La poltrona vuota di Eltsin
La poltrona vuota di Elisili La poltrona vuota di Elisili Rinviato anche il vertice della Csi MOSCA NOSTRO SERVIZIO Nonostante le rassicurazioni del Cremlino, il giallo della salute di Boris Eltsin continua. L'unica cosa chiara è che il Presidente russo non sta così bene come si cerca di far credere. Ieri è arrivata la notizia che il summit dei presidenti della Comunità di Stati Indipendenti, già rinviato al 28 gennaio a causa della polmonite di zar Boris, è stato di nuovo posticipato a data da definirsi. Il Presidente russo ufficialmente è nella sua dacia di Gorki-9, a Ovest di Mosca, a riprendersi dalla doppia polmonite che lo aveva costretto a dodici giorni in ospedale. Dopo essere uscito dalla clinica, lunedi scorso, i medici gli avrebbero raccomandato di stare un'altra settimana a riposo, ma - stando a quello che dicono al Cremlino - il paziente numero uno della Russia sarebbe in buona forma e pronto a entrare in azione. In realtà invece le cose - co¬ me dimostra la cancellazione del vertice della Csi - non sono esattamente così. Il premier russo Viktor Cernomyrdin e il portavoce presidenziale Serghej Jastrzhembskij hanno entrambi raccontato di aver visto Eltsin mercoledè al Cremlino, durante una visita lampo che ha coinciso con il dibattito sull'opportunità di impeachment del Presidente alla Duma. Ma molti dubitano che Eltsin sia effettivamente stato nel suo ufficio. Ed è dal 6 gennaio scorso che manca ogni immagine televisiva o discorso radio del Presidente russo. Secondo Jastrzhembskij, il suo principale «arde» di desiderio di tornare al lavoro e, nonostante i postumi della polmonite, manterrà nella sua agenda tutti gli impegni internazionali, come la visita del presidente francese Chirac a Mosca e soprattutto la partecipazione al vertice dell'Unione Europea all'Aia, all'inizio di febbraio. Ma dopo l'annuncio del rinvio del summit della Csi anche gli impegni internazionali del padro¬ ne del Cremlino diventano abbastanza improbabili. Nel frattempo uno degli avversari principali di Eltsin - e il favorito alle eventuali elezioni presidenziali - Alexandr Lebed ieri ha subito un colpo notevole alla sua immagine di eterno vincitore. Il generale ha perso la causa per diffamazione intentata contro di lui dal ministro dell'Interno Anatolij Kulikov, l'uomo che aveva giocato un ruolo chiave nel licenziamento di Lebed dalla carica di segretario del Consiglio di sicurezza, accusandolo di tramare un golpe. Un tribunale moscovita in precedenza aveva definito quell'accusa una calunnia. Lebed, soddisfatto, aveva attaccato con violenza il nemico dalle pagine del settimanale Argumenty i Fakty. Ma un mese dopo i giudici hanno dato ragione anche a Kulikov, che per umiliare ancora di più l'avversario - ha chiesto come risarcimento la somma ridicola di un rublo. AnnaZafesova
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