«Troppo spazio sui giornali»
«Troppo spazio sui giornali» «Troppo spazio sui giornali» ROMA. «Guardi, oggi anche delle nomine Stet me ne importa poco, sono troppo sconcertato, troppo allibito per lo spazio che è stato dato dai media alla vicenda Sofri e per quello che ho letto sull'argomento sui giornali»: Ciriaco De Mita non nasconde la sua irritazione per le prese di posizione sulla sentenza della Corte di Cassazione che ha condannato l'ex leader di Lotta Contmua. «Ma con tutto quello che hanno detto in passato gente come Bertinotti e Manconi - osserva l'ex segretario de -, come fanno a criticare la sentenza? Da quella storia della giustizia sociale di cui parla Bertinotti ai discorsi di Luigi Manconi si capisce solo una cosa: questi pretendono ancora di essere loro la verità, di essere loro gli unici che possono giudicare, quelli che possono contestare una sentenza e dire se è giusta o no. Con tutto quello che è successo in Italia in questi anni...». [au. min.] A Giorgio Pietrostefani l'angoscia gliela si legge in viso. Massiccio, elegante, eppure così perduto. Si aggrappa, per difendere una decisione che deve essergli costata non poco, alla difesa di quel «senso morale» che una fuga vanificherebbe. Poteva scappare, Pietrostefani. Oppure rimanere in Francia. Ipotesi, la seconda, a rischio. Il capo d'accusa non è plasmabile. ROMA. Di.fronte alla condanna di Adriano Sofri gli occhi del Paese sono puntati sul Quirinale e su quella eventuale grazia che, estremo provvedimento, potrebbe ridare la libertà all'ex dirigente di Lotta continua. La risposta del Colle a queste pressioni è il silenzio: troppo accesa la polemica, troppo coinvolgente il pathos innescato dalla sentenza per acuirli con qualsiasi commento. Ma il riserbo ha qualche piccolo spiraglio e le mezze parole che ne escono servono a delineare, per sommi capi, l'attuale posizione della presidenza della Repubblica: è assolutamente prematuro parlare di un qualsiasi prowedimento di grazia, recita il «coro a bocca chiusa» di chi sta accanto ad Oscar Luigi Scalfaro. Anche perché un intervento o una semplice, velata presa Tra banda armata e assassinio ne corre. Il verdetto è inoltre definitivo. Difficile, per la Francia, non estradarlo. Ma il condannato poteva comunque inoltrare richiesta di asilo politico. Guadagnando mesi, forse un anno. Ha preferito non farlo. L'ormai esigua comunità parigina dei «rifugiati» italiani deve guardarlo partire con un inconfessabile turbamento. La
Persone citate: Adriano Sofri, Bertinotti, Ciriaco De Mita, Giorgio Pietrostefani, Luigi Manconi, Manconi, Oscar Luigi Scalfaro, Pietrostefani, Sofri
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