Fusione Stet-Telecom, ribaltone ai vertici di Raffaello Masci

Blitz del Tesoro che designa Tomaso Tommasi come amministratore. Giovedì il consiglio Blitz del Tesoro che designa Tomaso Tommasi come amministratore. Giovedì il consiglio Fusione Stet-Telecom, ribaltone ai vertici Via Agnes e Pascale, arriva Rossi ROMA. La cosa è fatta: Stet, che incorporerà Telecom (e verrà ribattezzata Telecom Italia) avrà un nuovo vertice. A Biagio Agnes e Ernesto Pascale - rispettivamente presidente e amministratore delegato della società - succederanno Guido Rossi, ex presidente della Consob ed ex senatore della sinistra indipendente, e Tomaso Tommasi di Vignano attuale direttore generale di Telecom e da tempo considerato un «emergente» del gruppo pubblico. La scelta della fusione di Telecom in Stet, che darà vita a un gruppo da 40 mila miliardi, è stata dettata sia da motivi di opportunità fiscale (saranno maggiori i vantaggi per i piccoli azionisti), sia perché il titolo Stet è già quotato a Wall Street. L'avvicendamento ha avuto conferma in tarda serata con un comunicato di Ciampi, dopo una giornata convulsa che aveva visto gli attuali vertici della Stet, su richiesta del Tesoro, annunciare la rinuncia al loro mandato. Agnes e Pascale, afferma il co¬ municato hanno manifestato «l'intenzione di mettere a disposizione il proprio mandato a conclusione del consiglio d'amministrazione che giovedì 30 gennaio delibererà l'avvio delle procedure di fusione di Telecom in Stet». Il comitato dei ministri del Tesoro, dell'Industria e delle Poste proporrà «che entrino a far parte del consiglio Stet Guido Rossi e Tomaso Tommasi di Vignano». L'insediamento dei nuovi vertici avverrà in tempi rapidi perché il consiglio di amministrazione della Stet (convocato per giovedì 30) possa cooptarli e quindi designarli alle cariche. Le voci di un ribaltone destinate a provocare turbolenze politiche (il Polo si è subito scagliato contro questo avvicendamento) si erano diffuse già nei giorni scorsi, ma gli interessati negavano (anzi ironizzavano su questa ipotesi) e il Tesoro - azionista di controllo della Stet dopo il conferimento da parte dell'Iri - si trincerava dietro uno stretto riserbo. Eppure ieri Ciampi era quanto- mai determinato a procedere a questo avvicendamento prima dei consigli di amministrazione di martedì prossimo, in quanto non intendeva (né intende) in alcun modo dilazionare i tempi per la fusione tra Stet e Telecom e per la successiva privatizzazione e, in questa prospettiva, l'attuale dirigenza Stet poteva rappresentare un elemento frenante. Quando ieri sera alle 18 Ernesto Pascale ha lasciato lo studio di Ciampi nel palazzo del Tesoro in via XX Settembre, non ha fatto trapelare nulla di quanto bolliva in pentola. La sua espressione era però distesa, dopo i 40 minuti di colloquio con il ministro, al punto di scherzare sulla sua permanenza alla guida della Stet: «Mi chiedete se sono al volante ha sorriso -, per me non è un problema, ho l'autista, sono trasportato». Mezz'ora più tardi, nell'ufficio di Ciampi è entrato anche Biagio Agnes, e tutto si è fatto più clùaro. Poi, a tarda serata la conferma della decisione dei due manager di mettere a disposizio¬ ne il loro mandato in un lungo comunicato che non lesina «il profondo, sentito apprezzamento per l'opera svolta da Agnes e da Pascale nel corso della loro vita al servizio delle istituzioni industriali del Paese». Al mattino, a Palazzo Chigi c'era stata una riunione del comitato per le privatizzazioni e, probabilmente, da lì era giunto un input all'accelerazione della pratica Stet. Il presidente della commissione attività produttive della Camera Nerio Nesi dava per scontato «un avvicendamento ormai non rinviabile». I nomi di Bossi e Tommasi di Vignano sembra che siano venuti direttamente da Ciampi e che incontrino la piena approvazione di D'Alema. Se tutto andrà secondo gli intenti del ministro del Tesoro, da martedì - dopo che i due consigli di Stet e Telecom si saranno riuniti per deliberare sulla fusione - la strada per le privatizzazioni sarà tutta in discesa, ma comunque non brevissima. Ancora incerta resta alla luce degli ultimi sviluppi la sorte degli attuali vertici di Telecom: l'amministratore delegato Francesco Chirichigno e il presidente Umberto Silvestri. Le procedure per arrivare alla fusione tra Stet e Telecom Italia prevedono tre fasi: la convocazione di un consiglio di amministrazione per approvare la procedura di fusione (ed è appunto quanto avverrà martedì prossimo); la convocazione di un secondo consiglio di amministrazione per approvare il progetto di fusione; la convocazione delle assemblee por deliberare sulle decisioni dei consigli. A questi adempimenti dovranno seguire le procedure previste dalla legge per l'operazione di fusione vera e propria. Il tempo per arrivare al completamento del processo è stato calcolato in sei mesi; per la privatizzazione della società, però, è giudicata sufficiente già la sola delibera delle assemblee. Raffaello Masci twmrmimmmamm iSb&ss.: VALUTAZIONE Al PREZZI DI BORSA DELl'8/1 l/'9ó; DATI IN MILIARDI

Luoghi citati: Roma