Pomicino chiama al capezzale Di Pietro di Francesco Grignetti
L'ex ministro al Bilancio, colpito da infarto, a colloquio per circa mezz'ora con l'ex magistrato L'ex ministro al Bilancio, colpito da infarto, a colloquio per circa mezz'ora con l'ex magistrato Pomicino chiama al capezzale Di Pietro Gli avrebbe affidato una «testimonianzapostuma» L'avv. Catalano: vuole uscire dal caso-Enimont Tribunale ministri Assolto Vincenzo Scotti ROMA. Paolo Cirino Pomicino, cinquantanove anni, da due giorni è in rianimazione. L'ex ministro, uno dei simboli della Prima Repubblica, è stato colpito l'altra sera da infarto nella sua abitazione romana. Immediatamente la figlia Ilaria, venticinque anni, aiuto regista, l'ha caricato in macchina e portato al Policlinico «Umberto I». Lì si trova da ventiquattro ore. Tra quelli che hanno telefonato per informarsi o sono andati a trovarlo di persona, a sorpresa, ieri mattina s'è visto anche Antonio Di Pietro. L'ex magistrato e l'inquisito eccellente si sono intrattenuti a colloquio per circa mezz'ora. I due ex ministri si sono visti a quattr'occhi, nessuno è stato ammesso all'incontro. Subito dopo, Di Pietro è tornato all'aeroporto ed è ripartito alla volta di Milano. Ma, naturalmente, un incontro così eclatante, tra personalità tanto diverse, ha lasciato uno strascico di interrogativi. Perché Pomicino ha voluto incontrare Di Pietro? Cosa aveva d'importante da dirgli? L'entourage di Antonio Di Pietro spiega solo che Pomicino ha chiesto d'incontrare l'ex magistrato «per questioni molto delicate». E lui, l'ex magistrato, intercettato sulla via del ritorno, non si sbilancia: «Mi auguro che Pomicino possa riprendersi al più presto. Quanto al colloquio, per una questione di rispetto, non posso e non voglio dire nulla». Un po' seccate le interpretazioni della famiglia. «Tutte le voci e le chiacchiere che 11 ministro: la giustizia non può diventare strumento per l'informazione PIAZZA FONTANA una conversazione a tutto campo. Tra mio fratello e Di Pietro non c'era un rapporto d'amicizia, questo è risaputo, ma si può dire che si era creato un rapporto un po' particolare, quasi di "carnefice e vittima", se vogliamo descriverlo con umorismo. E credo che ci sia stima reciproca». Ilaria Pomicino ha spiegato di essere stata lei a chiamare Di Pietro al capezzale del padre: «Non c'è stata nessuna confessione, né è stato consegnato alcun dossier. Quello tra Antonio Di Pietro e mio padre è stato un incontro tra uomini nel senso più autentico della parola. Un incontro tra persone avversarie, ma che si rispettano e si stimano. Sono stata io, questa mattina presto, a rintracciare Di Pietro perché mio padre aveva espresso il desiderio che fosse messo al corrente delle sue condizioni. Ho chiamato lui come tanti altri amici. Ma devo dire che Di Pietro s'è di¬ L'ex ministro del Bilancio Paolo Cirino Pomicino SALERNO. Il tribunale dei ministri ha assolto Vincenzo Scotti, archiviando l'accusa per contiguità con associazioni camorristiche a carico dell'ex ministro dell'Interno perché «intrinsecamente deboli e contraddittori i dati a carico acquisiti» ed escludendo l'esistenza di qualsiasi «collegamento tra l'onorevole Scotti ed esponenti della criminalità organizzata». La sentenza, depositata il 17 gennaio scorso, arriva a conclusione di due anni di indagini che hanno interessato, oltre al tribunale dei ministri, le direzioni distrettuali antimafia di Napoli e Salerno. «Ciò che è emerso - ha dichiarato Andrea Antonio Dalia, legale di Scotti è solo un forte risentimento della criminalità organizzata nei confronti del mio assistito per l'azione di contrasto in sede legislativa e ministeriale e testimoniata ampiamente da Gerardo Chiaromonte nelle sue memorie sull'esperienza di presidente della Commissione antimafia». «Le dichiarazioni dei pentiti - continua il legale puntavano a coinvolgere l'onorevole Scotti in un accordo criminoso con esponenti dell'imprenditoria camorristica per l'accaparramento, da parte di questi ultimi, di appalti pubblici nel post-terremoto». A carico di Vincenzo Scotti restano le accuse di concorso in indebita restituzione di una documentazione fotografica sequestrata, inerente a una cerimonia pubblica del 1978, a cui l'onorevole democristiano partecipò in qualità di ministro insieme con altre autorità, e quella di indebita segnalazione di un ufficiale della Guardia di Finanza a membro della Dia, per cui il tribunale dei ministri di Salerno ha chiesto "l'autorizzazione a procedere. [AdnKronos] Michelis. Racconterà poi: «Lo aspettavo per cena a casa mia, ma non è venuto perché cominciava a sentirsi male. Un'ora dopo s'è aggravato». Oppure Giulio Di Donato, altro socialista, napoletano, che non è potuto entrare nell'unità coronarica. Nel pomeriggio è potuto entrare uno dei suoi avvocati, Vittorio Lemmo, che s'era precipitato in ospedale da Napoli: «Era assopito e l'ho potuto solo salutare con la mano. In questo ultimo periodo, dopo che era stata archiviata l'accusa più pesante, cioè l'associazione a delinquere di stampo camorristico, era più sollevato. Ma sono stati tre anni stressanti. E per uno con i by-pass non è il meglio». Gli fa eco da Napoli un altro dei legali, Vittorio Botti: «L'altra mattina siamo stati insieme al tribunale dei ministri per tre ore. Dovevamo visionare un'interminabile registrazione nell'ambito del processo Punzo, ipermercato Cis. Quando se n'è andato, l'onorevole mi sembrava un po' stanco. Niente di eccezionale. Però lo stress di questi anni si sente. Oggi ci saremmo dovuti vedere per l'udienza di un altro processo». Probabilmente lo stress ha influito. Come spiega il professor Antonio Rebuzzi, responsabile dell'unità coronarica dove Pomicino è ricoverato, ,«il paziente ha avuto una sofferenza cardiaca seria, undici anni fa aveva avuto quattro by-pass, per il momento la prognosi è riservata». mostrato più sensibile di tutti. Mi ha richiamato subito. Ha preso il primo aereo da Milano e dopo un'ora era qui. E' una persona davvero straordinaria e voglio che tutti lo sappiano. Il suo comportamento mi ha commosso e mio padre è stato felice». Uno dei legali dell'ex ministro democristiano, Salvatore Catalano, sostiene però che Pomicino ci tiene particolarmente a uscire dalla vicenda Enimont, dove proprio Di Pietro lo aveva inquisito. E siccome alcune cose si stanno chiarendo a suo vantaggio, ma non erano state ancora formalizzate, ecco allora che Pomicino avrebbe voluto parlare a quattr'occhi con l'ex magistrato per affidargli una sorta di «testimonianza postuma». Anche altri ex eccellenti hanno fatto visita a Paolo Cirino Pomicino. Un'ora dopo il ricovero, all'ingresso del Policlinico è arrivato "Gianni De Francesco Grignetti
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