RIECCOCI AL BIVIO TRAKANT E HEGEL

RIECCOCI AL BMO TRAKANTEHEGEL RIECCOCI AL BMO TRAKANTEHEGEL La filosofia degli ultimi trentanni A legittimità e la fecondità euristica della dicotomia scelta come l'ilo conduttore da Franca D'Agostini, in Analitici e continentali, si dispiega con evidenza quando si provi a esplicitare le tante dicotomie analoghe che, nel corso dell'esplorazione delle varie tematiche, opere e autori, essa richiama spontaneamente. La prima a cui pensiamo, prima non necessariamente in ordine di importanza né in alcun senso cronologico, è quella tra una linea kantiana e una linea hegeliana nel pensiero contemporaneo; vi ha alluso Richard Rorty in un suo scritto, e sebbene la distinzione non coincida completamente con quella tra analitici e continentali, ma abbia con essa (come del resto le altre distinzioni evocate nel libro) solo una rassomiglianza di famiglia, si può a buon diritto pensare che indichi un aspetto filosoficamente essenziale in quella prima coppia di concetti. La linea kantiana, interessata principalmente a cogliere le condizioni trascendentali di possibilità della conoscenza e in genere della razionalità, anche ANALITICI E CONTINENTALI Guida alla filosofìa degli ultimi trent'anni Franca D'Agostini Raffaello Cortina pp. 554 L 58.000 pratica, si incarna oggi in tutte le filosofie che concentrano la loro attenzione sulla logica, l'epistemologia, le forme del sapere scientifico o anche dell'agire etico con l'intento di individuarne i tratti universali e stabili. Chiamiamo invece linea hegeliana, secondo la proposta di Rorty, quella tendenza che si riscontra nelle filosofie che guardano principalmente alla concretezza storica delle forme di vita, dei linguaggi, dei paradigmi scientifici, e che dunque anche pongono al centro dell'attenzione il problema della storicità dei saperi e della stessa filosofia, fino agli esiti estremi del relativismo o, all'opposto, all'ascolto di una storia-destino dell'essere, come è il caso di Heidegger e dei suoi discepoli. Già il semplice fatto di porre accanto alla dicotomia analitici-continentali quest'altra, analoga ma non identica, tra linee kantiana e hegeliana, suscita una quantità di problemi e suggerisce ampi rimescolamenti di carte: risulta per esempio evidente che non tutta la filosofia continentale è sulla linea hegeliana, mentre non pochi filosofi di formazione analitica, proprio attraverso la via del relativismo o, da ultimo, di una qualche forma di comunitarismo, sfuggono all'impostazione prevalentemente kantiana della tradizione logico-epistemologica anglosassone. Ma questi scivolamenti e rimescolamenti del panorama, non che inficiare la validità dello schema di partenza, mostrano quella che ho chiamato la sua fecondità euristica: fatta reagire con la distinzione tra kantiani e hegeliani, la dicotomia analiticicontinentali si anima e dà luogo a ulteriori articolazioni, lascia vedere più specifiche differenze, indica più varie e molteplici possibilità di soluzione dei problemi. Un altro modo di formulare l'antitesi può essere quello che adotta, e adatta liberamente, un'espressione dell'ultimo Foucault che contrappone alla filosofia come «analitica della verità») una filosofia intesa come «ontologia dell'attualità», preferendo esplicitamente la seconda. Sebbe¬ ne Foucault non elabori il significato del termine ontologia, la dicotomia che così, anche al di là delle sue intenzioni esplicite, si delinea, apre nuove possibili distinzioni e articolazioni nello schema, e non solo per quanto riguarda la compattezza del cote continentale: se si tratta di parlare ancora dell'essere, la linea continentale si scinde piuttosto nettamente tra coloro che, più fedeli alle intenzioni di Heidegger, ritengono che comunque dell'essere si debba ancora cercare di parlare, e coloro che, come Derrida, pensano che così si rimarrebbe prigionieri di una prospettiva metafisica. Ma la messa da parte del problema dell'essere come problema necessariamente metafisico avvicina anche sensibilmente Derrida a certe posizioni anti-metafisiche di origine analitica, per esempio a Rorty, stabilendo dunque un altro possibile ponte tra filosofi analitici e filosofi continentali. [...] Alla fine, ma è un tema che, per molte buone ragioni, appare solo marginalmente nel lavoro di Franca D'Agostini, la dicotomia analitici-continentali, passando attraverso quelle tra linea kantiana e linea hegeliana, tra analitica della verità e ontologia dell'attualità, tra argomentazione e narrazione, finisce per condurre, mediante un ulteriore scivolamento, a quella che si può caratterizzare con i nomi delle due grandi tradizioni religiose che hanno improntato l'Occidente moderno, ebraismo e cristianesimo. Ancora una volta, del tutto giustamente data l'importanza decisiva del pensatore, il discorso ruota qui intorno a Jacques Derrida, ma anche intorno al nome di quello che è stato forse il suo vero maestro, Emmanuel Lévinas. Fino a che punto Lévinas e Derrida si possono collocare entro la filosofia continentale quando questa sia caratterizzata specificamente come hegeliana piuttosto che kantiana, come ontologia dell'attualità piuttosto che come analitica della verità ecc.? Se si guarda al tema della storicità, è facile scoprire OLTRE L'ERMENEUTICA 1