I ragazzi pattugliano le vie di Algeri

Posti di blocco anti-ultrà. Il leader socialista a Roma: siamo come Sarajevo, il mondo intervenga Posti di blocco anti-ultrà. Il leader socialista a Roma: siamo come Sarajevo, il mondo intervenga I roymi pattugliano le vie di Algeri Ma la strage continua: bomba piena di lamette fa 8 morti polari. Due mattine fa l'esplosione di una bomba al mercato di Blida, 50 chilometri a Sud di Algeri, aveva fatto almeno tre morti secondo le fonti ufficiali, ma il quotidiano governativo «Al Mujahid» ha scritto ieri che i morti sono stati otto tra cui due bambini di tre e sei anni. Boufarik, intanto, ha assunto un'importanza simbolica, sia per gli integralisti sia per le forze governative. Considerata la roccaforte islamica, di recente era stata «ripulita» grazie all'aiuto dei cosiddetti «patrioti» o «gruppi di autodifesa» il cui slogan è: «Il terrorismo è iniziato a Boufarik e qui finirà». Il governo continua a tacere, fortemente criticato dall'opposizione, mentre ad Algeri la tensione e la psicosi sono sempre più palpabili e la sicurezza è stata rafforzata. Gli abitanti si sono organizzati per sorvegliare le strade sempre meno frequentate perché la gente ha paura. I falsi allarmi sono frequenti, i negozianti hanno sbarrato i parcheg¬ Per i ASSOLTA LA Due donne piangono i loro cari assassinati in un attentato degli ultra islamici in Algeria Il bilancio di sangue di questo mese di Ramadan è pesantissimo giorni vigilano per le strade di Algeri nella speranza di contribuire a sventare altri sanguinosi attentati degli oltranzisti religiosi a segnare una svolta nella coscienza e nella determinazione gi davanti alle vetrine, ogni macchina sospetta è controllata, a ogni incrocio c'è una camionetta della polizia. Ma sono proprio le pattuglie di giovani cittadini che da due della gente di Algeri. «Non possiamo aspettare che il governo ci protegga», ha spiegato un giovane che si è impegnato a perquisire le automobili, ad un posto di controllo rudimentalmente alle¬ stito nel quartiere Belcourt della capitale, dove domenica scorsa 42 persone rimasero uccise da un'auto riempita di esplosivo e saltata in aria. «Dobbiamo organizzarci da noi, darci da fare», ha aggiunto il giovane, evitando di fornire il proprio nome per timore di rappresaglie. In diversi quartieri di Algeri si vedono gruppi di giovanotti che presidiano posti di controllo allestiti con scatoloni di cartone, mattoni o altro materiale. In molti casi con l'approvazione della polizia, e in altri anche senza, questi giovani bloccano completamente alcune strade, e costringono gli automobilisti di passaggio da loro non conosciuti a sottostare alle perquisizioni. «Apri il bagagliaio, fratello», ci si sente dire da questi volontari. E ad una donna al volante, che protestava esasperata dalla lunga attesa, uno di loro ha replicato: «Gli attentati potrebbero uccidere anche lei, signora». Altri si sono limitati a osservare gli automobilisti di passaggio, addi¬ tando alla polizia gli sconosciuti o i sospetti. Intanto un intervento americano per avviare il processo di pace in Algeria è stato auspicato da Hocine Ait-Ahmed, leader del fronte delle forze socialiste (Ffsi, una delle grandi figure dell'opposizione in Algeria, che ha incontrato i giornalisti nella sede della comunità di Sant'Egidio a Roma. Ahmed ha chiesto al presidente Bill Clinton di indicare «un mediatore speciale, per far cessare la spirale di violenza in Algeria». E' necessaria, ha detto il leader socialista, una «conferenza internazionale di pace». «La guerra che insanguina il mio Paese ha fatto oltre 100 mila morti in 5 anni - ha proseguito -, un'orgia del terrore che deve pesare sulla coscienza dell'Occidente, un conflitto che si svolge a due ore di aereo da Parigi senza che nessuno fiati, quando invece le vicende di Sarajevo provocarono una tempesta mediateca». [Ansa-Agi]

Persone citate: Bill Clinton, Hocine Ait-ahmed, Mujahid