«Questa è lottizzazione» di R. Ipp.

«Questa è lottizzazione» «Questa è lottizzazione» Il Polo tuona contro l'Ulivo Dini e Rifondazione contestano ROMA. E' considerata la madre di tutte le privatizzazioni. In realtà può diventare la fonte di mille guai. La Stet è ormai per il presidente del Consiglio la croce quotidiana. E' mfatti diventato un caso politico l'improvvisa designazione di Guido Rossi e Tomaso Tommasi di Vignano come presidente e amministratore delegato al posto di Biagio Agnes e Ernesto Pascale. L'opposizione tuona contro le nomine. «Niente di nuovo alla Stet, l'occupazione del potere con- tinua» protesta Silvio Berlusconi leader del Polo. «Si tratta di uno splendido esempio di lottizzazione dell'Ulivo, una vergogna» attacca Gianfranco Fini, presidente di An. Ma anche dall'interno della maggioranza arrivano critiche per il cambio al vertice: rifondaziono comunista e rinnovamento italiano, i partiti di Fausto Bertinotti e Lamberto Dini, bocciano le scelte del governo. Rif'ondazione teme favoritismi a Mediobanca, rinnovamento contesta il metodo seguito. A proposito di Bertinotti e del suo «no» alla privatizzazione Prodi dichiara che sarà trovato «il modo di ricucire i rapporti». Ma per ora sono aspre le polemiche sulle nomine. Tuttavia la Stet è incamminata verso il nuovo assetto. Giovedì riunirà il consiglio di amministrazione che coopterà Rossi e Tommasi, cioè li chiamerà a fame parte attribuendo loro gli incarichi annunciati dal ministro del Tesoro Carlo Azeglio Ciampi. Il Consiglio awierà anche le procedure per incorporare la controllata Telecom Italia con la nomina dei valutatori della società. La Stet «mangerà» la Telecom, prendendone il nome e cancellando il suo consiglio di amministrazione. Decadrà così l'amministratore delegato Francesco Chirichigno (giunto fra l'altro a fine mandato). Ma sono sempre possibili nuovi ingressi nel eda della Superstet. Fatta la fusione, Prodi spera di fare la privatizzazione. Ma per ora deve aggirare le dispute sul ricambio alla Stet. Berlusconi gli rinfaccia di aver dato una poltrona «all'amico fidato del pds» e «l'altra addirittura al presidente di un comitato elettorale per Prodi». Secondo il capo di Forza Italia, «le sinistre insistono nella loro offensiva su tutti i posti chiave del potere» e «dilagano nelle banche» (in particolare al Monte dei Paschi), «nella grande finanza, nei giornali e nelle televisioni, nella scuola, nei ministeri, negli enti pubblici», nelle imprese pubbliche «fino alle unità sanitarie locali». E Fini sostiene che le sinistre «dovevano privatizzare e invece stanno lottizzando». Pierferdinando Casini, segretario del Ccd, sostiene che le nomine alla Stet sono accettabili solo se legate al rilancio della privatizzazione, ma il governo «sembra procedere a tentoni». Alcuni argomenti dell'opposizione fanno breccia nella maggioranza. Ernesto Staiano, portavoce di rinnovamento italiano, dichiara che «le nomine dei vertici Stet non appaiono nel metodo accettabili: con operazioni del genere il governo non guadagna credibilità». Bertinotti critica in particolare la designazione di Rossi che è definito un «grande professionista», ma «lascia più di un dubbio per la sua vicinanza a Mediobanca e a quel centro di potere da cui in ogni caso la Stet dovrebbe stare lontana». Dal governo viene respinta la tesi di un favoritismo a Enrico Cuccia e alla sua Mediobanca: «Si vedrà che non è così» garantisce il sottosegretario alle Poste Michele Lauria, guardando alla futura privatizzazione che, secondo i piani, va realizzata in autunno. Lauria spiega che non c'è stato alcun intento punitivo verso Agnes e Pascale, ma c'è solo «un'ulteriore accelerazione de! percorso già delineato» per la fusione Stet-Telecom e il collocamento delle azioni. Rossi e Tornasi, per il sottosegretario al Tesoro Filippo Cavazzuti «sono due uomini che credono nell'importanza del progetto industriale, hanno la capacità di fare al meglio la fusione e credono nella privatizzazione e nella liberalizzazione delle telecomunicazioni». In sintonia con il governo, difende le nomine Andrea Margheri, responsabile politiche industriali del pds, che parla di «soluzione fortemente innovativa». Anche dai sindacati vengono apprezzamenti per il governo. Il segretario della Cgil Sergio Cofferati, definisce «naturale l'avvicendamento dei grandi dirigenti di tutte le imprese pubbliche», invitando a ragionare sugli obiettivi da centrare. Il leader della Cisl Sergio D'Antoni approva la fusione StetTelecom, ma sostiene che manca un progetto per attuare la privatizzazione, [r. ipp.]

Luoghi citati: Mediobanca, Roma