«Pedaliamo in salita»

« « Pedaliamo in salita » La Coldiretti: perché lo Stato non riconosce i suoi errori? ROMA. «Stiamo pedalando in salita. Lo Stato non intende riconoscere i suoi errori: ritardi dell'Anna, modifica delle regole fuori tempo massimo. Abbiamo gestito a lungo e con grande difficoltà una coperta coita e stretta, senza riuscire a farlo capire ai governi precedenti. Nascono da lì tutti i nostri guai collettivi». A parlare è Paolo Micolini, leader della Coldiretti, quella che qualcuno chiama la «balena verde». E a questo punto, presidente? «A questo punto alcuni hanno rispettato le regole, altri, o per necessità di investimenti aziendali o perché avevano i figli che entravano nell'azienda, altri ancora per motivi che mi auguro sappiano spiegare all'opinione pubblica, hanno "sforato", provocando una produzione nazionale, che peraltro vogliamo sia accertata fino in fondo, superiore alle quote». C'è molta polemica sulle «quote di carta»... «Sì, ma è un falso problema: le quote sono state controllate persino dalla magistratura. E' chiaro che, entro certi limiti, se un allevatore non raggiunge le quote assegnategli, la differenza va a compensare la produzione in eccesso di un'altra azienda». E adesso? «Oggi dobbiamo rivedere la ripartizione in favore dei giovani, con assegnazioni quasi gratuite, per contribuire a risolvere il grande problema dell'occupazione». Come andrà a Bruxelles? «Prodi deve scendere in campo personalmente e presentare il "caso quote" come vitale per l'Italia, iso¬ lando il problema dal resto dei negoziati. Se fa questo, coinvolgendo le organizzazioni sindacali e tutti coloro che vogliono concorrere a un'azione forte, credo che si possa arrivare a uno sbocco positivo». Il problema sta nei numeri. Per quelli del passato l'Aima è sotto accusa, sta partendo mi'indagine... «Certamente è giunto il momento di chiedere la verifica dei dati produttivi e di quelli delle industrie che ritirano il latte, per accertare se la cifre di "sforamento" sono reali. Non dimentichiamoci, comunque, che le quote sono uno strumento a difesa del prezzo e quindi del reddito degli allevatori, per abolirle bisogna ragionare su un prezzo fra il 30 e il 40 per cento inferiore a quello che percepiscono oggi i produttori». Ma ne beneficerebbero i consumatori. «Io credo che i consumatori dovrebbero fare i loro conti su un altro fatto: agli allevatori il latte viene pagato 800 lire il litro, poi il prezzo al pubblico diventa 2000 lire...». In questi giorni la Coldiretti è al centro di un fuoco incrociato di accuse per non essere stata più dura con i passati governi sulla questione delle quote. Lei come risponde? «Colpe della Coldiretti? Se assistere gli allevatori per sostituire un ente pubblico, l'Aima, spesso inefficiente è una colpa, senz'altro noi questa colpa l'abbiamo. Se invece si pensa che ci siano colpe personali bisogna dirlo alla magistratura». Vanni Cornerò

Persone citate: Paolo Micolini, Vanni Cornerò

Luoghi citati: Bruxelles, Italia, Roma