«La banda dei sassi è in cella»

Tortona: resta da definire chi tra gli otto arrestati ha lanciato le pietre che hanno ucciso la Berdini Tortona: resta da definire chi tra gli otto arrestati ha lanciato le pietre che hanno ucciso la Berdini «tu banda dei sussi è in cella» Cuva: liberi solo personaggi minori In tutta Italia TORTONA. La «banda dei sassi» è dietro le sbarre. L'inchiesta della Procura tortonese è a un passo dalla chiusura delle indagini, mancano solo personaggi di «contorno» per completare l'assurdo gioco del 27 dicembre, quando sotto al cavalcavaia della Cavallosa è morta Maria Letizia Berdini: un sasso ha sfondato il parabrezza della Mercedes sulla quale viaggiava col marito. Il gip ieri ha convalidato il fermo per Gianni Mastarone, 26 anni, muratore a Viguzzolo (un paese a pochi chilometri da Tortona), l'ultimo del gruppo: l'alibi ha alcuni «buchi» negli orari. La sorella del muratore era al lavoro dalle 14 alle 22, il barista di Buronzo (in provincia di Vercelli, dove Mastarone dice di aver passato le vacanze di fine anno) ricorda di averlo visto ma non sa dire a che ora. Solo una ragazza minorenne dichiara di essere stata insieme a lui alle 20 di quel 27 dicembre. Poco per i.conquistare la libertà. Gli inquirenti ora sono a caccia di una risposta. Perché i fratelli Furlan e i loro amici erano là quella sera e a quell'ora? Il «finale è inquietante» sostiene il procuratore Aldo Cuva. Sono in cella quattro fratelli, i Furlan: Franco, Gabriele, Sandro e Paolo; il loro cugino Paolo Bertocco, la fidanzata di Sandro Furlan, Loredana Vezzaro (l'unica donna coinvolta); un paio di amici della compagnia di piazza Duomo (quella delle «catenelle») Roberto Siringo e Gianni Mastarone. «Su quel ponte come al Bowling» è la dichiarazione di uno degli avvocati difensori. Facevano un gioco assurdo con le auto che sfrecciano sotto al ponte? Oppure sono gli stessi che si ritrovano al Bowling di Tortona, ai videogiochi. Là c'erano stati anche la sera del 9 gennaio per la diretta di «Moby Dick»: una sfida, nel locale c'erano poliziotti e carabinieri in borghese che i Furlan e Bertocco conoscevano. La sera della tragedia sulla «Y10» di Paolo Bertocco ci sono Gabriele Furlan e Roberto Siringo; sulla «Tipo» dei fratelli salgono Sandro e la findazata Loredana, Paolo e Franco. Nella «Peugeot» invece c'è il muratore di Viguzzolo con un'altra persona. Nessuno vuole dire il nome «hanno paura» ha detto Cuva. Le posizioni nelle auto e parte della dinamica della sera del 27 dicembre sono state ricostruite attraverso le deposizioni di Gabriele e Sandro Furlan, comparate con quella Loredana Vezzaro. Alla ragazza però vengono negati gli arresti domiciliari perché «sa più di quello che dice» inoltre il fatto che lei fosse all'oscuro dell'appuntamento alla Cavallosa è poco credibile. Gabriele dice «facevo la guardia» così come Siringo. Due dei Furlan, Sandro e Gabriele forniscono deposizioni con dettagli coincidenti. E si chiude il primo atto delle indagini. Rimangono da individuare le posizioni di «lancio» e chi sapeva cosa stava accadendo su quel ponte. Chi sapeva già dal giorno prima. A parere del gip Loredana Vezzaro ha una «responsabilità morale». Sandro Furlan infatti dice che tutto era stato organizzato il 26 dicembre, quando ha incontrato gli amici in piazza. «Uno scherzo, ci siamo andati per scherzo, signor giudice» Sandro è stato interrogato ancora ieri a Voghera, così come sono stati sentiti gli altri componenti la banda rinchiusi a Pavia e Alessandria. Un confronto fra dichiarazioni di «correità» per ricostruire in dettaglio quei maledetti venti minuti sulla Cavallosa. I probabili assassini dovrebbero essere quattro: i «lanciatori» delle pietre che hanno colpito sette auto. Le mani che non si sono fermate finché non sono spuntati i lampeggianti blu della pattuglia della Polizia stradale. E' stato Gabriele ad accusare i fratelli del delitto della Cavallosa. Rimorso? Forse, certo è che accusa Sandro e Paolo quando già circola la voce della taglia. Adesso pensa alla findazata, Manuela: «Vorrei scrivere alla mia fidanzata. Mi aveva regalato una fedina, ma qui in carcere me l'hanno tolta». Paolo Bertocco, cugino dei Furlan - che abita a Torre Garofoli la frazione dove c'è il ponte della Cavallosa - rimane il grande mistero di questa vicenda: prima ha negato, poi ha ammesso e di nuovo negato. Per Siringo il difensore aveva chiesto