Come risparmiare sul c/c

Una recente direttiva di Bankitalia permette ai clienti di rinunciare alle comunicazioni postali inutili. I casi previsti e la trafila da seguire Una recente direttiva di Bankitalia permette ai clienti di rinunciare alle comunicazioni postali inutili. I casi previsti e la trafila da seguire Come risparmiare sul c/c La rinuncia alle comunicazioni è possibile sia quando sul conto non sono state effettuate operazioni sia quando ci sono stati movimenti, a patto che però le informazioni relative a questi ultimi siano già contenute nelle comunicazioni sui conti correnti (ad esempio nell'estratto conto quando si tratta di accredito degli interessi). Attenzione, comunque, si tratta solo di una possibilità offerta ai clienti e non di un taglio dei costi tout court: il coltello dalla parte del manico ce l'hanno sempre le banche che possono decidere di dire di no, poiché nelle norme è precisato che in questa materia «le parti possono convenire che le comunicazioni siano omesse», ma non sono obbligate a farlo. CONTRATTAZIONE Queste norme, in ogni caso, non consentono di evitare il bollo di 49.500 lire che grava sui c/c a prescindere dall'importo, e sui conti in titoli, indipendentemente dall'invio delle comunicazioni. Un risparmio limitato, dunque, ma che vale la pena di cogliere al volo anche per valutare la disponibilità a contrattare da parte della propria banca. Maggiori spazi di manovra sono concessi ai clienti, mettendo nero su bianco la possibilità di rinunciare alle comunicazioni periodiche, ossia agli estratti conto, in due situazioni specifiche (previste dalla legge). Le comunicazioni, che hanno un costo che può raggiungere anche le 10.000 ad invio (come nel caso dell'estratto conto trimestrale), non vengono più ritenute obbligatorie: — nel caso di conti correnti con un ammontare non superiore a 5 milioni di lire e per i quali non si registrino operazioni da oltre un anno — nel caso di contratti di deposito titoli, di Stato e non, purché di importo non superiore ai 50 milioni di lire. NESSUN OBBLIGO , TROPPI DOPPIONI Approfittando dei casi specifici indicati dall'istituto di emissione, infatti, è possibile aprire una trattativa anche per rinunciare ad altre comunicazioni che la banca invia su uno specifico insieme di operazioni, comunicazioni che a tutti gli effetti rappresentano un doppione, ma che hanno un costo per chi le riceve che oscilla tra un minimo di 1500 e un massimo di 3000 lire. Si tratta, ad esempio, dell'annuncio dell'avvenuto accredito di stipendio o pensione e del pagamento di spese per le quali si è scelto l'addebito permanente (carte di credito e bollette). non si può fare...» oppure «ma così non si tiene aggiornato...». In realtà rischi in questo caso non ci sono: infatti, per lo stipendio o la pensione, non può ritenersi una comunicazione necessaria, visto che chi decide per l'accredito mese per mese riceve la lettera del datore di lavoro o dell'ente pensionistico (non però l'Inps) che comunica di averlo fatto. Lo stesso vale per le operazioni di addebito automatico sul conto. Può essere utile avere in mano una ricevuta se in questo modo si paga l'affitto, ma quando si tratta del pagamento della carta di credito o delle bollette, la doppia comunicazione è soltanto un costo in più che pesa sul bilancio finale del conto, a carico del cliente. In particolare chiedo che non mi siano più inviate le comunicazioni relative al mio conto corrente (ns....) in quanto non ci sono movimenti da oltre un anno e il saldo non è superiore ai 5 milioni di lire. Chiedo inoltre di rinunciare alle comunicazioni relative ai movimenti sul mio conto titoli (n3....) in quanto il valore complessivo del deposito è inferiore ai 50 milioni di lire. Con l'occasione chiedo anche di rinunciare alla comunicazione relativa all'avvenuto accredito del mio stipendio/pensione e del pagamento delle bollette domiciliate sul mio c/c. BILANCIO FINALE Per avere successo l'importante è mostrarsi molto decisi e non cedere di fronte al primo «ma Antonella Giordani

Persone citate: Antonella Giordani