MARAINI L'HIMALAYANO

MARAINI L'HIMALAYANO MARAINI L'HIMALAYANO L'antropologo orientalista tra Karakorum e Tibet Il racconto di affascinanti «esplorazioni» Anni 50 GASHERBRUM IV Fosco Maraini Vivaldo pp. 400 L 35.000. GASHERBRUM IV Fosco Maraini Vivaldo pp. 400 L 35.000. VOLTE i sogni si passano agli amici, che poi li realizzeranno. Così scrive Kurt Diemberger, grandissimo ghiacciatore degli Anni Cinquanta, nella breve prefazione a uno struggente libro di montagna, alpinismo, esplorazione, esotismo: Gasherbrum IV ài Fosco Maraini, pubblicato nei «Licheni» di Vivalda. Diemberger, nel 1957, regala agli amici Riccardo Cassin e Fosco Maraini una fotografia della cresta Nord-Est del Gasherbrum, scattata dalla vetta del Broad Peak, dopo la storica salita nel gruppo del Karakorum con Hermann Buhl. L'anno dopo Cassin e Maraini partecipano a una spedizione, con Toni Gobbi, Bepi De Francesch, Giuseppe Oberto e Donato Zeni, che porta due fortissimi scalatori, Walter Bonatti e Carlo Mauri, in cima al «G4». Laureato in Scienze antropologiche nel 1937, compagno in Tibet di padre Tucci, nello stesso anno, studioso delle civiltà orientali, scrittore, fotografo, viaggiatore, Fosco Maraini, padre di Dacia, che ha 85 anni, è stato anche un ottimo alpinista, se pure non professionista. Questo libro (già apparso da De Donato nel 1961) racconta la spedizione, a cui fu invitato, dal Club Alpino, come giornalista. E' corredato dalle belle fotografie in bianconero dello stesso autore sul mondo himalayano. «Posso dire in tutta sincerità - confessa nel Poscritto 1996 - che considero l'aver potuto partecipare alla spedizione del Gasherbrum IV uno dei massimi doni del fato, in questo strano pellegrinaggio sul Pianeta Terra che si chiama vita». In una fotografia di gruppo, scattata al Campo Base, sul ghiacciaio Duca degli Abuzzi, Maraini si distingue a colpo d'occhio, per la posa elegante, le mani in tasca, come in un salotto, i forti denti scintillanti nella faccia cotta dal sole. Con la stessa eleganza, leggermente distaccata, ma proprio per questo capace di soffermarsi sui particolari rivelatori, andando oltre la retorica della montagna, è scritto il libro. Che è la storia di una spedizione alpinistica, ma non ha quasi nulla in comune con le storie tradizionali delle spedizioni alpinistiche. La chiave del libro è infatti l'interesse di natura antropologica con cui Maraini esplora il Baltistan e narra le innumerevoli curiosità e peripezie che contraddistinsero il viaggio, compresi i rapporti all'interno della spedizione e con alpinisti che partecipavano ad altre spedizioni. Di pagina in pagina " IL PADRE DI DACIA "

Luoghi citati: Tibet