BELLE LETTERE GIAPPONESI DALL'OTTOCENTO A BANANA
BELLE LETTERE GIAPPONESI DALL'OTTOCENTO A BANANA BELLE LETTERE GIAPPONESI DALL'OTTOCENTO A BANANA STORIA DELLA LETTERATURA GIAPPONESE Kato Shuichi A cura di • Adriana Boscaro Marsilio pp.368. L.50.000 to ad un passo dalla ribellione. Caroline: misteriosamente scappata da casa in giovane età e richiamata dal padre Channing e dalla sorellastra Elizabeth, dopo più di vent'anni di vigorosa e totale rottura con la famiglia, per difendere la sconosciuta nipote nel momento in cui il Presidente degli Stati Uniti sta per nominarla giudice federale. Jackson Watts: pubblico ministero e avversario dal dente avvelenato in quanto ex fidanzato di Caroline, da lei repentinamente ed inspiegabilmente cancellato, assieme ai suoi cari, al momento della sua lontana e cocciuta fuga verso una nuova vita. Su tutti, un'aura di mistero, di cose non dette, di terribili segreti che si dipanano via via, lentamente, fino all'imprevedibile e rigoroso finale. Buona scrittura ed intelligente rispetto per la trama ed i suoi canoni. Ritmo serrato e attenzione desta sino all'ultima pagina. legittimi, matrigne, sorellastre e morte); avventura (caccia, pesca e vela, dalle foreste incontaminate del grande Nord-Est all'infuriato e tempestoso oceano di Martha's Vineyard, l'isola esclusiva dei bostoniani doc); e - infine - il giallo del dibattito investigativo più alla Perry Mason che alla John Grisham. Un mix - in sostanza - destinato a catturare con estrema abilità, e non solo con astuzia, pubblici molto differenti tra di loro. A prova di questo è sufficiente considerare il profilo e la struttura emotiva dei personaggi. Channing Masters: patriarca duro, inflessibile, padre-padrone di tutte le anime della sua famiglia, ex giudice di Norimberga, con morboso senso dell'onore, affascinante e arcaico pigmalione di ogni donna del suo casato: due mogli - Elizabeth e Nicole, entrambe prematuramente defunte -, due figlie - Beth e Caroline che più diverse non si può - e una nipote - Brett - tanto adorata quan¬ lana i tv. liano . ale a - Cai, Piero Soria STORIA DELLA LETTERATURA GIAPPONESE Kato Shuichi A cura di • Adriana Boscaro Marsilio pp.368. L.50.000 ON il terzo volume «Dall'Ottocento ai giorni nostri» si è conclusa la pubblicazione della Storia della letteratura giapponese di Kato Shuichi, tradotta e curata da Adriana Boscaro per i Saggi Marsilio. Critico e romanziere, Kato Shuichi è stato visiting professor all'Università degli Studi di Venezia a metà degli Anni Ottanta e dal sodalizio con Adriana Boscaro è scaturita l'idea di suddividere in tre tomi la «Storia», che, in Giappone, era uscita a puntate sul settimanale Asahi Journal. In Italia il primo «Dalle origini al XVI secolo» era comparso nel 1987, il secondo «Dal XVI al XVIII secolo» nel 1989 e ora il terzo che arriva fino a Murakami Haruki e a Yoshimoto Mahoko, in arte Banana. L'opera è uno studio critico di ampio respiro e di grande interesse. Intanto, essendo di mi autore giapponese, consente una lettura dall'interno di una letteratura ancora poco conosciuta. Inoltre Kato Shuichi tratta non soltanto dei poeti, dei romanzieri, dei drammaturghi, ma anche dei pensatori, religiosi e politici, dei viaggiatori venuti in Occidente e rientrati in Giappone carichi di informazioni e di esperienze, dei teorici delle arti marziali, degli artisti di ukiyo-e, le stampe policrome del «mondo fluttuante». Ma a rendere lo studio particolarmente interessante sono le peculiarità della letteratura giapponese. Prima fra tutte è la costante di una concezione del mondo che ha da sempre attivato un processo di «nipponizzazione» di tutti gli apporti culturali provenienti dall'esterno, sia sotto il profilo religioso/ politico, sia sotto quello filosofico/ letterario (l'India e la Cina prima, l'Occidente poi). In Giappone, fin dalle origini, la letteratura è stata il veicolo di trasmissione del pensiero. Di sua natura l'intellettuale giapponese, più che esprimere le proprie idee con astratti assunti filosofici, predilige lo stretto contatto con la realtà quotidiana, dimostra viva attenzione alle cose terrene, ha una concezione immanente del mondo, preferisce indulgere al concreto, al non sistematico, all'istintivo. Buddhismo, confucianesimo, cristianesimo, marxismo, nell'evoluzione storica, hanno tutti subito un incessante adattamento alle credenze e alle necessità del Giappone e sono andati ad ampliare la visione indigena del mondo e dell'esistenza senza per nulla intaccarla ma raffinandola. In letteratura, come in altri campi in Giappone, la tradizione coesiste benissimo con l'innovazione: il passato non è mai perduto e ogni periodo è arricchito da una crescente varietà di forme letterarie e di valori estetici. Generi e motivi vengono ripresi in un «modulo a spirale» per cui mai il nuovo soppianta del tutto il vecchio. Altra specificità della letteratura giapponese è il suo carattere urbano. Ballate e racconti popolari Banana Yoshimoto furono trasmessi oralmente nelle province, ma fu dall'interno del tessuto cittadino che vennero raccolti e trascritti. In Giappone è sempre stato un grande complesso urbano a essere il centro della società letteraria. Ogni periodo storico è caratterizzato dal convergere su una sola città come fulcro culturale: dal IX secolo Kyoto ebbe il predominio e nell'era Heian ci fu la splendida fioritura dei romanzi e dei diari delle dame di corte e scrittrici Murasaki Shikibu e Sei Shonagon; nel XVII secolo Osaka si affacciò alla ribalta come centro commerciale e fu il terreno fecondo dove germogliarono e sbocciarono il racconto e il romanzo borghese di Iliara Saikaku (sorsero i quartieri del piacere e il kabuki divenne il teatro popolare per eccellenza); con la Restaurazione Meiji del 1868 il primato passò a Tokyo. Sottolineate l'unità e la continuità nello sviluppo culturale di oltre millecinquecento anni, Kato Shuichi, nella storia letteraria del suo Paese, mette in evidenza quattro «svolte» fondamentali. La prima è rappresentata dalla nipponizzazione della cultura continentale: introduzione del buddhismo, cambiamento nella scrittura con l'invenzione dei segni kana (sistema sillabico) al posto dei kanji (ideogrammi), formarsi di una intellighenzia e stabilirsi di una co¬
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