«Vuole aprire la strada a Di Pietro» di M. Tor.

«Vuole aprire la strada a Di Pietro» «Vuole aprire la strada a Di Pietro» Titti Parenti all'attacco, i «professori» frenano Cossiga avrebbe ricevuto una telefonata di «complimenti» da Lucio Colletti, altro «professore» di Forza Italia). «Cossiga vuole prendere il posto del bottegaio rinascimentale - aggiunge Pera -. Né lui, né Segni sono veramente interessati alle riforme. Il loro movimento per la Costituente ha un altro obiettivo: dar vita a un partito politico che guadagni la nuova leadership del Polo». «Un disegno inquietante - afferma senza mezzi termini Tiziana Parenti -. Una strategia in atto da tempo, per demolire il leader di Forza Italia e aprire la strada a qualcun altro. In ogni momento cruciale del Paese, ogni volta che si apre uno spiraglio di rinnovamento, Cossiga riesce a incunearsi e a creare ulteriore confusione istituzionale. E' chiaro che persegue un suo progetto. E non per mandare avanti il suo nome...». Per promuovere Di Pietro? «Mi sembra evidente - replica Titti Parenti -. L'ha già fatto altre volte». E Berlusconi che cosa dovrebbe fare? «Andare avanti per la sua strada. L'importante è non lasciarsi coin¬ volgere». «Silvio attento. Ti vogliono scalzare». L'intervista di Francesco Cossiga allarma Forza Italia e, tra i «professori» del Polo, è Marcello Pera, senatore Azzurro, che s'incarica di avvertire il Cavaliere. «Per Berlusconi è un campanello d'allarme - sostiene -. Deve essere lui a prendere iniziative, nel Paese; e fare in modo che la Bicamerale diventi luogo visibile di accordi di alto profilo. Intese di bassa lega alimenterebbero soltanto questi nuovi tentativi di leadership nel centro-destra». Cossiga, spina nel fianco per Forza Italia? «Lui niinaccia la formazione d'un partito liberaldemocratico con Mariotto Segni e Antonio Di Pietro - incalza Pera -. Considerando il seguito che sfortunatamente ha l'ex pm, questo ipotetico partito potrebbe veramente diventare un concorrente. Specie se si aggiunge la cauta attenzione di Fini». Non sono teneri con l'ex presidente della Repubblica, gli Azzurri che accettano di parlare (anche se, ieri, di prima mattina, Francesco t I «Deluso» dall'ultimo Cossiga si dice anche Saverio Vertone, altro intellettuale arruolato da Forza Italia alle ultime politiche: «Il senatore oscilla tra una forma molto alta di politica, di missione, e una sorta di visione surreale da comico dadaista, col gusto dell'avanguardia degli Anni 20. Si dissolve in battute che possono piacere a un letterato, ma molto meno a chi aspetta di far uscire il Paese da una situazione drammatica. L'Italia è rasa al suolo - sostiene Vertone -. Non ha più né uomini, né idee, né finanze. Perché sprecare energie davanti a questi chiari di luna?». Deluso, ma conciliante. «Spero che si parlino, Cossiga e Berlusconi. Non possiamo permetterci di buttare Ù primo in una nursery e far tornare il secondo nel circuito mediatico-pubblicitario. L'ex Capo dello Stato è troppo prezioso per il Paese, è una riserva della Repubblica. L'unico che può aiutare l'Italia a voltare pagina, a chiudere una stagione politica tragica». Dialogo aperto, ma con una puntualizza- Tiziana Parenti A sinistra: Marcello Pera Pera: campanello d'allarme Vertone: ma l'ex Presidente è una riserva importante zione: «E' sbagliato contrapporre con tanta drammaticità Costituente e Bicamerale - aggiunge Vertone -. Non sono in alternativa. Senza Bicamerale si aprirebbe un vuoto incolmabile in un Paese dove le stupidaggini di Bossi già galoppano senza incontrare resistenza. Un Paese dove l'unica soluzione, come diciamo da tempo, resta un "governo di salute pubblica", con Forza Italia, Quercia e An. E Francesco Cossiga può avere un ruolo importante». Un approdo sul quale concorda Marcello Pera: «Se la Bicamerale porterà un accordo di alto profilo tra D'Alema, Berlusconi e Fini sarà impossibile tenere in piedi questa maggioranza. La maggioranza di governo e quella per le riforme dovranno coincidere. Ed è cosa opportuna; l'Italia ha due emergenze: una finanziaria per entrare in Europa, l'altra istituzionale per rimanerci. Ci vuole un atto di responsabilità, da una parte e dall'altra. Le riforme si fanno insieme», [m. tor.]

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