«Ecco perché non ho scelto la forza» di Ugo Bertone

«Ecco perché non ho scelto la fona» «Ecco perché non ho scelto la fona» «Mille mezzi agricoli avrebbero mandato in tilt Milano» ma di far ricorso alla forza, va a caccia di ogni via d'uscita possibile, soprattutto quando si è di fronte a problemi fondati, veri». Poi? «Quando tutto è inutile, occorre ristabilire la democrazia con i mezzi a disposizione, anche con la forza. E i leader della protesta sono stati informati già nella serata di venerdì che era stato superato il limite. Adesso chiediamo agli agricoltori in lotta di liberare almeno una carreggiata della Rivoltana, di togliere l'assedio alla popolazione. E questo deve succedere al più presto, in giornata. Inutile attendere domani, con la ripresa del traffico dei pendolari. La domenica è il giorno del Signore, no?». Ma le critiche? Paura di scontentare la Lega? Quando ha sentito Formentini? «Il Comune lo sento tutti i giorni, e non solo per la vicenda del latte. Però, al momento di vietare l'ingresso dei trattori in Milano, ho sentito il parere del Comune». E che hanno detto? Il prefetto di Milano, Roberto Sorge arrivati a un passo dall'intervento delle forze di ordine pubblico. E non solo per quello che è avvenuto da noi a Milano, ma per la situazione complessiva che si era venuta a creare nelle zone della protesta, da Piacenza a Verona. Chiaro? Certo, per evitare lo scontro si sono cercate altre soluzioni. Lo Stato democratico, pri¬ «E' stato no. Guai ad autorizzare l'ingresso in città. Quel giorno, per giunta, c'era lo sciopero dei mezzi pubblici. Il Comune m'invitò a rifiutare l'autorizzazione ai trattori, cosa che mi trovò d'accordo, del resto». E adesso, magari, lei, il prefetto, è pentito... «Tutt'altro. Proprio l'esperienza di questi giorni c'insegna che, se i trattori fossero entrati in Milano, non ne sarebbero usciti più. Con le conseguenze che potete immaginare. Ecco, a chi rivolge accuse così inconsistenti, vorrei far presente questo: mille trattori a Milano, perché la richiesta era di mille trattori, voleva dire mandare la città in tilt». E così l'avete ridotta in assedio, senza tentar nemmeno di forzar il blocco dell'esercito invasore... «Alt. Prima cosa, non si può dimenticare che bloccando l'arrivo dei trattori in città, abbiamo messo le premesse per l'ingolfamento sulla Rivoltana. Non si I può non concedere il tempo ne¬ cessario per rimuovere le conseguenze della protesta, riflesso, tra l'altro, di problemi veri. Eppoi...». Eppoi? «In uno Stato democratico, signori, la gestione dell'ordine pubblico è difficile e delicata. A sbagliar tempi e modi dell'intervento si rischia di creare problemi ben più gravi di quelli cui si vuol porre rimedio. Per questo si è cercato, finché possibile, una soluzione pacifica. Adesso, però, questi signori lo sanno: ogni protesta oltre i recinti della legalità non verrà più ammessa. Chiaro?». Chiaro, ma i capi della protesta lo sanno? Non aspetteranno la fine della trattativa? «Lo sanno, lo sanno. Nessuna illegalità sarà più ammessa, d'ora in poi. Protestino, ma nei limiti della legge: a me interessa che non ci siano più blocchi, che Milano sia una città libera...». Ugo Bertone

Persone citate: Formentini, Roberto Sorge

Luoghi citati: Milano, Piacenza, Verona