PER NON TORNARE INDIETRO

PER NON TORNARE INDIETRO PER NON TORNARE INDIETRO NAIMA: «Quello che non capisco è perché lo fai tu». Jimi: «Forse per non poter più tornare indietro». Quando penso perché l'ho fatto, il film, mi viene in mente questa battuta della sceneggiatura. Miles Davis diceva che se vuoi continuare ad essere interessante devi suonare con gente più giovane di te. Giusto. E costringerti, anche se hai paura, anche se è scomodo, anche se hai molto da perdere, ad entrare in mondi che non conosci... Ci sono momenti in cui ti sembra di saper fare bene e comodamente le cose che fai. Quello è il momento di cambiare. «Nirvana» contiene una delle mie vecchie «ossessioni»: la definizione della «realtà» e la possibilità di mondi paralleli. Quello che vediamo intorno a noi è reale? E quello che facciamo lo decidiamo noi oppure qualcosa o qualcuno lo ha già programmato per noi? Philip K. Dick, uno scrittore americano definito autore di fantascienza, diceva che «la realtà è quella cosa che non se ne va quando smetti di crederci». In India la realtà è chiamata «Maya», Illusione. Del resto anche qui da noi, in Europa, qualcuno andava ripetendo che «la vita è sogno». E, comunque, chi ci assicura che quella in cui viviamo è l'unica dimensione ■esistente? La fantascienza, genere considerato di serie B per tanto tempo, non appartiene alla cultura italiana, dicono. Ebbene la mia generazione e quelle che l'hanno seguita sono cresciute con Gadda e Kerouac, Pavese e Pasolini, Ginsberg e Ferlinghetti, con la musica rock, i fumetti di fantascienza e il punk e, adesso, i ritmi afroamericani si mescolano con le armonie arabo-napoletane... Il mondo si è ristretto e ovunque nascono splendide, rivitalizzanti contaminazioni meticce. Nell'ultimo film di Lars Von Trier qualcuno chiede alla protagonista: «Cosa ci hanno portato di buono gli stranieri?» e lei risponde: «La loro musica». Io rivendico il diritto di suonare la musica che circola in questo piccolo pianeta con la nostra personale sensibilità, di attingere a piene mani in un immaginario sempre più collettivo. Quali sono le nostre radici, oggi? Bastano le nostre tradizioni a raccontare la realtà che viviamo? Gabriele Salvatores

Persone citate: Ferlinghetti, Gabriele Salvatores, Gadda, Ginsberg, Kerouac, Lars Von Trier, Miles Davis, Pasolini, Pavese, Philip K. Dick

Luoghi citati: Europa, India