Il 5 aprile città al buio per vedere la cometa

PROPOSTA Al SINDACI PROPOSTA Al SINDACI Il 5 aprile città al buio per vedere la cometa Intanto è partita la legge contro l'inquinamento luminoso LA battaglia contro l'inquinamento luminoso, l'ultima e più subdola forma di deterioramento dell'ambiente, è prima di tutto una questione di sensibilità culturale. Illuminare è necessario: è un fatto di sicurezza e di estetica (nel caso di certi monumenti). Ma è inutile e dispendioso illuminare male, con diffusori inadeguati e fasci di luce rivolti verso l'alto, dove, aiutati dallo smog, accrescono il fenomeno naturale della diffusione della luce, impedendo quindi di contemplare il meraviglioso spettacolo del cielo notturno, delle stelle, dei pianeti. Ogni città, grande o media che sia, è ormai il centro di un'aureola luminosa visibile talvolta dalla distanza di 50100 chilometri: e il danno è irreparabile per chi coltiva l'interesse per l'astronomia, senza contare lo spreco energetico. Luci eccessive, dunque, e mal dirette. Persino gli ambientalisti, alle prese con altri problemi, hanno stentato ad accorgersi di queste cose. E gli stessi astronomi professionisti innegabilmente hanno tardato ad alzare la voce, come potevano e dovevano fare: adesso la Sait, la Società astronomica italiana, è impegnata anch'essa contro l'inquinamento da luci, ma non siamo riusciti a vederne un rappresentante nella conferenza stampa indetta giorni fa in Senato per presentare il disegno di legge numero 751, normativa anti-inquinamento luminoso che porta le firme di parlamentari dell'intero arco politico. C'erano, invece, gli astronomi non professionisti, a cominciare dal presidente della loro associazione, Gabriele Vanin; e hanno anche collaborato, come Mario di Sora, direttore dell'Osservatorio di Campocatino (Prosinone), alla stesura della proposta di legge e della relazione che l'accompagna, primo firmatario il sen. Lino Diana, accanto a Lorenzi, Lubrano, Di Ricco, Giaretta e altri. Né mancavano i tecnici dell'illuminazione, da Guzzini a Cariboni, da Fabrizi a De Luca, rappresentanti questi ultimi dell'Acea, che gestisce i 140 mila punti luce della capitale. Adesso la legge affronta il lungo itinerario attraverso le elefantiache procedure del sistema bicamerale: prevede l'adeguamento dei criteri delle Regioni per i settori edili e industriali, il controllo delle Province sul corretto e razionale uso dell'energia elettrica, il dotarsi per i Comumi di piani regolatori di illuminazione entro due anni dall'entrata in vigore della legge. Previsti anche contributi per i Comuni che ricadono nelle fasce di salvaguardia degli osservatori. E' interessante la stima di un risparmio energetico di almeno 400 miliardi. Sarà possibile giungere all'approvazione già in commissione, in sede deliberante? Ovviamente, il problema non è solo italiano. «Time» gli ha appena dedicato due pagine, riferendo delle iniziative in tutto il mondo contro l'inquinamento luminoso. Misure autonome sono già state prese anche da noi, da vari enti locali. E l'Unione astrofili italiani ha proposto per il 5 aprile una «Notte della cometa»: in occasione del passaggio della luminosa «HaleBopp» i Comuni sono invitati a spegnere le luci esterne per due ore, dalle 21 alle 23. Luigi Prestinenza Le stelle intorno al polo celeste fotografate con una posa che mette in evidenza l'inquinamento luminoso del cielo

Persone citate: De Luca, Fabrizi, Gabriele Vanin, Giaretta, Guzzini, Lino Diana, Lorenzi, Lubrano, Luigi Prestinenza