Il Picconatore mette in crisi il Polo

Buttiglione: se Berlusconi non fa il partito liberaldemocratico altri hanno il dovere di pensarci Buttiglione: se Berlusconi non fa il partito liberaldemocratico altri hanno il dovere di pensarci Il Picconatore mette in crisi il Polo // Ccd: unire leforze. L'azzurro Vito: come le sorelle Bandiera F =1 ROMA. «Cossiga pone un problema reale», dice Rocco Buttiglione; «ma è autolesionista alimentare divisioni tra Berlusconi e Cossiga», interviene un preoccupato Pierferdinando Casini. Se Silvio Berlusconi, il «bersaglio» delle sferzate di Francesco Cossiga, consegnate in un'intervista a «La Stampa», fa passare la fredda domenica senza repliche, nel Polo gli altri leader non si sottraggono ai commenti e alle riflessioni. 1 «sassolini» che si è levato questa volta Cossiga, non cadono nel vuoto. Anzi, fanno affiorare la voglia di chiarezza. Con la sua consueta franchezza e senza tanti giri di parole, Cossiga ha denunciato un'opposizione zoppa, una democrazia amputata se Silvio Berlusconi non risolve il suo conflitto d'interessi, «un freno alla nascita di un vero movimento liberal-democratico», pur riconoscendo al leader di Forza Italia il merito «di aver assunto un'iniziativa che ha permesso al popolo sbandato della de e dei vecchi partiti lai¬ ci di ritrovare uno strumento di espressione». Le preoccupazioni dell'ex presidente della Bepubblica verso una destra in cerca ancora di una sua identità politica precisa, che oscilla «tra il protestatario e il populista», vengono raccolte dal leader del edu come una costruttiva provocazione. «A me pare che non ci sia da favorire un chiarimento tra Cossiga e Berlusconi, perché non c'è alcun litigio commenta Rocco Buttiglione -. Cossiga pone un problema reale: non esiste un Polo moderato organizzato in modo da essere competitivo con una sinistra che, viceversa, si organizza in versione socialdemocratica». Buttiglione si trova del tutto d'accordo con l'-x Capo dello Stato: «Bisogna creare il pa»xito liberaldemocratico di massa di cui parla Cossiga. Berlusconi ha il diritto e forse anche il dovere di organizzarlo, e noi siamo pronti a dargli una mano. Viceversa, se Berlusconi non è intenzionato a farlo, IL LEADER DEL CCD VROMA ADE RETRO, Cossiga. Ha la voce preoccupata Clemente Mastella mentre parla dell'intervista data ieri a Im Stampa dall'ex capo dello Stato. Il presidente del ccd è noto per la sua irruenza e per il parlare colorito. Oggi ha la voce di uno che pensa: e ora che altro starà combinando il «picconatore»? Perché Francesco Cossiga è andato giù pesante contro Silvio Berlusconi. Troppo chiaro nel dire quel che non va nel capo di Forza Italia (e del Polo), troppo vago nel parlare dei rimedi. «Certo, non ha avuto alcuna reticenza nel dire a Berlusconi che si deve far da parte - osserva un Mastella stupito -. L'unica cosa sulla quale Cossiga è reticente è nel dire qual è il sostituto di Berlusconi. Cossiga immagina di esserlo lui? Ouesto, francamente, lo deve dire. Non è che siamo nella fase in cui si piccona ancora quello che c'è. Siamo alla costruzione di una idea, sia pure, di tipo diverso. Ma questo ha il dovere di dirlo. Altrimenti diventa un gioco dell'oca, con lo scavalcamento di quello che c'è senza che ci sia un finale. Perché l'approdo non è che lo veda». Potrebbe darsi che Cossiga candidi se stesso alla guida del Polo? «Quando si vuole una cosa bisogna dirla. Mi pare che uno dei caratteri della seconda Repubblica sia la chiarezza, il dire con franchezza quello che si pensa. La franchezza nel dire quello che Berlusconi rappresenta in negativo Cossiga l'ha usata. Ora viene chiesta a lui perché dica: ci sono io. Ma io deve dire». Forse aspetta di ricevere l'investitura da altri? «Cossiga si è sempre trincerato, dicendo che l'ex capo dello Stato non può essere leader di parte «Deve chiarire se pensa a candidati di riserva Segni in quel ruolo proprio non ce lo vedo» A trasmigrare a casa dei moderati dell'Ulivo, si diceva. «Vabbè. Dico a Cossiga, intanto, che le difficoltà non si superano aggravando o aggiungendo altre difficoltà». Insomma, cosa dovrebbe fare Cossiga per voi? «Ho grande affetto nei suoi riguardi, ma questo non significa che debba condividere tutto quello che dice. Tra l'altro, lui deve dire se pensa a candidati di riserva». Parla di un sostituto che Cossiga manderebbe a guidare i liberal-democratici una volta «pensionato» Berlusconi? «Sì. Se immagina che la Sardegna possa esprimere un altro leader a guida di questa area liberal-de- Ma, magari, capo di tutti in un