ma non si sono verificati incidenti. Intanto l'opposizione socialista (ex comunista) ha accusato il partito democratico - al potere - di aver schierato l'esercito «per imporre in Albania uno stato di polizia, segno che la democrazia è fallita». L'altra sera, il Parlamento aveva autorizzato il presidente della Repubblica a utilizzare le forze armate per difendere da assalti le sedi ministeriali e garantire la libera circolazione sulle strade. Per mobilitare i suoi fedeli, il partito democratico ha convocato per la mattina di oggi una «grande manifestazione anticomunista» davanti alla sede del partito socialista a Tirana. I disordini si estendono alle carceri. L'altra notte i 230 detenuti della prigione di Barwhor a Gavaja, nell'Ovest dell'Albania, si sono ammutinati e negli scontri che ne sono scaturiti sono morti due carcerati. Lo ha annunciato il ministro della Giustizia albanese Kristofer Peci, secondo il quale i rivoltosi sono riusciti a eludere la sorveglianza degli agenti di custodia e hanno incendiato le baracche del carcere. «Si sono avuti gravi scontri e due prigionieri che erano stati feriti sono morti dopo il ricovero in ospedale» ha aggiunto il ministro precisando che nel corso della mattina «tutto è rientrato nell'ordine». Un altro detenuto e due secondini hanno riportato ferite. Secondo alcune voci i carcerati avrebbero dato il via ai tumulti per protesta contro lo scandalo delle finanziarie. La tremenda situazione economica dell'Albania non crea certo il clima idoneo a fermare il flusso dei clandestini verso l'Italia. Ieri si è verificata un'ennesima tragedia in mare: un'imbarcazione che trasportava 23 immigrati illegali, partita dal porto meridionale di Valona e diretta verso la Puglia, è esplosa in acque albanesi. Nell'incidente due persone sono rimaste uccise, altre cinque risultano disperse. In zona ieri sera continuavano le ricerche per tentare di individuare i naufraghi. L'esplosione sarebbe stata provocata dalle taniche di carburante che il natante aveva a bordo, da utilizzare come scorta per il viaggio di ritorno dall'Italia. [Ansa] sfrecciano sulle strade polverose. Dunque, sembra proprio finita, non sarà più possibile vivere con gli interessi anche soltanto di un piccolo capitale: si deva cambiar vita, ma non sarà facile, trovare lavoro è complicato, ufficialmente la disoccupazione è al 18%. «Lo avevo previsto 3 o 4 mesi fa, che un giorno tutto questo sarebbe scoppiato, perche il sistema era come un pallone gonfiato troppo». I fedelissimi dì Ferdinand Kamberi, un altro «mago» della finanza, sono centomila, e molti tremano, anche se il «socio unico della compagnia Kamberi» assicura che chi si è rivolto a lui non corre rischi. Trent'anni, sposato, un figlio, laureato in legge. Lui pure è di Valona. Veste senza squilli. Spiega: «All'inizio, nel '94 quando è cominciata, la mia attività si basava su tre punti: le mie risorse finanziarie private, che naturalmente allora erano limitate; i crediti dei cittadini albanesi; quelli degli stranieri, soprattutto italiani». Anche Kamberi dev'essere uno prudente: domande scritte e risposte scritte, che consegna di persona, così si evitano malintesi. Come ha cominciato? «Era impossibile aver credito dalle banche, quelli della gente sono stati la principale risorsa per iniziare un'ampia attività capitalista». II gioco è sempre lo stesso, ma Kamberi ci tiene a prendere le distanze dagli «illusionisti», quelli che hanno provocato questo caos. Lui, garantisce, ha i piedi per terra, e quando è finito il momento pirotecnico ha deciso che era meglio voltar pagina. Come? «Nell'ottobre scorso ho esposto un progetto per abbassare gli interessi dal 10 al 5 per cento, con l'intenzione di raggiungere gradualmente il tasso delle banche». Che oscilla fra il 2,25 e il 4,50 per cento. All'anno, però, non al mese... Vincenzo Tessandori A PIÙ' DI 10 ANNI?

Persone citate: Adriatico, Ferdinand Kamberi, Kamberi, Vincenzo Tessandori