I GIORNIDEL VARIETÀ PROFUMO DI SOGNI E DI VITA

TEATRO DI TORINO 1GIORNIDEL VARIETÀ' L VARIETÀ' UMO OGNI VITA vertiginoso delle battute... e ce n'era per tutti. Quando Ferrerò passa al Maffei con il supporto della Bataclan di Elio Schiavoni siamo già ad organici molto prossimi alle famose riviste. Almeno Vilma Zavart e Rosy Zampi vanno ricordate come due statuarie e carnali soubrette, ma con loro tutto il corpo di ballo ed ottimi comprimari: nacquero lì Rie e Gian (al secolo Riccardo Miniggio e Gianfabio Fosco) e Mario Marchetti, ancor oggi sulle scene. E torniamo all'inizio. Ecco, la grande magia di quei «piccoli» era la loro versatilità: canto-ballo-recitazione come nel teatro yiddish di Isaac Levi e soprattutto, davvero straordinaria,l'intuizione del volere del pubblico in quel preciso istante. Una battuta buona al sabato pomeriggio talvolta non funzionava alla domenica con un altro pubblico ed il comico dopo cinque minuti capiva su quale pedale spingere. («Se non riesco a far ridere dopo tre minuti mangio le lampadine della ribalta» mi diceva Ferrerò). Ma nessuno potrà ripetere e raccontare l'odore che travolgeva all'apertura del sipario: la cartapesta delle scene, i profumi delle ballerine, il sudore delle pelli, lo stantio dei vecchi camerini, la cipria, il fumo. E neppure la indolente cadenza delle sfilate in passerella: occhiate, ancheggiare di morbide forme, guizzi fra applausi, ululati e fantasie. Senza filtri, il palcoscenico si spandeva nella sala e il pubblico dalla sala teneva in caldo i suoi beniamini. Poi venne la televisione: dove tutto è avanspettacolo ma irreale, senza profumi e senza carne, con l'amara ultima considerazione che alcuni Mogul hanno rubato anche facendo politica il lavoro a Pirolin e compagni, ma ci fan ridere molto meno. TEATRO DI TORINO Franco Oppimi Corrado Tedeschi

Persone citate: Corrado Tedeschi, Elio Schiavoni, Franco Oppimi, Isaac Levi, Maffei, Mario Marchetti, Riccardo Miniggio, Rosy Zampi, Vilma Zavart