«Stangata» dell'Fbi alla Mafia di Franco Pantarelli

«Stangata» dell'Fbi alla Mafia «Stangata» dell'Fbi alla Mafia Decine di arresti in un finto club di New York NEW YORK NOSTRO SERVIZIO Sembrava così a posto, quel ricettatore, che quando circa tre anni fa chiese il permesso di aprire a Brooklyn un circolo dal nome suggestivo, «Portofino Calcio Club», nessuno fece obiezioni. I meriti che lui aveva acquisito, nel comprare e rivendere merce rubata, erano tali che non solo i boss della «famiglia» Gambino, la più potente delle cosche di New York, gli permisero di aprire il locale: presero anche a frequentarlo regolarmente come luogo di incontro per alcuni dei loro affari. Così nel giro di poco tempo il «Portofino» era diventato il centro da cui si dirigeva la complessa rete di «smistamento» delle merci rubate a New York, in Pennsylvania, nel Connecticut e in Virginia. Erano contenti tutti: i boss perché disponevano di un nuovo { luogo sicuro; i ladri perché sapevano esattamente dove rivolgersi; il gestore del locale perché si era assicurato una clientela stabile. No, lui in realtà era contento anche per un'altra ragione: grazie al «successo» del suo club poteva tenere sotto controllo l'attività dei boss e riferire ai suoi superiori, i dirigenti dell'Fbi di New York. Il club, infatti, era una specie di studio televisivo mascherato. Tutte le conversazioni riservate venivano riprese da telecamere nascoste e i nastri che venivano registrati finivano al quartier generale dell'Fbi. «Bisogna essere un grande attore e avere un cervello fino per riuscire in un'impresa del genere», dicono del loro collega gli agenti anti-crimine, ora che la «stangata» è scattata, una trentina di persone sono state arrestate e un'altra ventina, già in prigione per altri motivi, hanno visto aumentare i loro capi di imputazione. In base alla documentazione raccolta da quell'agente, il traffico di merce rubata (registratori, computer, capi di abbigliamento, eccetera) che è stato possibile accertare ha un valore di circa 6 milioni di dollari (10 miliardi di lire), ma più della somma è importante lo smantellamento della rete che è stato possibile compiere. Fra gli incriminati c'è anche Nicholas Corozzo - indicato come il successore di John Gotti a capo della famiglia Gambino - che comunque è già in prigione in Florida. Per l'agente che ha gestito il «Portofino» non ci sarà gloria pubblica. L'Fbi ha deciso di tenere segreto il suo nome, limitandosi a dire che è uno con alle spalle 20 anni di servizio. Ha anche detto - ma a questo creda chi vuole - che per conquistare la fiducia dei mafiosi non ha commesso alcun reato. Franco Pantarelli

Persone citate: Gambino, John Gotti, Nicholas Corozzo

Luoghi citati: Connecticut, Florida, New York, Pennsylvania, Portofino, Virginia