«Riforme, via libera ma senza veti» di Renato Rizzo

I primi passi della Bicamerale. Fini: incoraggiante il discorso del leader della Quercia I primi passi della Bicamerale. Fini: incoraggiante il discorso del leader della Quercia «Riforme, via libera ma senza veti» D'Alema: attenti, ilpresidenzialismo non è fascismo « Auguri a voi della Bicamerale Scalfaro: poche parole, ma fatti «Non mi dimetterò con le riforme» » meno non ci fa dire che sappiamo già come va a finire». E' l'atteso (e non scontato) via libera anche di Fini a Massimo D'Alema come presidente della Bicamerale. E D'Alema, forse intuendo la «svolta» di Fini, aveva già cominciato a muoversi impugnando il «machete». Tra la presentazione di una sua raccolta di scritti e un discorso ai gruppi della sinistra democratica, il segretario del pds ha lanciato un avvertimento: lasciatemi lavorare, che lo faccio per il bene di tutti. A Prodi, ma senza nominarlo, ha detto che il centro-sinistra non può illudersi di gestire solo il pote¬ re perché «se rimarrà prigioniero di paure e timori di impronta conservatrice, sarà travolto». A Bertinotti ha rinfacciato le dispute «demenziali» sull'indicazione del nome del capo del governo. E ha ricordato a beneficio di Cossutta (vecchio comunista) che il pds non farà «mai» riunioni per decidere cosa debbono fare i suoi commissari nella Bicamerale. Così come fece il pei, 50 anni fa, quando si creava la Costituzione. 1 commissari dovranno discutere con i loro gruppi parlamentari. Insomma, niente accordi preventivi tra i partiti della maggioranza e massima libertà di movi¬ mento. Via libera ad una discussione senza veti nemmeno verso una qualche forma di elezione diretta, con l'unica clausola di un premier non slegato dalla maggioranza. «Il presidenzialismo non è fascismo» avrebbe detto D'Alema secondo le indiscrezioni raccolte dalle agenzie di stampa, ma definite «incomplete, confuse e inesatte» dall'ufficio stampa del pds. Un'altra mano l'ha data il partito popolare (Leopoldo Elia) che ieri ha detto che potrebbe accettare un capo del governo «scelto» dagli elettori, e non solo «indicato» a loro. Che è un passo avanti verso quanti chiedono che il capo del go¬ verno sia «eletto» dai cittadini. Forza Italia c per la presidenza D'Alema, ma nel partito di Berlusconi c'è tramestio. 1 presidenzialisti fanno resistenza contro i temuti cedimenti del capo del Polo. Taradash sta raccogliendo firme (ieri erano quasi 90, compresi Pisanu, Martino, Mancuso, Previti, Parenti, Maiolo) per il presidenzialismo all'americana. Martino già spera in uno schieramento unitario guidato da Fini «tatcheriano». Mancuso prende in giro Berlusconi che «è come il Milan attuale. Tanta classe, ma solo sconfitte». Alberto Rapisarda CAGLIARI Il president; della Repubblica Oscar DAL NOSTRO INVIATO «Non perdetevi in parole, non inseguite discus sioni fini a se stesse»: il presidente della Repubblica Scalfaro spolverando i suoi ricordi di vecchio costituente espone i rischi di vaniloquio a cui può andare incontro la Bicamerale che dovrà fissare le nuove regole e porge un augurio ecumenico a tutte le «forze politiche» impegnate: lavorate concretamente, sotto «una spinta comune». E anche se il Capo dello Stato non lo dice apertamente, questo richiamo a considerare «la discussione come assunzione di responsabilità» rispecchia il ricordo di chi ha contribuito a scrivere la Costituzione in un clima nel quale «il mattino magari si litigava in Parlamento, ma ai pomeriggio ci si confrontava con serenità sugli articoli della Carta». Parla a Cagliari, il Presidente, davanti a una platea che riunisce gran parte dei sindaci sardi. E la sua benedizione della Bicamerale arriva senza enfasi, quasi in tono inspiegabilmente minore per chi, come lui, da un paio d'anni va ripetendo in diverse sedi e con diversi toni l'importanza di varare le riforme istituzionali. No, non ha l'aria di un vincitore sotto le luci che, come in uno spet tacolo d'avanguardia, inquadrano sul palcoscenico lui e tutte le autorità. Se è vero che una maschera racconta più di un volto, si può tentare di leggere dietro la fisionomia fissa di Oscar Luigi Scalfaro, magari interpretando le confidenze di un suo consigliere che raccontano di una situazione che potrebbe mettere in serio imbarazzo l'inquilino del Quirinale. Ma, prima, bisogna fare un passo indietro e andare sulla scalinata del Museo del Prado, a Madrid, il 9 settembre del '92. Allora, consegnando al direttore un libro sul Quirinale, Oscar Luigi Scalfaro, nominato supremo magistrato della Repubblica quattro mesi prima, disse suscitando non poco stupore: «Ecco, questo è il luogo dove il sottoscritto e stato assunto per un periodo che può finire da un momento all'altro». Più tardi, parlando con i giornalisti, la spiegazione: «Se la commissione bicamerale guidata da De Mira dovesse varare una pagina nuova e diversa, si interromperebbe la mia investitura». Come dire: se saranno modificati compiti e competenze del Presidente della Repubblica non mi resterebbe che dimettermi. Ed ora - domandiamo - di fronte a questa Bicamerale che si propone analoghi fini, Scalfaro ha forse cambiato idea? Il suo consigliere alza un velo di preliminare scetticismo: «Sempre che, per davvero vengano rispettati i tempi per le riforme». Poi la pronta risposta: «No, la pensa esattamente come allora, ma io lo sconsiglierei vivamente dal farlo perché bisognerebbe ragionare anche sulle conseguenze che innescherebbe questo suo eventuale gesto». Spiegazione. Se Scalfaro decidesse di compiere il passo d'addio, la legge prevedrebbe un iter obbligato: l'elezione, entro quindici giorni, di un altro inquilino del Quirinale in base alle norme attuali. «E questo - ch:arisce il nostro interlocutore - creerebbe un Capo di Stato di transizione)'. Un Presidente slavato e diminuito nel suo carisma che non avrebbe senso eleggere: «Tanto varrebbe, quindi, che fosse Scalfaro a proseguire nel suo mandato perche, a fronte di un disagio personale, eviterebbe al Paese un disagio istituzionale». Ma la parabola quirinalizia dell'attuale Presidente potrebbe, addirittura, non esaurirsi alla naturale scadenza del settennato: «Sarebbe possibile una sua eventuale ricandidatura?». La risposta è immediata: «Certo che sarebbe possibile. Nulla osta» Renato Rizzo

Luoghi citati: Cagliari, Madrid