gli arresti domiciliari per «insufficienza mentale di grado medio-lieve». Ma il giudice Massimo Gullino è stato di parere diverso. originale. L'uomo è trasferito nell'Eden, non deve essere da principio raddrizzato. La società prende su di sé le responsabilità del singolo, e non mancheranno i giornalisti e gli psichiatri che queruli - chiederanno ai parenti delle vittime di perdonare prima che sia fatta giustizia. Ora si cerca di correre al riparo con opinioni altisonanti sui valori da restaurare: ma senza affrontare la questione centrale dei diritti in eccesso, del peccato, e anche del libero mercato. Cosicché ha ragione Montaigne: «Tra noi, sono cose che ho sempre visto in singolare armonia: le opinioni supercelesti, e i costumi sotterranei». Le nostre opinioni supercelesti invocano la famiglia, il padre perduto, l'educazione alla responsabilità. Ma i costumi sotterranei permangono, non contestati e neppure governati. Tra gli assassini dei cavalcavia e i moralizzatori le connivenze sono sottili, sotterranee e spesso mostruose. Converrebbe forse ammetterle, per cominciare qualche correzione. UN'ETICA LAICA buiti due diritti: il diritto a solipsistiche auto-realizzazioni, e il diritto a una sorta di originaria innocenza. Una perversa alleanza tra forze neo-liberiste di mercato e di sinistra ha dato vita a questo innocente homo novus, nei cruciali Anni 60. L'homo novus non ha responsabilità, e le sue colpe eventuali son dovute solo alla società. E' inoltre incitato all'auto-espressione, a esaltare i propri istinti secondo una teologia della liberazione che ha incluso via via i giovani, le donne, i bambini. I più grandi difensori della famiglia e dei nuovi valori etici sono oggi quelle stesse forze liberiste che in tutto l'Occidente operano perché le famiglie si disgreghino sotto l'urto dell'economia, e l'individuo disimpari l'auto-limitazione, l'indipendenza, la responsabilità. I laici più convinti a sinistra teorizzano l'uomo nato innocente, non macchiato da colpa originale come nella cultura giudeo-cristiana, e non si accorgono che in tal modo distruggono un tratto distintivo dell'Europa. Non manca in realtà un'etica: ne abbiamo una suicida, che cancella il peccato originale, e l'idea stessa di peccato. L'Occidente - così come è stato forgiato da Socrate - si fonda sul ragionamento logico. Vuol essere consapevole d'ogni conseguenza dei singoli pensieri, dei singoli atti. L'Occidente non è come l'Asia descritta da Plutarco, i cui abitanti «erano schiavi di uno solo, perché non sapevano pronunciare un'unica sillaba che è il no». L'Occidente si nutre di questo no, e per questo è fondatore di tabù potenti. Sono i tabù che adesso vengono meno, asiatizzando surrettiziamente l'Ovest. Non un'etica positiva fa oggi difetto, ma un forte reticolato di tabù interiorizzati. Di fronte agli assassini dei sassi si è tentati di dire non capiamo. Non si capisce un giovane che passa senza interruzione dalla videoguerra elettronica al gioco di morte sui cavalcavia. Sono apparentemente incomprensibili le profanazioni delle tombe ebraiche, o la moda - apparsa a Washington qualche anno fa - di guidare nel buio e di uccidere i passanti. Ma in realtà è comprensibile ogni cultura di morte satanica, una volta relativizzati i mali e abolito il peccato Barbara Spinelli Chi crede ha la vita eterna. (G.V. 6,47) Serenamente si è spenta Elena Navelll ved. Zublena ottica anni 92 Ne danno l'annuncio: figlia, figlio, nuora, genero, nipoti, pronipoti e parenti tutti. Funerali martedì 28 c.m. ore 8,15 parrocchia S. Alfonso. S. Rosario lunedi 27, ore 18,30 in parrocchia. — Torino, 25 gennaio 1997. Il Presidente, il Consiglio di Amministrazione, i Responsabili della Unlonfotomarket S.p.A., prendono parte al dolore del signor Gian Antonio Zublena e della famiglia per la scomparsa della cara mamma ELENA. Sergio Globo e la famiglia è vicino con grande affetto all'amico Gianni e alla famiglia nel ricordo di nonna ELENA. I Dipendenti della Unlonfotomarket S.p.A., filiale di Torino, partecipano al lutto del signor Gian Antonio Zublena, del signor Franco Coffano e del signor Luca Zublena per la scomparsa di nonna ELENA. La famiglia Peniseli! partecipa al dolore delle famiglie Zublena e Coffano nel ricordo della cara signora ELENA. E' mancato Giulio Cantarella massaggiatore di anni 83 Lo annunciano la moglie Irma Garberotjllo, il figlio Aurelio con Carla Franzlno, la