«Ma l'Italia è fuori dall'Europa» di Ugo Bertone

«Ma l'Italia è fuori dall'Europa» «Ma l'Italia è fuori dall'Europa» Tremonti: in politica non si truccano le cifre dei crediti d'imposta. A dicembre è stata riscossa in anticipo l'accisa sulla benzina e si sono introdotti vincoli, temporanei, sui Comuni. Ma il nodo non è contabile. Insisto: Schengen, ai miei occhi, vale più di Maastricht...». Capisco il mestiere dell'opposizione. Ma qualche risultato sulla via dell'Europpa l'abbiamo fatto. La lira sale, i Btp pure, ora anche la Borsa... «Io credo alla logica dei mercati, però rifiuto una visione antropomorfa della finanza. Credo che sia assurdo attribuire al governo meriti non suoi, a meno che a palazzo Chigi non ci sia l'uomo che ha determinato la ripresa del dollaro. Nemmeno Clinton si attribuisce ineriti del genere...» La politica non c'entra allora? «La politica consiste nel far funzionare le cose. La ripresa italiana, dal '92 ad oggi, ha avuto tanti protagonisti, il Paese nel suo complesso. La politica, al limite, ha giocato contro. Il ribaltone, ad esempio, con le sue conseguenze finanziarie e le manovre preelettorali, è costato almeno 30 mila miliardi». Almeno sul fronte della Stet il governo si muove, però. Aiuterete Prodi a piegare Bertinotti? «Bertinotti è la golden share di Prodi, così come Prodi è la golden share di Rifondazione. Uno è necessario all'altro. Ho il sospetto che siano assolutamente d'accordo, fin dall'ini-io». Eppure Bertinotti spara contro Guido Rossi, uomo di Mediobanca... «Certo, Bertinotti ritiene essenziale la golden share. Rossi, al contrario, ritiene che così si proceda a una falsa privatizzazione». E come finirà? «All'italiana. Stia tranquillo, non si dimetterà nessuno, né Bertinotti, né Rossi». Ugo Bertone

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