La valanga del Bianco seppellisce un incubo

La scorsa notte sono precipitati a valle diecimila metri cubi del ghiacciaio delle Grandes Jorasses La scorsa notte sono precipitati a valle diecimila metri cubi del ghiacciaio delle Grandes Jorasses La valanga del Bianco seppellisce un incubo // seracco è caduto senza danni La montagna è ancora lì, con le sue due enormi «labbra» verde smeraldo che contrastano con il bianco della neve delle nuvole che nascondono appena la cima. Da fondo valle è tutto uguale a venerdì. Ma lassù, a 4200 metri, sotto la vetta delle Grandes Jorasses, l'altra notte sono crollati 10 mila metri cubi di quel ghiaccio dal colore così vivido. Una caduta che si è fermata due chilometri più in basso, a 2000 metri di quota, sui prati della Val Ferret deserta. La «fetta» del ghiacciaio pensile superiore della montagna non c'è più. E' crollata tutta, senza lasciare parti pericolanti. A Courmayeur se ne sono accorti ieri mattina, appena ha fatto chiaro. Nessuno ha sentito il boato della grande massa di ghiaccio che nel buio si frantumava sulla roccia, né il brontolio dei mille blocchi rotolati per i «canalini» a picco sulla vallata, provocando soltanto qualche piccola slavina. All'alba i binocoli delle guide alpine hanno inquadrato la zona e poco dopo gli elicotteri hanno cominciato a fare la spola per far vedere da vicino agli studiosi e alle stesse guide che cos'era successo. «Danni non ce ne sono stati dice il sindaco di Courmayeur Ferdinando Derriard, tra i primi ieri mattina a sorvolare la zona con l'elicottero -. Nemmeno un albero abbattuto. Il ghiaccio si è fermato prima, sui pascoli in quota. E' la dimostrazione che non era il caso di fare tutto quell'allarmismo che ho sentito nei giorni passati». Nella tarda mattinata i residenti di Plampincieux, il villaggio della Val Ferret che era stato sgomberato per precauzione, sono rientrati nelle loro case. E da questa mattina sono di nuovo aperte le piste di fondo della conca. Il seracco ha ceduto tra mezzanotte e le 7 di ieri, con tre giorni di ritardo rispetto alla scadenza indicata dal glaciologo svizzero Martin Funk che, con le guide alpine di Courmayeur e i tecnici della Regione Valle d'Aosta, ha allestito il sistema di monitoraggio sul ghiacciaio. «La data era indicativa - spiega Funk -. Per stabilire la velocità di movimento del glùacciaio abbiamo elaborato formule matematiche che si devono basare su rilevamenti precisi e ripetuti. Ma, a causa del maltempo dei giorni scorsi, i dati erano incompleti e abbiamo fatto una previsione con un margine di errore di cinque giorni. Ampiamente rispettato». Il ghiacciaio delle Grandes Jorasses era sotto controllo da qualche anno. Lo scorso marzo erano stati interpellati gli studiosi di Zurigo per approfondire la situazione. Poco prima di Natale il movimento del seracco ha subito un'accelerazione che ha fatto prevedere il crollo in tempi brevi. Dieci giorni fa erano state chiuse le piste di fondo. E lunedì era stato sgomberato il villaggio di Plampincieux. Una forma di 10 MILA METRI CUBI DI NEVE corrispondono: TRENTACINQUE AUTOCARRI ogni autocarro è lungo 25 m, largo 3, alto 4 10cor COURMAYEUR DAL NOSTRO INVIATO precauzione presa non tanto per il seracco, quanto per la neve fresca che, mossa dal crollo di 10 mila metri cubi di ghiaccio, avrebbe potuto trasformarsi in una grossa valanga. Poi, negli ultimi giorni, grazie al cambiamento della temperatura, il manto si è assestato e il rischio di valanghe è via via diminuito. Pericoli di altri crolli di seracchi, secondo i tecnici, non ce ne sono. Ma il ghiacciaio continuerà a essere sorvegliato. «Il nostro scopo - spiega Massimo Pasqualotto, geologo della Regione - è avere un modello per il monitoraggio topografico. E' uno dei primi tentativi di questo genere sulle Alpi, almeno dal versante italiano. L'esperimento ha un notevole valore scientifico e, approfittando dell'esperienza degli studiosi svizzeri, potrà essere esteso ad altri ghiacciai». Il monitoraggio è semplice: sul ghiacciaio sono state piantate delle aste con in cima «teodoliti» che riflettono un raggio di luce «sparato» da postazioni fisse. In questo modo si possono rilevare gli spostamenti del ghiacciaio e la relativa velocità, prevedendo quando sarà raggiunto il punto critico del crollo. Facile fino a un certo punto. Queste operazioni, nel caso del ghiacciaio delle Grandes Jorasses, vengono fatte a 4200 metri di quota. «Tenere sotto controllo il fenomeno - aggiunge Pasqualotto - è importante sia dal punto di vista scientifico sia dal punto di vista della sicurezza». Avvelena i figli poi si pente: salvi *pFR

Persone citate: Ferdinando Derriard, Funk, Martin Funk, Massimo Pasqualotto, Mila Metri, Pasqualotto

Luoghi citati: Courmayeur, Valle D'aosta, Zurigo