consuocera Franca, cognati, nipoti, pronipoti e parenti tutti. I funerali a Torino martedì 28 c.m. alle ore 10 nella parrocchia di S. Benedetto Abate di via Delleani 24, quindi proseguiranno per il cimitero di Feletto dove avverrà la tumulazione. — Torino, 25 gennaio 1997. Antonella Mariotti «Bisogna aiutare i più deboli ad avere fiducia» ROMA. Per aiutare i giovani ad avere fiducia nel proprio futuro e vincere la depressione, «i ceti sociali devono riprendere a trasmettere i valori e la politica deve riattivare il rapporto di fiducia con i cittadini». Lo ha affermato il presidente della Camera, Luciano Violante, alla presentazione del libro di Vittorio Orefice «Il Male di Esistere - con Alessandra nell'Inferno della Depressione dei Giovani», svoltasi ieri nell'aula magna dell'università Luiss. Prendendo spunto dal volume di Orefice, incentrato sulla vicenda della nipote, suicida a 23 anni, Violante ha insistito sulla necessità di «aiutare i soggetti più deboli ad avere fiducia». Per il presidente della Camera, secondo cui il depresso «mette in crisi le gerarchie perché è imprevedibile», la perdita di valori è la causa di due fattori-rischio: il relativismo e il cinismo. «Il relativismo - ha detto - ha coinvolto anche il valore della vita. Lanciare sassi dai cavalcavia dimostra quanto scarto ci sia tra valore della vita e valore dell'atto. Nella stampa - ha aggiunto - c'è molto cinismo, tutto è uguale a Ha chiuso la sua vita totalmente dedicata alla famiglia Vania Sapora Martiny Ne danno l'annuncio il marito Francesco Martiny, i figli Walter con Adriana, Sergio con Anna, Giorgio con Donata, Mario con Rossella; i nipoti Giorgia, Francesca, Marco, Federica, Veronica, Giorgio, Alice; la fedele Anna nonché la sorella Gina, il fratello Bruno, cognata e nipoti. Si ringrazia l'equipe della Divisione di ospedalizzazione a domicilio del prof. Fabris e l'infermiera Irene. I funerali avranno luogo lunedi 27 alle ore 10 partendo dalla Chiesa della Crocetta. — Torino, 24 gennaio 1997. Il Primario, i Medici, le Ostetriche e Ginecologia dell'Ospedale di Novi Ligure prendono parte al dolore del commissario straordinario dott. Giorgio Martiny per la perdita della cara MAMMA. — Novi Ligure, 26 gennaio 1997. Federica e Giorgio con la mamma Angela Rebagllatl e la nonna Anna sono vicini al nonno Ciccio. Il Personale dell'Azienda Sanitaria Locale 22 di Acqui Terme - Novi Ligure • Ovada partecipa con sincero cordoglio al lutto del dr. Giorgio Martiny per la scomparsa della madre VANIA. —■ Novi Ligure, 25 gennaio 1997. Il Direttore Amministrativo e il Direttore Sanitario dell'Azienda Sanitaria Usi 22 Novi Ligure, Ovada, Acqui Terme, partecipano al grave lutto che ha colpito il commissario dottor Giorgio Martiny per la scomparsa della carissima MAMMA. — Novi Ligure, 25 gennaio 1997. Il Direttore Sanitario del Presidio, i Primari, gli Aiuti e gli Assistenti, il Personale tutto dell'Ospedale San Giacomo di Novi Ligure partecipano al grave lutto del commissario regionale Giorgio Martiny per la prematura scomparsa della cara mamma Vania Martiny — Novi Ligure, 25 gennaio 1997. Ernesto ed Adella Martiny e figli partecipano sentitamente. Gabriella, Graziella e Roberto partecipano al dolore dello zio Francesco e dei cugi- Dlpendentl e Collaboratori del Centro Scientifico Editore partecipano al dolore dell'ing. Francesco Martiny e dei figli Walter e Sergio per la perdita della cara moglie e mamma Vania Sapora — Torino, 25 gennaio 1997. E' mancato ai suoi cari Angelo Sordi Danno l'annuncio la moglie Licia, i figli Monica, Carlo con Patrizia e Virginia, Sergio con Lisa e Camilla e la sorella Livia. Funerale martedì 28, partenza Ospedale S. Luigi ore 9 per Asiago. — Torino, 25 gennaio 1997. Partecipano Dina, Darlo, Mauro Capriolo e famiglia. La famiglia Coni partecipa commossa. Cesare, Marino e Massimo partecipano al dolore. Per ricordare Achille Firpo non fiori ma offerte all'Associazione Italiana Ricerche sul Cancro. Funerali lunedi 27 ore 11,45 Tempio Crematorio, corso Novara. — Torino, 26 gennaio 1997. E' mancato Giovanni Corradino Reduce di Cefalonla Anziano Atm Addolorati lo annunciano Giuditta e parenti tutti. Funerali lunedi 27 ore 11,45 Parrocchia San Gioacchino. — Torino, 24 gennaio 1997. Accanto: il procuratore Aldo Cuva A destra: l'arresto di uno dei fratelli Furlan Sandro Furlan al giudice «La sera prima decidemmo di andare al cavalcavia»