momento drammatico della vicenda repubblicana. Ha smesso di pensarla così? Lo dica e ne possiamo prendere atto. Se no, si aggiunge confusione a confusione». Vuol dire che ha dato del Polo l'immagine di una forza politica in liquidazione? «Kh! Mette in liquidazione senza però dire... Lasciamo perdere. Io, quando dicevo il Polo è morto, il Polo non c'è, non lo dicevo in riferimento ad un dato di natura elettorale, ma politico. E allora non è che ho visto tanti che stessero con me. Anzi, m'hanno lasciato completamente solo, come se fossi uno con la valigia in mano pronto a trasmigrare chissà dove». intervenire una sorta di istinto di "cupio dissolvi"». Per Casini è tempo di unire tutte le forze e assicura che il ccd «lavora perché si torni ad avviare il dialogo tra Berlusconi e Cossiga, entrambi essenziali alla riscossa democratica del centro-destra». Ma c'è chi non sembra aver per nulla apprezzato l'intervento di Cossiga, vedendo forse nella sua intervista chissà quale «disegno». «Ogni tanto salta su qualcuno che, come le memorabili sorelle Bandiera, intima a Berlusconi di farsi più in là - ironizza Inazzurro» Elio Vito . Ma per fare posto a chi? A generali senza esercito e con le medaglie ossidate? Con tutto il rispetto per le medaglie, la pretesa di sostituire Berlusconi, come se otto milioni di voti non significassero nulla, è cosa che non sta né in cielo né in terra». Una reazione personale o un pensiero dominante in Forza Italia? altri avranno il diritto e forse anche il dovere di pensarci». Ma se per Buttiglione non è più tempo d'indugiare e coglie al volo la sollecitazione al chiarimento, il segretario del ccd Pierferdinando Casini si mostra invece più cauto, quasi timoroso che le critiche di Cossiga possano creare nuove difficoltà nel Polo. E mette le mani avanti: «Se qualcuno nel centro-destra fa piccole speculazioni cercando di alimentare la divisione tra Berlusconi e Cossiga, è veramente autolesionista e ridicolo», afferma Casini. «E' necessario aggiunge - che l'area moderata del Paese possa contare su un rapporto di collaborazione reciproca tra chi ha concorso a smantellare la prima Repubblica e chi ha fondato il Polo per le libertà». Dunque meglio serrare le fila nel centro-destra, esorta Casini. «Mentre a sinistra riescono a mettere d'accordo tutto e il contrario di tutto, da Dini a Bertinotti, da Rosy Bindi a Cossutta, da noi sembra Stefanella Campana «Non ha avuto reticenze nel sostenere che il Cavaliere deve lasciare Ma lui è troppo vago» EDO qui la vedova di TogliatE dopo tanti rientri annunciati e a volte pure strombazzati, ma sempre a vuoto, ora si può dire davvero: è tornato. Nel senso che Claudio Martelli è tornato ad essere esattamente quello che era prima. E subito ne ha fatto le spese una donna di una certa età, Nilde lotti, sulla quale si è gratuitamente appuntato, con il dovuto rinforzo della personalizzazione, lo stupore insolente del non più giovane (53) Martelli. «Vedo qui - appunto, alla riunione dell'Internazionale socialista - la vedova di Togliatti». E bravo Martelli. Ora, la lotti, che per dieci anni è stata pur sempre la terza carica dello Stato (e con il sostegno del psi), ecco, la lotti non ha certo bisogno di essere difesa - e infatti nessuno l'ha difesa. Martelli, al contrario, che è un uomo intelligente e pieno di dichiaratissima passione politica, un po' forse avrebbe pure qualche necessità di essere tutelato, ma da se stesso e dalle sue intemperanze. In altre parole: se alla prima occasione gli sgorgano dal cuore battute così inutilmente offensive e capaci di oscurare tutto il resto, è bene che sappia che nel frattempo, su quel terreno lì, la vita pubblica italiana ha fatto passi da gigante e Bossi e Sgarbi, per dirne solo due, hanno già conquistato la testa della classifica dicendo cose irripetibili, e al massimo livello. Per cui egli è come minimo in ritardo e l'antico consiglio craxiano di leggere «meno Pavese e più Giamburrasca» rischia oggi di suonare come soave ingenuità. Al genere dell'offesa elaborata, d'altra parte, Martelli ha già dato nella Prima Repubblica. Berlinguer, sinteticamente gratificato di «neurocomunismo», è morto. Così Visentini, a cui il giovane esponente del garofano volle graziosamente attribuire «una vita - addirittura - intirizzita dall'astio». Non si tratta, beninteso, di richiamare alla memoria le elaboratissime impertinenze I del passato; né, per l'oggi, di I considerare Martelli un poli- IL PA LAZZO a a r o . e a a a e , i e * o i o e i i e n a , o n r , a i n |

Luoghi citati: Roma, Sardegna