Hong Kong, una donna fa infuriare il governo di Sua Maestà

Hong Kong, una donna fa infuriare il governo di Sua Maestà Hong Kong, una donna fa infuriare il governo di Sua Maestà Eletta a capo del Parlamento scelto dalla Cina, per Londra è «priva di autorità» PECHINO DAL NOSTRO INVIATO La Cina ha completato la formazione delle istituzioni a sua discrezione con cui sostituirà a Hong Kong il 1° luglio, quando riavrà la sovranità sulla colonia, quelle liberamente elette. Dopo che il mese scorso è stato nominato il futuro «capo del governo», a Shenzhen, territorio cinese al confine con Hong Kong, è stato eletto il presidente del «Parlamento provvisorio» che a luglio prenderà il posto di quello eletto nel settembre 1995, di cui la Cina non riconosce la legittimità. E' una donna, Rita Fan, 51 anni, imprenditrice, dal 1 989 al 1992 membro del Comitato dei consiglieri del governatore di Hong Kong, una sorta di governo che affiancava il rappresentante della Corona. «E' un triste giorno per Hong Kong», ha commentato il governatore Chris Patten, sottolineando che l'elezione è stata fatta da un organismo «privo di legittimità, credibilità, autorità». rio per il trapasso dei poteri, composto di personalità di Hong Kong scelte da Pechino, aveva nominato, riunendosi in territorio cinese, il capo del governo della futura «Regione speciale»: Tung Chee-waa, magnate di formazione anglo-americana con forti interessi legati a Pechino. Filobritannica fino al '92, la signora Fan si è poi spostata su posizioni mopechmesi. Candidata al Parlamento di Hong Kong nel settembre '95, non è stata eletta. E' stata nominata ora dal Parlamento provvisorio costituito il mese scorso da Pechino, in contrapposizione a quello in carica. Ha avuto 33 voti; 27 sono andati a Andrew Wong, presidente del Parlamento eletto e che la Cina non riconosce. Wong, un imprenditore, è un abile navigatore che ha saputo destreggiarsi tra i democratici, in maggioranza relativa, e i filo-pechinesi. Con questa elezione si conclude la formazione da parte di Pechino delle istituzioni per Hong Kong contrapposte a quelle costituite negli ultimi anni dà Londra. Nel dicembre scorso un comitato preparato- A fine dicembre il Comitato preparatorio aveva formato a sua volta il Comitato legislativo, cioè il parlamentino di 60 membri. Trentantré di loro fanno già parte di quello eletto nel '95. Nei giorni scorsi Pechino ha annunciato che annullerà le leggi sulle libertà civili. Il futuro premier ha a sua volta nominato l'altro giorno il suo governo. Non ne faranno parte alcuni attuali consiglieri di Patten noti come «liberal»; saranno invece predominanti per¬ Chris Patten, governatore di Hong Kong, la colonia britannica che a luglio sarà restituita alla Cina sonaggi conservatori, grandi imprenditori - tra i quali uno nominato «sir» dalla regina Elisabetta, ma menzionato nei comunicati solo come «dottore» - portati a un rapporto di convenienza con Pechino; nessuno di loro ha però interessi diretti con la Cina. Resterà nella compagine una donna di grande prestigio, Anson Chang, ora Segretario amministrativo della colonia, distintasi nella difesa di libertà di stampa per il futuro. Pechino sta facendo un gioco complesso: da una parte preannuncia l'abrogazione di norme sui diritti civili, dall'altra, tramite il suo futuro primo ministro, annuncia l'estromissione di democratici e liberali dal futuro governo, chiamando al loro posto solidi conservatori senza alcuna simpatia comunista, e confermando personalità equilibrate pur non subordinate alla Cina. Messaggio che vorrebbe essere tranquillizzante, ma non ci riesce. Fernando Mozzetti

Persone citate: Andrew Wong, Anson Chang, Chris Patten, Elisabetta, Fernando Mozzetti, Patten, Rita Fan, Tung Chee-waa, Wong